Gad Lerner: «Sbagliato ridicolizzare l’antifascismo. Dobbiamo prendere le distanze dai regimi autoritari». Il giornalista risponde ad Antonio Padellaro che in un libro ha stigmatizzato «il piagnisteo delle facce da Ventotene». Ma poi dice: «Rimane un amico»

(di Roberto Gressi – corriere.it) – Padellaro, nel suo libro, mette alla berlina gli «antifascisti immaginari», e dice che tu che lo critichi, Gad Lerner, o non lo hai letto o non lo hai capito.
«Antonio resta un amico, ci siamo già sentiti e, come chiede lui, ci confronteremo guardandoci negli occhi. Ma il dissenso è netto: già due anni fa lui chiedeva agli antifascisti di prendersi un alka seltzer, un antiacido».
Di che cosa lo accusi?
«Di non vedere quanto sia facile piegarsi a nuove forme di autoritarismo. Gli italiani si abituarono al fascismo e il regime durò vent’anni. Li apra, gli occhi. In Wisconsin una giudice viene arrestata per aver protetto un immigrato. Netanyahu caccia il direttore dello Shin Bet, scatenando la protesta popolare. In Turchia Erdogan incarcera il sindaco di Istanbul, per impedirgli di vincere le elezioni. Orban vieta le manifestazioni Lgbtq+. Putin poi… Paesi una volta democratici arretrano, il fascismo chiedeva il giuramento ai professori, ora Trump attacca le università non omologate alla linea del governo e le priva dei finanziamenti».
Ma l’attacco è al piagnisteo delle dolenti «facce da Ventotene».
«Me li immagino Padellaro e Travaglio che ne parlano tra loro, si danno di gomito e sghignazzano. Mario Monti ha scritto sul Corriere: “Quel che avviene in America oggi, se non prendiamo le distanze, può essere più pericoloso di quel che è avvenuto in Italia fra il 1922 e il 1943”. Il suo è un allarme reale o è anche lui una faccia da Ventotene?».
E gli «al lupo al lupo» che rievocano lo spettro della marcia su Roma?
«Le democrazie scricchiolano, non si risponde a questo pericolo con una goliardia da tarda età. Antonio ha ragione, esiste anche una retorica che banalizza la Resistenza, ma non si affronta con lo sberleffo del suo pamplhet. E tanto meno con la denigrazione della democrazia, con la quale la destra è cresciuta e che a destra declinano con “non ha vinto la Resistenza ma gli alleati”, oppure con “ci furono atrocità da tutte e due le parti”. È una mistificazione della storia. Antonio, tu ci sei stato a via Tasso, hai visto che cosa vuol dire essere torturati e la barbarie della rappresaglia, e ti sei commosso».
Nel mirino del libro però ci sono i «professionisti» dell’antifascismo.
«Mi ha colpito un passaggio della prefazione di Travaglio al libro di Antonio. Cito: “Oggi l’uomo forte non indossa più l’orbace o la camicia nera: veste la grisaglia del tecnico”. E indica i due “Supermario”, Monti e Draghi. Ma davvero? Ma dai! Certo, poi è importante l’autorevolezza con la quale si chiama la necessità della memoria. Sergio Mattarella non si stanca mai di esserne un esempio».
Freddezza a sinistra sulla commemorazione delle Foibe.
«Chino il capo di fronte a quella tragedia. Ma non mi sfugge che la destra abbia voluto quella celebrazione, anche come collocazione temporale, per paragonarla strumentalmente alla Shoah».
C’è una frangia dell’antifascismo che sfocia nell’antisemitismo.
«Credo sia un errore importare il conflitto del Medio Oriente ai cortei del 25 aprile. Ma la storia ci dice ben altro sul fascismo. Mesi prima che la Brigata ebraica sbarcasse a Taranto, c’erano già 800 ebrei italiani che combattevano il nazifascismo, a cominciare dai fratelli Rosselli».
Non salvi nulla del libro di Padellaro?
«È vero che pretendere da Meloni di dichiararsi antifascista equivarrebbe a chiederle di mentire. Per il resto il suo libro mi sembra dedicato al nostro piccolo cortile, quello artefatto dei talk show. Mentre fuori ci sono i tuoni, i fulmini, gli allarmi, le bufere».
Provocazione o rivendicazione che fosse, quella di Giorgia Meloni sul manifesto di Ventotene, la reazione della sinistra non è stata un po’ goffa?
«Altra banalizzazione. Io ricordo bene la reazione in Aula di Federico Fornaro, dura, indignata e poi commossa fino alle lacrime. Ha detto “Meloni si inginocchi davanti alla memoria di chi ha scritto il manifesto di Ventotene”. Fu su quell’isola che Spinelli, Rossi e Colorni, confinati lì dal fascismo, gettarono le basi per un’Europa federale, contro i nazionalismi che avevano prodotto due guerre mondiali».
Fuori dai denti, perché hai lasciato il Fatto?
«Ci sono stato cinque anni. Riconosco a quel giornale grande indipendenza, dà notizie scomode, mai mi ha censurato. Ma trovavo non più sopportabile l’indulgenza verso Trump, Putin e le destre nazionaliste. Mi sentivo un pesce fuor d’acqua».
un altro che sull’argomento ci ha costruito una carriera redditizia.
parla di antifascismo lui, che se fosse stato negli anni 30 avrebbe scritto ne “La difesa della razza”
A parte i tentativi di colpo di stato e le stragi nere “pilotate” dai servizi anglo-mericani,
Il più grande reazionario eversore, per risultati, è stato prima l’Ulivo con la riforma del titolo V, poi il decantato (da loro) Renzi con le sue schiforme, che adesso vorrebbero abolire, lo schifo della legge elettorale, e lo stravolgimento della costituzione, per fortuna, bloccata dal referendum.
E che dire del nostro Mozzarella, vero eversore, fattosi votare per 14 anni PdR, per firmare tutte le possibili schifezze, ma salmodiare furbescamente a reti unificate, come se le leggi e le disgrazie politiche arrivassero ciclicamente come le stagioni, in più fare confusione con gli eventi storici, roba da bocciatura alle medie.
Ma loro cantano Bella Ciao e sono a posto con la loro NERA coscienza.
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B asta ripassare un pò la storia…. e vedere i risultati conseguiti e quelli che si stanno conseguendo.
Le dittature mascherate da democrazia.
Telemeloni(tutte le reti RAI) e bavaglio all’informazione,tanto che stiamo sempre regredendo, sono i cardini della dittatura.
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dimenticavo…. il genocidio dei Palestinesi …sta passando come una purga democratica doverosa perchè Israele è minacciato dai civili!
E i grandi democratici,compresi quelli di casa nostra,tacciono e quindi condividono!
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Però, nonostante telemeloni e bavagli vari, siamo qui a dire la nostra in controtendenza. Quindi non è che l’autoritarismo non sia altro che una scelta che viene da cittadini che vivono in una democrazia? Chi sceglie alla fine di mettere la dannata croce o a non metterla del tutto non compie un atto concesso dalla democrazia?
II governi tecnici non sono stati il frutto di regole democratiche?
Diciamocelo: quello che succede è frutto delle scelte nelle regole della maggioranza. Non puntiamo il dito sugli interpreti, fascismo o antifascismo sono nostre scelte o comunque un’evoluzione o involuzione delle democrazie.
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“Me li immagino Padellaro e Travaglio che ne parlano tra loro, si danno di gomito e sghignazzano”. Che commento basso, anzi direi vile. Assieme ai mostri ci ha passato ben cinque anni tutto sorrisini ma si sveglia solo ora, il bel piddaddormentato nel bosco.
Nausea.
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Questo individuo è disgustoso, un fanatico ottuso e presuntuoso che si è inserito nel panorama politico con la prepotenza e la spocchia di chi si crede infallibile. Un vecchio trombone da silenziare. Meno male che M.T. se ne è liberato e ce lo ha levato di torno. Grazie!
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lerner è andato a fare il colloquio di lavoro al corrierino della serva…
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Mario Monti ha scritto sul Corriere: “Quel che avviene in America oggi, se non prendiamo le distanze, può essere più pericoloso di quel che è avvenuto in Italia fra il 1922 e il 1943”. Il suo è un allarme reale o è anche lui una faccia da Ventotene?»
Solo una faccia da PIDDINO come questa potrebbe parlare di Monti che pone il ‘rischio democrazia’.
Un burocrate tagliatore di teste messo lì al governo dalle manovre di Napo Orso capo e che non è riuscito a sopravvivere politicamente nemmeno 2 anni pur restando senatore a vita. Grazie Napo, per la Fornero (altra personaggiona che non si capisce con che faccia si faccia vedere ancora in giro) e tante altre cosine democratiche, di cui salvo solo la riduzione (temporanea) degli armamenti voluta dal ministro Amm. di Paola.
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aggiungerei che tutti i tagli fatti da Monti sono stati votati da quasi tutti i partiti presenti oggi in parlamento compresi tutti quelli che oggi governano 🤔
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E’ vero che di questi tempi la democrazia scricchiola un pochino, ma in Italia non c’è nessun rischio di ritorno al fascismo. Come ha detto Travaglio, i nostri governanti, pur essendo un po’ nostalgici del Ventennio, sono dei cialtroni, degli incapaci totali, ma non fascisti. I fascisti erano almeno capaci. Ma davvero vogliamo paragonarli a Mussolini e ai suoi gerarchi? Suvvia, non scherziamo!
Suggerirei al PD e ai suoi giornali di riferimento di cambiare registro, perché urlare al fascismo, a quanto pare, non porta voti, anzi li fa perdere. Basta dare un’occhiata al calo del PD nei sondaggi.
Urlare al fascismo serve a nascondere lo smarrimento dell’identità politica di questo partito. Con il M5S che gli ha scippato temi e consensi, al PD non resta che attaccarsi al pericolo fascista, cercando così di mantenere una parvenza di sinistra. Ma non è così che riconquisterà l’elettorato perduto. Ci vuole ben altro.
PD e soci dovrebbero denunciare i disastri e i fallimenti del governo e preparare un’alternativa politica, come fa il M5S, che infatti cresce nei consensi. Ma come può il PD rappresentare un’alternativa credibile alla destra, se su alcuni temi vota come la destra? Forse è anche per questo motivo che cala nei sondaggi. 🤔
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“Con il M5S che GLI HA SCIPPATO TEMI e consensi… “
Eeeeeeehhhhh!?!?!? 🤔
Come il salario minimo, ad esempio? Sembra proprio che l’abbiano pensato loro… 😳😡
Per quanto riguarda i consensi: ma magaaari!!!
🙏🏻🙏🏻🙏🏻
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Beh, nei sondaggi quello che il PD perde lo guadagna il M5S, quindi mi sembra evidente che gli stia scippando consensi. Nella piazza del 5 aprile c’erano anche elettori delusi del PD, il che conferma che è in atto uno spostamento di voti verso il M5S. Chi ha votato la Schlein si aspettava un cambiamento che non c’è stato e quindi trasmigra verso altre forze politiche.
Il lavoro, il reddito, la povertà, la sanità e la pace, sono tutti temi che il PD ha rinnegato e su cui ha perso ogni credibilità. Che credibilità ha il PD che conduce una campagna contro il Jobs Act che esso stesso ha votato? Nessuna! Infatti, gli operai non lo hanno dimenticato: https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/02/26/primarie-linsofferenza-degli-operai-di-mirafiori-noi-a-votare-il-pd-e-il-partito-del-jobs-act-e-non-e-cambiato-ora-tra-noi-ce-chi-sceglie-meloni/7072399/
Stesso discorso per quanto riguarda il salario minimo. I giornali del PD possono anche spacciarla per una battaglia del PD, ma in tanti sanno che è del M5S.
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Costui è davvero un individuo fetido, brutto più dentro che fuori… ed è quanto dire!
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Il PD è una cloaca, un agglomerato di personaggi infimi; sono senza vergogna!
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L’antifascismo attuale si ridicolizza da solo, non ha bisogno di Travaglio o altri.
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Il culto del fascio invece sí che è una roba seria, anzi sobria. Un pó come un pagliaccio appeso a testa in giú, insomma.
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Gad, avrei voluto che ti spendessi per Bandera e suoi sostenitori a casa nostra del PD .
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