“Siamo Tranquilli, la causa è infondata”

(di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – Se la vendetta è una portata che va gustata fredda, Beppe Grillo deve averla riposta in ghiacciaia: ammesso che gli riesca. Ma di certo fa già rumore il tentativo di rivalsa sul nemico Giuseppe Conte, a cui ieri il fu garante e per sempre co-fondatore del Movimento ha fatto sapere tramite agenzie – e per interposte fonti – che intraprenderà un’azione legale per riprendersi il controllo del simbolo dei 5Stelle. Una carta calata sul tavolo sei mesi dopo la Costituente, il simil-congresso del M5S che nel dicembre scorso lo aveva buttato fuori a suon di clic. Nessuno ormai credeva più che Grillo la usasse.
E invece eccola, la causa di cui nell’autunno scorso aveva discusso con un avvocato romano, Pieremilio Sammarco, presso cui aveva lavorato come praticante l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi. Ma poi non se n’era fatto nulla per i costi, proibitivi per il fondatore del M5S, che per fronteggiarli aveva anche pensato a una raccolta fondi sul web. Idea archiviata, come l’altrettanto ventilata scissione, mai attuata per mancanza di truppe. Ora però, l’annuncio della battaglia in tribunale. Perché? “Beppe ha trovato un docente universitario di Milano che dovrebbe fargli tutto gratis, o quasi” sostiene una fonte vicina all’ex garante. Soprattutto, conta la tempistica: “Muovendosi ora spera di portare la causa civile a ridosso delle Politiche del 2027, complicando i piani a Conte. Pensi alle liste…”. Ma non solo, continua la fonte: “In autunno Roberto Fico si candiderà a presidente della Regione Campania. Con il simbolo sub judice, sarà più difficile”. E sarebbe il colpo basso al figlio politico prediletto, che Grillo accusò indirettamente di tradimento prima della Costituente. Nell’attesa, trapela che la causa potrebbe tenersi a Genova. Secondo Grillo e i suoi è quella la sede competente, visto che è lì, nella sua città, che fondò l’associazione Movimento Cinque Stelle nel 2009 presso un notaio, assieme a un nipote e al suo commercialista, con un nuovo atto costitutivo sottoscritto nel 2012. In quel documento l’artista è definito titolare dell’indirizzo http://www.beppegrillo.it “nonché del contrassegno corrispondente”. Ma nel corso degli anni il simbolo è più volte cambiato. E nel 2017 il fondatore ne cedette l’uso alla nuova associazione fondata a Roma da Luigi Di Maio e Davide Casaleggio. La tesi di Grillo e del suo “giro” però è che le due associazioni del 2009 e del 2012 siano ancora legittimate a utilizzarlo.
E poi, dicono sempre i suoi, il fondatore cedette l’uso dello stemma solo in cambio della manleva sulle cause, che a oggi non esiste più. Argomenti che reputa sufficienti per togliere il simbolo a Conte, così da metterlo in un cassetto, uccidendo il M5S. “Fantasie, la verità è che gli dà fastidio vedere che ci stiamo riprendendo” commenta un big dei 5Stelle. In serata, dal M5S assicurano: “Siamo assolutamente tranquilli, se e quando dovesse esserci una nuova iniziativa giudiziaria i nostri avvocati risponderanno a tono, ma le prerogative avanzate sul simbolo sono infondate”. Ma la chiosa è bellica: “Da quando è partito il nuovo corso, non si è registrata nessuna sconfitta in giudizio e chi ha fatto causa è stato costretto a pagare spese processuali e danni”.
Che carogna che si è dimostrato Beppe. Pensasse al figlio, che già sarebbe tanto per un genitore. E invece il figlio fa l’avvocato proprio nel tribunale di Genova. La giustizia italiana è lentina, direi.
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Sì, ammetto che potrebbe essere un danno per il Movimento, ma non così determinante; nella peggiore delle ipotesi se ne trova un altro che potrà Ri-Coalizzare le persone desiderose di giustizia, legalità e distribuzione equa delle risorse.Quanto a Grillo, se la notizia ha dei fondamenti (e di solito il De Carolis è ben informato sul Movimento), la sua vendetta è la squallida eco di un fallimento personale, un tentativo patetico di oscurare la luce altrui con l’ombra della propria pochezza.
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Secondo me, un nuovo simbolo potrebbe attirare nuovo elettorato, quindi non la vedo come un danno per il Movimento. Potrebbe essere percepito come una cosa nuova, anche se non credo che la conquista dei voti dipenda da un simbolo. Il simbolo ha un peso relativo, ciò che conta è avere un leader carismatico. Il M5S senza Conte avrebbe percentuali da prefisso telefonico, ma questo vale per tutti i partiti. Il leader è essenziale per il consenso, molto più del simbolo e del programma elettorale. C’è gente che il programma nemmeno se lo legge. Senza Grillo, per esempio, il M5S non sarebbe diventato il primo partito alle Politiche del 2013.
Detto questo, il simbolo non appartiene più a Grillo ma all’Associazione presieduta da Conte, quindi è quasi sicuro che perderà la causa.
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bravo, ottima analisi ed ottima sintesi!
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Grazie GaeGal.
Nel 2007 Berlusconi archivia Forza Italia e fonda il Popolo della Libertà, ma alle elezioni successive ottiene un buon risultato. E’ la conferma che il cambio di nome e simbolo non ha effetti negativi sul consenso. Se al posto di Berlusconi ci fosse stato Alfano, il suo partito avrebbe ottenuto molti meno voti.
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Io insisto nel dire che tirare continuamente in ballo il figlio di Grillo è una maialata, un conato cerebrale, che rivela una spaventosa assenza di argomenti piú validi.
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Quando un “illuminato” (si fa per dire!), non riesce o non vuole capire che due più due fa quattro! Il suo M5S (che Dio gliene renda merito comunque), il suo vecchio M5S se avesse funzionato veramente non sarebbe crollato, non avrebbe avuto un disaffezionamento così importante, sotto la guida di maio e crimi, non avrebbe avuto scissione e terremoto da destabilizzare anche i più aficionados! Si è dimenticato e sperato per un po’ quanto l’essere umano sia debole e fragile, influenzabile dai canti delle sirene (schei, fama, potere), si sperava che bastassero le idee, i principi, i valori, a tenere in piedi un movimento nato per cambiare ma che gli esseri umani hanno cambiato, la politica non lascia scampo, la politica impedisce di essere veramente ciò che si vorrebbe essere perché ti obbliga ad adattarti a lei, certo la politica è fatta di esseri umani ed è per questo è quanto di più tossico ci sia! Ah voglia cercare di non farti invischiare da certe dinamiche lo sanno bene i nostri di adesso, stanno cercando di rimanere fedeli a sé stessi, “rara avis” i nostri comunque, esseri umani sì ma con quel qualcosa in più! Il povero insetto parlante ha scelto la strada del disfacimento, aveva un’altra possibilità ma ha scelto la peggiore perché illuminato non è!
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Rivendica ancora il diritto di uccidere il movimento e ha trasformato gli attriti in un fatto personale. Invece i rilievi fatti a Beppe sono sempre stati e sono tutt’ora esclusivamente politici.
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Che Grillo paghi sonoramente i danni morali e materiali inferti a Conte ed al M5S l’unica cosa che può far male ad un personaccio avido di soldi come è lui .
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Aggiungo dicendo che i simboli avevano un peso quando esistevano ancora le ideologie. Mi riferisco ai tempi della cosiddetta “Prima Repubblica”, quando la passione ideologica legava l’elettore al proprio partito. I simboli erano un punto di riferimento per i cittadini, che si sentivano parte di un’identità politica. Gli elettori del PCI, per esempio, si riconoscevano nel simbolo della falce e martello e quelli della DC in quello dello scudo crociato. Ma erano altri tempi. Oggi, con la scomparsa delle ideologie, l’elettorato è diventato più fluido e i simboli di partito hanno perso la loro capacità attrattiva. Da quando Berlusconi è “sceso in campo”, il leader carismatico ha preso il sopravvento sul resto ed è cambiata anche la comunicazione politica.
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