GIULI ALLA BIENNALE: STRAORDINARIA AVVENTURA

(di Pierluigi Panza – il Corriere della Sera) – Si apre la 19ª Biennale di Architettura di Venezia, curata da Carlo Ratti. […] venerdì il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha tagliato il nastro del Padiglione Italia intitolato Terrae Aquae. L’Italia e l’Intelligenza del mare, curato da Guendalina Salimei: «È un montaggio straordinario, un’avventura di acqua e di popoli, colta e responsabilizzante», ha detto.
Responsabilizzante verso il climate change, tema di tutta la Biennale sul quale per il ministro in medio stat virtus: «Non sono né per l’estremismo interventista, né per l’indifferenza».
Il ministro declina questo pensiero, e l’impegno del padiglione a rimanere attivo oltre i termini dell’esposizione, riprendendo le narrazioni dell’antropologo James Frazer e dello psicoanalista James Hillman: «Salimei e la Biennale ci consentono di misurarci con le urgenze del presente senza dare nulla per scontato:
non la disperazione millenaristica di chi ci vorrebbe condannati a estinguerci come vittime di noi stessi, presunti nemici giurati dell’ecosistema stravolto nel cosiddetto Antropocene; non l’indifferenza ottusa di chi, in nome del profitto e del selvaggio egoismo della materia sconsacrata, rifiuta la voce del Grande Pan, il Nume della Totalità, l’anima loquente della Natura che ci ha collocato al centro di una storia meravigliosa scolpita ogni giorno dal nostro Amore per la bellezza». […]
DISCORSO DI ALESSANDRO GIULI – INAUGURAZIONE 19° MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA

Ringrazio e saluto il Presidente della Fondazione La Biennale di Venezia, l’amico Pietrangelo Buttafuoco, Caro Commissario del Padiglione Italia e Direttore Generale Creatività Contemporanea Angelo Piero Cappello,
Gentile curatrice del Padiglione Italia Guendalina Salimei,
Gentile curatore della 19ˆ Mostra Internazionale di Architettura Carlo Ratti,
Caro sindaco Luigi Brugnaro, Autorità civili, militari e religiose, Amiche e amici presenti
Nel presentare il suo progetto, la curatrice ha insistito sulla necessità di guardare l’Italia dal mare. Terrae Aquae… così, alla maniera degli antichi Latini, ho voluto pronunciarne il titolo in occasione della conferenza stampa romana in cui ne abbiamo annunciato con un grande sorriso la vittoria.
Suona così bene… ci richiama a una profonda pluralità di senso: le terre e le acque… la cura della terra e dell’acqua… la gratitudine dovuta alla terra e all’acqua.
Eccoci dunque interrogati sull’intelligenza del mare… sulla nostra origine e sul nostro destino… sul viaggiare e sul ritornare ai fondamentali della nostra civiltà mediterranea.
Proprio come i nostri antichi progenitori Troiani, discendenti dei remoti ed enigmatici Tirreni (poi divenuti Etruschi, come ben sa il sindaco Brugnaro con il quale dedicheremo agli Etrusco-Veneti qualcosa di speciale…).
Questi Tirreni fioriti in Italia, vocati a sciamare per il mondo conosciuto come le api alla ricerca di nuovi alveari, in un’età imprecisabile riattraversarono il mare per giungere all’alveare delle origini: qui, in Italia.
E non soltanto sulle rive del Lazio, come ci viene tramandato da Virgilio nella mitistoria di Enea… No… anche nel Veneto, perché anche i Veneti, un tempo detti “Eneti” (guidati dall’eroe Pilemène), combatterono e persero la Guerra di Troia narrata da Omero: venivano dalla Paflagonia, una regione dell’Anatolia, l’odierna Turchia, affacciata sul Mar Nero… mare in cui ancora oggi furoreggia il Dio della Guerra.
Il loro ritorno in Patria, nell’attuale Veneto, è testimoniato dal ricordo di un compagno di Enea chiamato Antenore e arrivato fino a Padova veleggiando lungo il nostro meraviglioso Mare Adriatico…
Ma oggi restiamo a Venezia… e torniamo contemporanei a noi stessi, sia pure accompagnati dalla memoria dell’antico presente… È una felice coincidenza che abbia sede a Venezia questa riflessione sul cambiamento di prospettiva che comporta lo sguardo sull’Italia dal mare.
E se il filo conduttore è l’architettura, che ha come campo d’azione lo spazio, il nostro primo approccio è con la varietà dei rapporti visivi fra terra e acqua che il lungo perimetro delle coste italiane, nelle sue forme naturali e artificiali, ci offre di continuo.
Il tema è stato declinato dalla curatrice tenendo conto delle sue implicazioni storiche e paesaggistiche, archeologiche ed economiche, facendo leva sulla Tradizione, con il suo straordinario patrimonio immateriale di usi, costumi e narrazioni, ma al tempo stesso cercando di individuare le potenzialità innovative di quella che nel sottotitolo è stata appunto definita l’intelligenza del mare.
Di questa multidisciplinarità dà conto il primo dei tre volumi del catalogo. La riscoperta della cultura del mare e il suo sviluppo implicano la coscienza sia della sua complessità sia della sua capacità relazionale. Parlare del rapporto dell’Italia con il mare, infine, non può non avere anche un contenuto geopolitico, nel senso più alto del termine.
Sappiamo che, dall’apertura del Canale di Suez, il Mediterraneo si è dilatato notevolmente… anche se la concettualizzazione di questo allargamento è avvenuta cent’anni dopo per opera della Marina italiana. Il “Mediterraneo allargato”, infatti, si estende dalle proprie coste al Mar Rosso, al Mar Nero, al Golfo Persico e include parte dell’Oceano Indiano e dell’Oceano Atlantico.
Al Ministero della Cultura ne siamo talmente consapevoli che all’interno del Decreto Cultura, recentemente approvato dal Parlamento italiano, abbiamo previsto un’unità di missione dedicata alla Diplomazia culturale, una struttura da impegnare in un settore nel quale l’Italia eccelle e Venezia è Maestra indiscussa. È un contesto aperto a molteplici prospettive e che richiede una fiducia sincera nei confronti delle nostre capacità di abitare futuro nel modo migliore.
Guendalina Salimei e la Biennale di Venezia – e così concludo – ci consentono di misurarci con le urgenze del presente senza dare nulla per scontato: non la disperazione millenaristica di chi ci vorrebbe condannati a estinguerci come vittime di noi stessi, presunti nemici giurati dell’ecosistema stravolto nel così detto Antropocene; non l’indifferenza ottusa di chi, in nome del profitto e del selvaggio egoismo della materia sconsacrata, rifiuta la voce del Grande Pan, il Nume della Totalità, l’anima loquente della Natura che ci ha collocato al centro di una storia meravigliosa scolpita ogni giorno dal nostro Amore per la bellezza.
Grazie
Excess of Cultural Romanticism
The speech relies heavily on mythical ancestry (Trojans, Etruscans, Eneti) to frame Italy’s identity. While elegant, this can come across as cultural escapism, masking contemporary complexities:
This raises the risk of national myth-making instead of cultural introspection.
Lack of Concrete Political Content
Despite referencing “diplomazia culturale” and institutional actions (e.g., a new mission unit), the speech remains vague about actual cultural policy:
The absence of practical measures weakens the speech’s institutional credibility, making it feel more ceremonial than operational.
Elite-Centric Language
The language is exclusionary:
This creates a top-down narrative that may feel out of touch with the socio-cultural diversity of today’s Italy.
Avoidance of Present Tensions
For a speech about sea, space, and transformation, it avoids direct mention of:
The result is a sanitized view of the Mediterranean, stripped of its current urgencies.
Ambiguity in the Ethical Vision
While it ends with a call to resist both nihilism and materialism, the speech:
This creates aesthetic resonance but ethical vagueness — a speech that feels “beautiful” but morally non-committal.
The greatest risk of this speech is that it replaces difficult truth with cultural consolation. It is visionary but abstract, elegant but elitist, and symbolic but politically non-binding. In the context of a Biennale that might challenge systems of inequality or environmental destruction, this can be seen as a missed opportunity for transformative cultural leadership.
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hahahha…non avevamo di meglio!
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Mi sa che questo ministro è molto fri-fri, o soffre solo di sinusite?
Ma lo sa che posizioni hanno i suoi colleghi di partito sui tipi ‘allegri’?
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Questo tipino iperidratato ha però il cervello molto secco, come una noce… Non sa quanto è ridicolo!
Abbiamo un tale ventaglio di casi umani al governo. Ci mancava pure il sudato col cervello essiccato!
Poraccio… anzi poveri noi!
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” I malvagi ogni tanto riposano, gli imbecilli, mai “. Giuli e’ instancabile.
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Guardato il video più o meno 30 secondi.. RACCAPRICCIANTE!! Mioddio 🫣🫣🫣
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Ci ho provato a leggerlo, credo a metà 🥴😵💫😴😴😴😴😴
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Con scappellamento a destra come fosse antani
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puro entertainment
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I commentatori di Infosannio erano abituati alle chiacchiere degli incompetenti politicanti sinistrati e, quindi, non sono in grado di capire il linguaggio di un uomo colto.
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