Arrivato al potere sul cadavere di Gennaro Sangiuliano, e scoperto che anche lì deve obbedire alle sorelle Meloni, Alessandro Giuli ha gettato la maschera. Non più la posa […]

(di Tomaso Montanari – ilfattoquotidiano.it) – Arrivato al potere sul cadavere di Gennaro Sangiuliano, e scoperto che anche lì deve obbedire alle sorelle Meloni, Alessandro Giuli ha gettato la maschera. Non più la posa da “intellettuale’” (si fa per dire) libero, aperto alle idee dell’altro fronte, ma una maschera truce d’apparato, che aggredisce “gli intellettuali di sinistra” e lottizza a manetta a favore del parco di subumani che si trova a disposizione. Attaccando anche me, ieri a Firenze, ha detto che bisognava “depoliticizzare la governance della fondazione Ginori”: peccato che mi avesse nominato Dario Franceschini, che massacravo su questo giornale un giorno sì, e l’altro pure. Non era una nomina politica, ma un incarico gratuito a uno storico dell’arte che quel museo aveva contribuito a salvare. E come avrebbe “depoliticizzato”, Giuli? Facile: nominando al mio posto un ex assessore di Alemanno! Non pago, ha aggiunto: “Montanari potrà trovare un posto, passi a bussare a casa Giani, lo nomini lui”. Giuli finge di dimenticare che quel “posto” era volontariato, e che un lavoro ce l’ho (e per laurea, dottorato e triplice concorso pubblico, non perché abbia una sorella amica di un’altra sorella). Parliamo di lui, allora, che si è preso il Maxxi a stipendio pieno, per puri meriti di propaganda di partito. Anche peggio di Giovanna Melandri, che almeno prima aveva fatto la ministra della cultura, non la leccapiedi a mezzo stampa. Un Melandri della destra, ma nel senso del Melandri di “Amici miei”, che tutti ricordiamo succube di “una catena di affetti che né io e né lei possiamo spezzare”. La catena nera che lega Giuli a gente che disprezza (e che in privato denigra), ma cui deve obbedire: giù giù fino al Donzelli-Minnie che lo ospitava a Firenze in questi “stati generali della cultura” di destra che sembravano il bar di Guerre Stellari. Vedi che, almeno sul cinema, Giuli va forte?
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Un solo aggettivo : strepitoso. Come distruggere , un pezzo alla volta, un pietoso` gaga` tronfio della piu` vuota delle dialettiche. Applausi all’infinito.
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Giuli è sempre stato quello di oggi e quello di domani ….
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ma è lo stesso Giuli quello della gallina tatuata sul petto🤔
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Epico
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