(di Gianluca Roselli – ilfattoquotidiano.it) – Dopo i tagli previsti da Matteo Salvini sulla manutenzione delle strade italiane, circa 1,7 miliardi dirottati sul progetto del Ponte sullo stretto, le province non ci stanno e vanno a battere cassa a Palazzo Chigi. E per l’occasione rilanciano sulla riforma per superare la legge Delrio (2014), che le ha trasformate in enti di secondo livello, e tornare allo status precedente, con risorse adeguate ed elezione diretta e non più di secondo livello.
Massimo Gandolfi, presidente dem della provincia di Bergamo alla guida dell’Upi (Unione province italiane), ha sollecitato un incontro al governo e mercoledì scorso è stato ricevuto da Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. “La premier si è impegnata a parlarne col ministro Salvini. Mi auguro che le nostre richieste possano essere accolte. La priorità ora è recuperare i fondi del 2025, perché si tratta di risorse già definite che alcune province hanno già iniziato a impegnare”, ha spiegato Gandolfi alla Stampa.
Insomma, questi enti locali non ci stanno a dover finanziare una parte di ponte con risorse destinate a loro per rifare oltre 120 mila km di strade provinciali, con prevedibili conseguenze su viabilità e sicurezza. “I tagli sono una vergogna. Alla faccia della sicurezza e della prevenzione”, ha protestato Raffaella Paita di Iv.
Ma l’incontro a Palazzo Chigi è stato anche l’occasione per parlare di un ritorno alle province tout court (sono 107). Con un corto circuito nella maggioranza, dato che il partito che più spinge per tornare all’elezione diretta è la Lega, ma poi è Salvini a tagliare loro i fondi in favore del ponte, mettendole in grave difficoltà.

In teoria per il superamento della legge Delrio – che di fatto ha svuotato le province di funzioni e risorse, oltre a stabilire elezioni di secondo livello di presidente e governance – nel centrodestra sono d’accordo tutti, ma nella pratica poi FdI e FI frenano. “La legge svuota-province di Delrio è una delle più grandi vaccate della storia d’Italia”, ebbe a dire tempo fa Calderoli. Pure nel Pd ci sono diverse voci a favore, come l’europarlamentare Michele De Pascale, ex presidente dell’Upi. I vari progetti di riforma, però, giacciono a prendere la polvere in commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama. Le uniche province che potrebbero presto rivedere la luce sono le 4 del Friuli Venezia-Giulia grazie a un ddl costituzionale sullo statuto della Regione, fortemente voluto da Massimiliano Fedriga.
“Queste interlocuzioni a Palazzo Chigi riaccendono la speranza per far tornare le province e le città metropolitane”, commenta il senatore meloniano Marco Silvestroni. Prima delle Europee dello scorso anno, l’esecutivo aveva avocato a sé la questione con un ddl della sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro (FdI). “Parliamone dopo le Europee”, disse a suo tempo Meloni. Ma poi non se n’è fatto più nulla. E ora arriva pure la scure di Salvini.