L’ex premier respinge l’etichetta di «guastatore»: lavoriamo con Pd e Avs contro il governo

Conte, messaggio al Campo largo. «Noi per l’alternativa progressista»

(di Emanuele Buzzi – corriere.it) – Giuseppe Conte «guastatore» del Campo largo, «equilibrista delle alleanze». Avversari politici, analisti e parlamentari si interrogano sulle mosse del leader 5 Stelle dopo l’ennesima sortita pubblica per mettere dei distinguo nella coalizione. Ma che intenzioni ha il presidente del Movimento? L’ex premier rigetta l’etichetta di guastatore. «Il M5S ogni giorno, passo dopo passo, sui territori e qui in parlamento, lavora per costruire una alternativa alla politica di questo governo incapace che sta mettendo in ginocchio l’Italia. Lo facciamo costantemente, umilmente, e con coerenza. Buona parte di questo lavoro lo stiamo portando avanti già adesso con Pd e Avs: siamo il nucleo naturale dell’alternativa progressista che serve al Paese», dice Conte al Corriere. Insomma, nessun allontanamento dal campo progressista.

I parlamentari stellati non hanno dubbi: «Il Movimento da anni sta seguendo un progetto politico preciso, ha una collocazione nell’alveo del centrosinistra e lavora per mettere a punto una sintesi tra le diverse anime. Certo, i progetti di coalizione non si fanno da soli ma vanno condivisi». C’è chi respinge con fermezza le accuse di un M5S guastatore. «Ma di cosa parliamo? Non è possibile che ogni volta che mettiamo in chiaro che vogliamo lavorare a un programma che porti a un governo serio, che non si sciolga come neve al sole il giorno dopo le elezioni, qualcuno ci accusi di minare il centrosinistra. Guardate piuttosto il lavoro fatto insieme finora». Orario di lavoro, salario minimo, ma anche la mozione su Gaza (con la prossima piazza del centrosinistra), referendum: tutti temi che i Cinque Stelle indicano per sottolineare il lavoro e il legame con i dem.

Eppure tra accusa e difesa ci sono posizioni che spesso hanno creato malumori. L’ultimo caso martedì, quando all’indomani del voto per le Comunali Conte ha ironizzato: «Campo largo, Campo stretto, Campo alto, basso, giusto, Campo morto, Campo santo: la verità è che i cittadini votano i progetti politici e il Movimento 5 Stelle si preoccupa di costruire progetti politici seri, concreti». Non è la prima volta che l’ex premier ha manifestato dubbi o posto condizioni sulle alleanze nel centrosinistra. Era ottobre, si doveva votare in Liguria (per le Regionali), come pochi giorni fa, in cui si è votato per le comunali a Genova.

I Cinque Stelle, però, alle Regionali ponevano un veto nei confronti dei renziani (veto poi caduto alle Comunali). Conte in tv disse: «È chiaro che nel momento in cui il M5S dice che si è aperta una ferita» con Iv «che viene messa in un campo largo — che non esiste più, lo certifichiamo stasera».
D’altronde, il tema degli equilibri in seno alla coalizione e dei programmi da mettere nero su bianco veniva già affrontato un anno fa, a ridosso delle Europee. «Bisognerà arrivarci attraverso un dialogo sempre più fitto tra le forze genuinamente progressiste, valutando e costruendo un programma molto serio con contenuti concreti. Un progetto di cambiamento del Paese, perché noi non possiamo rinunciare come M5S a cambiare il Paese», diceva Conte. Un anno dopo le parole (ma anche le posizioni e le difficoltà dei partiti e della coalizione) sembrano ancora le stesse.