Sicurezza. Niente decreto, solo altri fondi. Anticipati i tirocini nelle imprese. E si studia un mini scudo penale per quelle “virtuose”

(di Roberto Rotunno – ilfattoquotidiano.it) – Ragazzi in azienda per l’alternanza scuola-lavoro già dai 15 anni e un mini-scudo penale per le imprese che rispettano le norme di sicurezza. Il decreto contro le morti sul lavoro, promesso martedì dalla premier Giorgia Meloni in vista del Primo Maggio, in realtà non esiste. Ieri, infatti, il Consiglio dei ministri ha semplicemente sbloccato altri 650 milioni di euro da mettere a disposizione, attraverso l’Inail, alle aziende che investono in sicurezza, per esempio acquistando nuovi macchinari. Le nuove norme, invece, arriveranno dopo il confronto con i sindacati previsto per l’8 maggio. In quell’occasione, la ministra del Lavoro Marina Calderone presenterà le sue proposte.
Insomma, il provvedimento non c’è, ma una serie di ipotesi già circolano. Quella che prevede l’abbassamento dell’età minima per l’alternanza scuola-lavoro in realtà non c’entra con il nascituro decreto per la sicurezza sul lavoro. È invece contenuto in uno degli allegati al decreto Pnrr-Scuola, all’esame della commissione in Senato. Ieri è stata diffusa la notizia che ha subito provocato un coro di contestazioni. “Mentre ci prepariamo a celebrare il Primo Maggio – ha spiegato la senatrice M5S Barbara Floridia – in commissione si discute il decreto che al suo interno cela una norma gravissima: l’anticipo dei Pcto (ex alternanza scuola-lavoro) al secondo anno del primo biennio degli istituti tecnici, cioè a studenti e studentesse di appena 15 anni, ancora in età di obbligo formativo”. In pratica, i tirocini nelle imprese, oggi previsti per l’ultimo biennio, potranno già essere svolti dalla seconda superiore. Oltre alla Cgil, anche Andrea Orlando – ex ministro del Lavoro del Pd – ha espresso forti critiche parlando di impostazione classista: “Già oggi, con ragazzi più grandi, il tema del duale dovrebbe essere accompagnato con percorsi sicuri. E invece questo non è stato fatto”. Sempre ieri, al termine del Cdm, Calderone ha garantito che sarà resa stabile l’assicurazione sugli infortuni per gli studenti, mossa che sembra un tentativo indiretto di rendere più sostenibile la scelta di anticipare l’alternanza.
Tornando al provvedimento legato al Primo Maggio, ieri Meloni lo ha annunciato con un nuovo video in cui rivendica i successi legati ai dati sul lavoro dopo anni di calo dei salari reali: “Da ottobre 2023 – ha detto – la tendenza è cambiata, e le famiglie stanno progressivamente recuperando il loro potere d’acquisto con una dinamica dei salari che è migliore rispetto a quella del resto d’Europa”. È un racconto molto parziale: è vero che le famiglie italiane stanno recuperando potere d’acquisto, ma avviene per il deciso rallentamento dell’inflazione. Martedì l’Istat ha ricordato che, a inizio 2025 le retribuzioni reali erano ancora inferiori dell’8% rispetto all’inizio del 2021, quindi il recupero resta insufficiente. La questione salariale resta un problema storico anche alla luce dei confronti internazionali , come ha ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Quanto alle risorse promesse per la sicurezza, si tratta di 650 milioni che si aggiungono ad altri 600 milioni con i quali l’Inail ha già pubblicato il primo bando destinato alle aziende che investono in innovazioni per la sicurezza. Quindi sì, il totale è di oltre 1,2 miliardi, ma per metà parliamo di risorse già stanziate. La novità più rilevante è invece l’ipotesi a cui sta lavorando una commissione presieduta dal viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto: se le imprese dimostreranno di aver adottato un efficace modello organizzativo in termini di sicurezza, in caso di infortunio di un dipendente risponderanno in sede penale solo in caso di colpa grave, ferma restando la responsabilità civile. È ormai la cifra di questo governo: si annunciano strette contro le imprese che violano le norme, si finisce più spesso per premiare chi, almeno sulla carta, le rispetta.