Armiamoci e partite. Il ministro vuol “ripensare l’esercito con chi non ha esperienza pregressa” Spese al 2% coi fondi Ue

(di Giacomo Salvini – ilfattoquotidiano.it) – Istituire una “cultura della Difesa” al servizio del Paese. Divulgare l’importanza degli investimenti militari e dei sistemi d’arma perché “siamo dalla parte del giusto”. Avere un ruolo maggiore nella Nato sia a livello di spese che di partecipazione alle missioni internazionali. Oltre che ripensare l’esercito con una riserva che coinvolga anche chi non ha alcuna “esperienza militare pregressa”. È questo il contenuto del “Programma di comunicazione del ministero della Difesa del 2025”: un documento di 33 pagine, che Il Fatto ha letto, firmato dall’ufficio di comunicazione del ministero di Guido Crosetto che risale all’8 maggio scorso. Una sorta di vademecum per promuovere le iniziative e le politiche della Difesa e che traccia le linee guida per comunicare le scelte del ministero, come sulle spese militari. Un testo che si divide in diverse sezioni tra policy comunicative, allegati e schede di iniziative ma che ha un obiettivo: garantire che i cittadini “siano adeguatamente informati” alla luce di un contesto geopolitico “in continua evoluzione”, dalla guerra in Ucraina all’instabilità in Medio Oriente passando per le sfide sulla cybersicurezza, il dominio spaziale, il fronte Mediterraneo e l’Indo-Pacifico. In particolare, si legge, lo scopo principale è quello di presentare la Difesa e le Forze Armate “come elementi essenziali del sistema nazionale e internazionale di sicurezza, al servizio della protezione delle nostre libertà”. Per le campagne di comunicazione potranno essere ingaggiati privati, come associazioni e influencer.
Sei sono gli obiettivi individuati dal ministero e tra questi c’è lo sviluppo del termine “Difesa” che passa da eventi, iniziative editoriali, collaborazioni, patrocini e campagne di comunicazione. Per far questo, però, è necessario rendere “credibile” lo strumento della Difesa e il ministero vuole “perseguire lo sviluppo e la diffusione della cultura della Difesa” per aggiornare e modernizzare lo strumento militare. E qui il ministero dà un’indicazione su come divulgare gli investimenti in “ricerca e sviluppo”: spiega che non sono importanti solo per la Difesa ma anche “per tutto il sistema Paese” per l’occupazione, il sistema industriale, la leadership tecnologica e la crescita economica. A questo proposito il ministero indica anche come rispondere al disagio dei cittadini contrari a finanziare i sistemi d’arma. In primis ricordare che è “un dovere verso i nostri militari” anche all’estero, in secondo luogo “noi siamo, quando ci muoviamo, dalla parte del giusto”. Ovvero? “Non perché siamo i più bravi – si legge – ma perché la Costituzione è chiara, il Parlamento si esprime e vigila” e “l’impiego dei nostri militari è sempre stato e sempre sarà legittimo e rispettosi dei principi” del diritto internazionale. I pacifisti che hanno dei dubbi? “Siamo aperti al dibattito – spiega il ministero – ma su questo non si riesce a vedere un terreno fertile su cui intavolare una discussione produttiva”.
Così il ministero in un allegato indica tutte le iniziative di comunicazione per promuovere la cultura della Difesa. Tra gli obiettivi del ministero ci sono anche delle novità del 2025 che delineano il programma di Crosetto da qui a fine legislatura. La possibilità di estendere una riserva militare per rispondere alle carenze delle forze armate per contrastare gli “effetti dell’invecchiamento del personale militare”. Nel documento si parla esplicitamente di “revisione dello strumento della riserva” che coinvolga anche personale “privo di pregresse esperienze militari”. Infine, a proposito del rapporto con la Nato il ministero della Difesa spiega che l’Italia dovrà assumere un maggiore ruolo nelle decisioni sulle missioni all’estero smettendo di essere solo una troops contributing nation (nazione contributrice di truppe) rispettando gli impegni in termini di investimenti: per Crosetto è necessario arrivare al 2% (10 miliardi) nonostante sia un obiettivo “impegnativo” e solo attraverso lo “scorporo dai vincoli di bilancio europei”.
Quest’orco ritiene che siamo i più bravi, nel giusto.
A proposito, come era quella storia dell’affitto?
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chissà quante altre mazzette si sta preparando ad incassare..
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E meno male che non voleva fare il ministro…
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Una bella querela per conflitti d’interesse grossi come una montagna raccogliamo le firme e mandiamolo a casa questo personaggio che ci vuole mandare in guerra ,ma ci vada lui e i suoi figli e parenti che noi grazie al suo governo abbiamo be altre preoccupazioni esistenziali
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I generali frenano e i politici accelerano .Parlano di guerra o di operazioni militari quelli che la guerra non sanno cosa sia .Ah , poi ci sono anche i giornalisti …
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Oltre agli affitti non pagati ci sarebbe pure quella faccenda della laurea dichiarata e mai conseguita che in qualsiasi Paese serio ti escluderebbe automaticamente da qualsiasi carica politica e amministrativa
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L’armaiolo che attualmente sfonda la poltrona del ministero, che fino a poco tempo aveva il vezzo di farsi chiamare dottore senza essere laureato, parla di cultura della difesa, perché giustamente gli unici libri che conosce a menadito sono i listini prezzi delle armi. Ora bisogna fare qualche piccola considerazione: dopo la guerra l’Italia è stata giustamente disarmata e siamo andati avanti così per mezzo secolo, nonostante l’inizio della guerra fredda e dei dirimpettai comunisti sull’Adriatico. Nel corso della storia sono avvenuti due interventi armati russi in Europa senza che nessuno abbia mai temuto veramente un’invasione (mentre l’Italia continuava ad avere un esercito inesistente, infarcito di residuati bellici e buono solo per supportare un colpo di stato o fare al massimo i vigili urbani in Libano). Dopo il 1989 è stato poi solo un crescendo tant’è che oggi l’Italia possiede uno degli apparati bellici più dotati al mondo, più che sufficiente per stare tranquilli, visto che sui nostri confini si affacciano solo paesi amici o neutrali.. Cosa vuole ancora questo energumeno?
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Che domande! Più armi pe’ tutti!
Se potesse farebbe una legge per sostituire ogni SUV con un Lince e ogni trattore con un Dardo.
Strano come l’ammiraglio De Paola, l’unico ministro della difesa militare, con Monti, tagliò di brutto tutti i più importanti programmi militari, riducendo gli F-35 da 131 a 90 e le fregate FREMM da 10 a 6 (poi riaumentate a 10 da Lettaman e Renzi che fece pure una legge navale da 6 MLD per far contento l’ammiraglietto de Giorgi, figlio di quel De Giorgi che strepitò negli anni ’70 per ottenere una Legge navale che rimodernasse l’allora obsolescente flotta italiana).
Invece se ci metti un civile… persino quella specie di casalinga di Voghera-pacifinta di Roberta Pinotti, diventata popolarissima nel settore e sorpannominata La generalessa (sembra un film con la Fenech e infatti io me la immagino in un treesome con 1 generale e 1 ammiraglio davanti e di dietro, non so perché).
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Il ministro della guerra…con tanti cadaveri sulla coscienza ma con il portafogli gonfio!
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