“Renzi? Noi stiamo con chi vuole cambiare le cose. Conte è già stato premier e ha dimostrato di saperlo fare”

(di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – Sostiene Stefano Patuanelli, capogruppo dei Cinque Stelle in Senato, che il risultato delle Amministrative “è un piccolo ma evidente segnale politico al governo Meloni”. Soprattutto, ritiene che per il Movimento sia la conferma di una rotta: “Con la Costituente abbiamo scelto di stare stabilmente nel campo progressista, anche se con i nostri spazi di indipendenza. E queste votazioni attestano che la strada giusta è quella”.

Il centrosinistra ha vinto a Genova e Ravenna e Matteo Renzi ha rivendicato di essere indispensabile, e che per farcela bisogna rinunciare ai veti. Dovrete ingoiare l’alleanza strutturale con Italia Viva?

Queste elezioni hanno dimostrato che il campo progressista vince quando presenta proposte di qualità per i territori, con interpreti credibili, come è successo a Genova con Silvia Salis. La chiave non è certo fare una sommatoria algebrica dei partiti, a prescindere. Ricordo che in Sardegna Alessandra Todde ha vinto con un’altra formula di coalizione, perché anche in quel caso c’erano un progetto costruito nel tempo e la persona giusta per portarlo avanti.

Serve un modello di alleanze variabili?

No, ogni livello elettivo, dalle Politiche alle Regionali, richiede formule differenti. Quel che conta e che contava per il M5S è la presenza di un progetto di cambiamento. Quando ci sono forze disposte a sostenerlo, il Movimento è disponibile a lavorare.

Magari oltre ai programmi in queste Amministrative avrà aiutato il fatto che Iv e Azione si siano “nascoste” dentro liste civiche. A queste condizioni per voi possono stare a bordo, giusto?

Glielo ripeto, per noi il punto non è andare al governo di una città o del Paese, ma per quale motivo andarci, cioè per cosa realizzare. Il nostro obiettivo non è mai stato governare tanto per farlo.

Nei prossimi due anni vi daranno il tormento con l’esigenza dell’unità a sinistra, accusandovi di essere i soliti 5 Stelle divisivi.

La chiarezza in politica non può mai essere un difetto o un peso. E poi le persone sanno valutare, e diffidano di formule aprioristiche.

Elly Schlein auspica elezioni anticipate, e giura: “Siamo pronti”. Lei lo vede pronto il campo progressista?

Dobbiamo augurarci che questo governo di incapaci vada a casa prima possibile, e noi lavoriamo ogni giorno per questo. In due anni e mezzo non sono riusciti a fare nulla di politicamente significativo, causando solo danni al Paese.

Siete un cantiere aperto…

Su diversi temi i partiti progressisti lavorano d’intesa, come su Gaza.

C’è stata una gara tra voi nell’organizzare la manifestazione sul massacro in Palestina, come per metterci il cappello, no?

Direi proprio di no, abbiamo trovato un pieno accordo sulla manifestazione che si terrà il 7 giugno a Roma, e sul perimetro che sarà la mozione unitaria presentata proprio da M5S, Pd e Avs. È necessario un segnale dei partiti progressisti, per far capire anche fuori dall’Italia che siamo sulla linea di tantissimi altri Paesi rispetto a questi crimini inaccettabili, a fronte di un governo che solo ora comincia a prendere le distanze da Netanyahu, senza peraltro condannarlo apertamente.

La preoccupa che il Pd possa tenere un congresso anticipato il prossimo anno?

Guardo con grandissimo rispetto ai processi democratici dentro gli altri partiti.

Anche in queste Amministrative il Pd è stato il primissimo partito per consensi tra i progressisti. Logico che esprima il candidato/a premier, non pensa?

Ci sono diverse persone che hanno la legittima ambizione e le capacità per proporsi per quella carica. Ma ricordo che c’è una persona che a Palazzo Chigi c’è già stata, e che ha dimostrato di saper svolgere quel ruolo (Giuseppe Conte, ndr).