USA: GIUDICE BLOCCA REVOCA VISTO STUDENTI STRANIERI HARVARD, ‘E’ ARBITRARIA’

(Adnkronos) – Un giudice federale della California ha bloccato la decisione dell’amministrazione Trump di revocare il visto agli studenti internazionali di Harvard, trasformando in poche ore migliaia di studenti del più prestigioso ateneo americani in immigrati senza documenti.
Il giudice distrettuale Jeffrey White ha scritto che l’amministrazione “probabilmente ha abusato della sua autorità e agito in modo arbitrario e instabile” annullando il visto sul database dell’Immigration and Customs Enforcement, l’Ice protagonista in questi mesi di arresti e retate di migranti senza documenti.
Con l’ordine il giudice White vieta al governo federale di arrestare, trattenere o deportare gli studenti o altre persone coinvolte da questo caso a livello nazionale, fino a quando non si raggiungerà una sentenza conclusiva sulla vicenda.
“L’ordine concede ai ricorrenti con una misura di stabilità e certezza in modo che possano continuare i loro studi o il loro lavoro senza che la minaccia di un nuovo blocco incomba sulle loro teste”, si legge nella decisione del giudice White.
ma se l’opposizione l’ha fanno i giudici,significa che i giudici fanno politica? E se la risposta è sì,non dovremmo avere il diritto di eleggere i giudici? Fare politica senza avere la legittimazione del voto popolare non suona molto bene…
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I giudici sono ‘tecnici’ ed è molto difficile eleggerne uno piuttosto che un politico, perché i giudici parlano attraverso le sentenze, non i comizi di piazza.
E non è colpa loro se le leggi sono scritte con i piedi, sono in contrasto tra di loro e magari sono incostituzionali.
La politica imparasse a fare la politica invece di pensare sempre a distorcere la giustizia.
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Ricominciare da sé non sembra facile. Il giusto che insorge si sente debole e solo. Dovrebbe avere un coraggio che non ha. Una fede che tutti gli distruggono. Una fermezza che tutti gli deridono. Non ha potere, non ha numeri, non ha soldi. Ha solo un’idea. È come pensare di spianare una montagna. Sembra un compito insormontabile.
Eppure il progresso del mondo è stato fatto da persone che si sono messe contro il male. Erano sole davanti a un problema immane. E non si sono perse d’animo. Hanno fatto un passo avanti. E hanno cominciato a lavorare. Non c’è mai stato problema così insormontabile che una volontà decisa non lo abbia risolto. E vero che il male risorge. Ma è vero anche che il bene ricomincia e non si dà mai per vinto. Ed è vero anche che chi combatte per un valore di molti diventa invincibile di fronte a chi si dà da fare solo per un interesse di pochi. Il bene comune è alla fine un carburante molto più forte del bene particolare e dà all’uomo una forza che gli fa superare sé stesso, grazie al fine che va oltre lui stesso.
Non possiamo sperare che solo alcuni giudici o alcuni politici ci diano quella salvezza a cui aspiriamo. Ci dobbiamo muovere dal basso, ognuno per la sua parte. E finché non risorgerà un Movimento che unirà i nuovi resistenti verso direzioni comuni non potremo aspettarci altro che il peggio.
Penso che oggi il male più grande, più dell’accapparramento e della corruzione, sia l’apatia.
Abbiamo tanta paura dell’intelligenza artificiale ma è l’inaridimento dell’intelligenza naturale che impedisce al meglio di sopravvivere.
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