Le minoranze lamentano l’assenza di Meloni e Giorgetti nelle discussioni sul Def e la tagliola sui 200 emendamenti al decreto Pubblica amministrazione. M5s: “Non è più tempo di collaborare, non daremo tregua”

"Ignorato il Parlamento”. Le opposizioni in rivolta: a maggio un mese di ostruzionismo

(di Gabriella Cerami – repubblica.it) – Avevano chiesto la presenza della premier Giorgia Meloni o del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per discutere in Aula il Documento di economia e finanza, che adesso si chiama Decisione di finanza pubblica (Dfp). Ma gli è stato risposto con un rifiuto. Dunque le opposizioni sono pronte a fare ostruzionismo quando il 24 aprile riprenderanno i lavori a Montecitorio. Il Movimento 5 Stelle, in particolare, promette battaglia per tutto il mese di maggio, quando ci saranno parecchi decreti da convertire e si annuncia una maratona parlamentare a colpi di fiducia.

“Ci preoccupano i contenuti ma anche la fuga continua del governo dal Parlamento quando si tratta di discutere di questioni fondamentali per il Paese”, dice infatti la presidente dei deputati del Pd alla Camera, Chiara Braga, facendo notare che la presidente del Consiglio sarà a Roma perché impegnata nel premier-time al Senato. “Le forzature continue – continua – nascondono anche una oggettiva difficoltà della maggioranza e del governo a dare le risposte che servono”.

Sulla stessa linea anche il Movimento 5 Stelle. “Abbiamo insistito – sottolinea il capogruppo Riccardo Ricciardi – per avere durante una discussione così importante la presenza di Giorgia Meloni o almeno del ministro Giorgetti, ma non è possibile. Quindi il documento di programmazione finanziaria più importante degli ultimi anni, dato quello che sta accadendo con i dazi e con il riarmo, non lo discuteremo alla presenza né del ministro dell’Economia, né della presidente del Consiglio”.

Nel mirino delle opposizioni finisce anche la “tagliola” stabilita per chiudere il decreto sulla pubblica amministrazione. Verranno soppressi 200 emendamenti depositati dai partiti di minoranza, che dunque non saranno discussi. “Questa maggioranza – continua Ricciardi – dà la responsabilità alle opposizioni della stesura del calendario dei lavori. È surreale. Se questo è l’atteggiamento, visto che a maggio ci saranno cinque o sei decreti da convertire M5S non lascerà tregua e mettere in campo un ostruzionismo puro per tutto il mese di maggio. Perché se è questo il rispetto del Parlamento non è più tempo per la collaborazione. Non si può scaricare sulla minoranza il fatto che non sanno organizzare i lavori”.