
(ANSA) – LONDRA, 30 MAG – Arriva da un’analisi della Bbc di dati aggiornati forniti da vari gruppi di attivisti europei e nordamericani la conferma che la Russia – a dispetto delle raffiche di sanzioni adottate finora – continua a essere finanziata dall’occidente nel pieno della guerra in Ucraina in corso da oltre tre anni.
Anzi, risulta aver messo a bilancio entrate derivanti dalle esportazioni di idrocarburi verso Paesi di Ue e Nato di oltre tre volte superiori rispetto ai pur massicci aiuti – militari e non – forniti dagli alleati all’Ucraina dal febbraio 2022 in avanti.
Secondo una stima dei ricercatori del Centre for Research on Energy and Clean Air di Kiel, in Germania, accreditato dall’emittente pubblica britannica, negli ultimi tre anni Mosca è stata in grado d’incassare 939 miliardi di dollari dall’insieme dei “Paesi occidentali” grazie al petrolio o al gas, contro i 309 miliardi versati ufficialmente a Kiev.
Scorporando i soli membri della Nato, le cifre vengono indicate rispettivamente in 335 contro 236 miliardi; mentre fra gli Stati Ue le stime sono di 233 miliardi contro 73, e persino fra i Paesi in prima fila nelle sanzioni il flusso nelle due direzioni è di 253 miliardi contro 239.
Ad alimentare questo commercio è in particolare l’oleodotto che continua a pompare petrolio dalla Russia – fra i principali produttori al mondo – verso la Turchia (Paese chiave della Nato). Petrolio che raggiunge indirettamente l’Europa e direttamente Paesi dell’Ue quali Slovacchia e Ungheria.
Pesa inoltre l’aggiramento delle sanzioni attraverso Paesi terzi e navi cargo cosiddette “fantasma”. Meccanismi contro cui vari governi e l’Ucraina invocano un embargo ad hoc, ma che – nota la Bbc – fanno anche il gioco dell’Usa contribuendo a contenere il prezzo di gas e petrolio sul mercato internazionale come vuole Donald Trump.
L’analisi della BBC non rivela nulla di veramente nuovo; piuttosto, conferma con dati concreti ciò che si sospettava da tempo. Nonostante le sanzioni occidentali, la Russia continua a incassare miliardi dall’export energetico, sfruttando il consolidato meccanismo delle triangolazioni e una “flotta fantasma” per aggirare le restrizioni.
Ciò che dovrebbe far riflettere non è tanto l’esistenza del fenomeno, quanto la sua dimensione e l’ipocrisia che lo rende possibile: da un lato si invocano sanzioni e si dichiara sostegno all’Ucraina, dall’altro si continua a fare affari, più o meno indirettamente, con Mosca.
Il risultato è che la Russia finanzia la sua guerra anche con i soldi di chi la condanna, una contraddizione che certo non giova all’immagine pubblica delle istituzioni europee.
Il trade-off tra valori e interessi emerge nella sua drammaticità, non solo per la “relazione commerciale” tra UE e Russia, ma anche per l’aggravio di costi che ricade su cittadini e imprese, vittime di una speculazione ingiustificata alla luce di questi fatti.
Un aspetto che l’articolo trascura è il peso di prezzi e costi, più che dei volumi, dettaglio non marginale considerando l’andamento dei prezzi al consumo dall’inizio della guerra a oggi.
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Parole, parole, parole…
Ma intanto è come dicevo io l’altro giorno.
Il mercato esiste, è grosso e se esiste ed è grosso malgrado le sanzioni è per un motivo soltanto: quel petrolio serve e tanto, alla stessa UE che poi finanzia l’Ucraina.
Altroché se ci serve.
Altrimenti l’avremmo azzerato per davvero, invece di prenderlo dalla Turchia facendo finta che non sia russo.
E questo senza considerare tutte le altre robe che la Russia esporta, tipo il grano, ferro, carbone, ghiaccioli per igloo, avorio di mammuth, sigarette turche senza filtro.
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Non sono parole, che nel 2023 gazprom abbia avuto un passivo di oltre 6 MLD di $ lo hanno messo nero su bianco loro, non gli ammerekani e non gli ukronazi, loro.
La flotta fantasma prima del 2022 non aveva nemmeno ragione di esistere ed adesso è una realtà.
Questi sono fatti, non parole.
Quanto al discorso delle triangolazioni cui accenni , è vero ed era risaputo, oltre che ipotizzabile, sin dall’inizio; ma ti ricordo che le triangolazioni non sono gratis, chi si mette in mezzo vuole la sua parte; che si chiami Erdogan o altro poco importa; il risultato non cambia: quella parte erode i margini di chi vende.
Le triangolazioni limitano i danni delle sanzioni, ma non li eliminano ed è, in parte, il contenuto della BBC.
E’ quello che si chiama resilienza; tu mi metti le sanzioni ed io mi adatto, anche aggirandole e quindi tu ne continui a mettere di nuove ed io continuo ad adattarmi e il giro riprende fino a quando uno dei due non cede.
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Non per insistere, ma ancora non riesci a rispondere:
ESISTE O NO UN MERCATO PER I PRODOTTI RUSSI?
C’E’ O NO LA NECESSITA’ DELLE LORO MATERIE PRIME?
Si sono ridotti i margini di profitto?
Vero, a quanto pare per il discorso Gazprom.
MA questo non significa che non abbiamo bisogno della Russia.
La flotta fantasma non aveva ragione di esistere prima del 2022 perché non c’erano sanzioni che ne rendevano necessaria l’esistenza ma se dopo non ci fosse stato più bisogno del petrolio/gas russo stai sicuro che nemmeno esisterebbe la flotta fantasma.
Se io mi mettessi a commerciare bambole di pezza color viola fatte con mutande usate e non lavate pensi che ci sarebbe un mercato? (probabile, magari tra quei feticisti dei giapponesi…).
Non penso che in tal caso ci sarebbe bisogno di una flotta di navi fantasma.
Quindi ti ripeto: IN DUE SI PECCA MEGLIO, in più di due ancor meglio.
L’UE salva la faccia ma ha bisogno della Russia pur considerandola nemica.
Mentre tu pensi che la Russia sia un mendicante che fa il vucomprà con il petrolio spacciandolo in giro.
E’ solo un gioco delle parti!
Gli USA avevano bisogno dell’Iran per finanziare la guerra in Centro America (scandalo Iran-Contras).
La Svezia e la Spagna erano neutrali però rifornivano di minerali la Germania, l’America era neutrale e dava aerei all’Inghilterra e all’URSS.
E così via dicendo.
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