Riunione della maggioranza, Lollo: “Spacchiamo la sinistra in Campania e Puglia”

(di Ilaria Proietti e Giacomo Salvini – ilfattoquotidiano.it) – Sembrava una boutade o poco più di uno spariglio per creare ulteriori fibrillazioni nel campo delle opposizioni. Ma visti i risultati delle urne del weekend, l’idea di riconsiderare il terzo mandato ha prepotentemente ripreso quota nel centrodestra alla Camera: ieri ha tenuto banco al vertice convocato su input della Lega che oggi al consiglio federale potrà rivendicare l’apertura di Fratelli d’Italia che rimette in corsa Luca Zaia in Veneto.

Mentre i leader di maggioranza hanno partecipato a una serie di riunioni a Palazzo Chigi su temi specifici di governo – dal fine vita al fondo sociale per il clima fino ai finanziamenti europei – a Montecitorio si è tenuta una riunione tra i responsabili dell’organizzazione dei partiti della destra per parlare delle prossime elezioni regionali e della questione del terzo mandato per i presidenti di Regione.

Il vertice degli alleati della maggioranza si è concluso rimettendo la decisione al tavolo dei leader perché il tema terzo mandato che riguarda Veneto e Campania dovrà essere trattato da Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani nell’ambito di un accordo più complessivo sulle Regionali. Epperò da ieri al preliminare che ha visto come protagonisti principali Roberto Calderoli, Maurizio Gasparri, Francesco Lollobrigida, Giovanni Donzelli e Francesco Battistoni non sono sfuggite le posizioni del ministro dell’Agricoltura che alla Lega e non solo sono apparse più che un’apertura. “Il terzo mandato sicuramente sarebbe micidiale per il Pd in Campania perché a quel punto De Luca non sarebbe più fuori gioco” ha detto il ministro dell’Agricoltura e maggiorente di Fratelli d’Italia che poi si è spinto a fare anche una riflessione sulla Puglia di Emiliano martorizzata dagli scandali, da ultimo l’inchiesta che riguarda il suo assessore di punta nonché pupillo politico Delli Noci. “Senza terzo mandato Antonio Decaro vince a valanga umiliandoci. Con un avversario come Emiliano possiamo giocarcela” è stato il senso del ragionamento. Lo stesso che peraltro ieri correva in Transatlantico anche tra i deputati pugliesi di Forza Italia. Che però resta contraria al terzo mandato come ha detto Antonio Tajani: “Noi siamo contrari al terzo mandato, poi siamo pronti a dialogare e ascoltare sempre tutti. Gli altri devono però anche ascoltare le nostre ragioni: sono incrostazioni di potentati che rischiano di essere dannosi per i cittadini”, ha detto il titolare della Farnesina magari sperando di alzare la posta su altre questioni, come la presidenza della Rai bloccata sul nome di Simona Agnes. I dubbi di Tajani sono dovuti anche al fatto che riaprire il discorso potrebbe essere complicato anche per altri aspetti. Come per esempio la questione dei sindaci che se vorranno candidarsi alle Regionali devono a legge vigente dimettersi con largo anticipo. E qui va aperta una parentesi che chiama in causa la Consulta: il 9 luglio è stata fissata l’udienza sul ricorso di Palazzo Chigi contro la legge della Regione Puglia che prevede per i sindaci che vogliano candidarsi alle Regionali, l’obbligo di dimettersi addirittura 180 giorni prima della scadenza della legislatura. Già da tempo sia il Pd che il centrodestra pugliese lavorano a una legge regionale per sminare quella precedente. Ma da tempo soprattutto sollecitano un intervento del Parlamento che a quel punto risolverebbe la questione a monte.

Una legge che risolvesse il problema dei sindaci, ma che facesse anche cadere il divieto del terzo mandato implica comunque una tempistica incompatibile con l’intenzione di alcune regioni come le Marche o la Valle d’Aosta di votare già a fine settembre (un decreto non è possibile, anche per il veto del Colle). Secondo quanto trapela tra i partiti di centrodestra significherebbe spostare le Regionali a marzo del prossimo anno: il che danneggerebbe, secondo i ragionamenti che corrono proprio il governatore Francesco Acquaroli insidiato da una candidatura forte come quella di Matteo Ricci del Pd.

Intanto, ieri in maggioranza si è discusso anche sulle tasse. Se Meloni, che ha pubblicato un selfie per maramaldeggiare contro Elly Schlein sul referendum, ha promesso un intervento per tagliare le tasse al ceto medio all’assemblea dei commercialisti, Salvini ha aggiunto che la priorità resta la pace fiscale.