Le uniche volte in cui il centrosinistra ha vinto le elezioni lo ha fatto con un’alleanza larga basata nel 1996 sull’asse Pds (ex comunisti) e Ppi (ex democristiani di sinistra) e Democratici […]

(di Isaia Sales – ilfattoquotidiano.it) – Le uniche volte in cui il centrosinistra ha vinto le elezioni lo ha fatto con un’alleanza larga basata nel 1996 sull’asse Pds (ex comunisti) e Ppi (ex democristiani di sinistra) e Democratici di sinistra e Margherita nel 2006. Le elezioni sono state perse quando si è pensato di rappresentare da soli lo schieramento progressista (come il Pd nel 2008) o quando si è ristretto al minimo il campo delle alleanze (come nel 2022). Se il Pd vuole tornare al governo con il voto, lo può fare solo presentandosi in coalizione con altri partiti o movimenti diversi da esso.
Il Pd è una forza impotente se si autorappresenta come unico riferimento del variegato campo progressista o considera gli alleati come una fastidiosa necessità, disprezzandoli mentre ci si allea. Il campo largo è un rispettarsi tra diversi, senza costruire barriere insormontabili, senza considerare i partner dei minus habens o dei fanatici populisti, senza pensare che i loro temi identitari siano estranei alla grande famiglia dei progressisti. Se si vuole battere la Meloni non si può prescindere nella maniera più assoluta dall’asse tra la Schlein e Conte, anche se qualche volta alcuni comportamenti mettono a dura prova la “pazienza progressista”. È un’alleanza complicata e obbligata, ma a due anni dalle elezioni non ne esiste un’altra per battere il centrodestra.
Ai maggiorenti del Pd viene da dire: “Smettetela di fare i sostenuti con i 5 Stelle, lasciate lavorare la vostra segretaria: la sua testardaggine è l’unica via per il vostro successo!”. Dopo tante sconfitte, volete prendervela proprio con chi, irrompendo all’improvviso sulla scena politica, ha ridato forza e credibilità al Pd? In questi anni, per chi non se ne è accorto, c’è stata una rivolta dei “trascurati” d’Italia e il Pd stava per esserne travolto. Contribuire a far diventare il movimento dei 5 Stelle una forza di interlocuzione con i valori della sinistra ex comunista e cattolica è stata una delle più lungimiranti strategie per fornire una nuova chance al Pd, azzoppato dallo stare a tutti i costi al governo, e agli ex grillini, azzoppati dal loro isolamento protestatario e dall’alleanza con la Lega. Perciò, ridicolizzare il pacifismo, la più potente religione civile nell’epoca della democrazia, non è solo uno schiaffo ai 5 Stelle ma equivale a mettersi contro anche una parte dell’elettorato Pd. Così come considerare l’ambientalismo una politica per “puri di cuore” è mettersi contro i sentimenti profondi delle nuove generazioni assetate di una politica valoriale. Nel pensiero progressista esiste necessariamente un mix di idealismo e di realismo, mai di cinismo. Cinismo e sinistra sono termini opposti. D’altra parte, ci sarà un motivo se le destre non sono né pacifiste né tantomeno ambientaliste.
È questa la fase della radicalità antisociale dei ricchi che non vuole essere moderata da nessun sentimento umano né da nessun vincolo democratico, una radicalità che è disposta a qualsiasi accordo anche con i peggiori dei peggiori. A questo radicalismo cinico non si può che rispondere con il radicalismo della speranza. C’è una vecchia abitudine nella sinistra italiana di identificare il riformismo con il conservatorismo. Ma riformismo e conservatorismo sono concetti inconciliabili in qualsiasi vocabolario o dottrina politica. Incredibile, perciò, come oggi in nome di un presunto riformismo si pretenda che la segretaria del Pd accetti pedissequamente di sostituire il vecchio atlantismo con l’europeismo armato.
Elly Schlein ha un vantaggio rispetto ai maggiorenti di derivazione comunista e democristiana. Lei non appartiene alla generazione che ha vissuto ideologicamente il discrimine tra comunismo e capitalismo. E ciò le consente di essere libera nell’approccio all’ultimo retaggio di quella lunga stagione di contrapposizioni, cioè la deterrenza armata contro il pericolo proveniente unicamente dall’Est. E di poter parlare un linguaggio di una sinistra del XXI secolo in cui ambientalismo, pacifismo e amore per gli ultimi si fondono come non era stato possibile prima. Per una parte del Pd la radicalità dei propri ideali e la coerenza nel volerli realizzare sono difetti insopportabili, come se si trattasse di una pulsione minoritaria. Ma nessun vero riformista si definirebbe moderato, perché i valori non si possono sostenere “moderatamente”. Per riformare bisogna osare. La moderazione non favorisce le trasformazioni. Perciò, il pensiero progressista si deve incontrare senza timori con le conseguenze della fine dell’atlantismo armato, che non può più rappresentare il recinto del pensiero democratico. Il realismo impone, certo, di difendersi dai dittatori e dai rigurgiti del nuovo nazionalismo che ha preso campo anche negli Usa e in altri paesi europei. Il realismo è anche una difesa dal fanatismo, certo. Ma non è assolutamente la negazione di ogni impegno politico basato su solide idealità.
Le liste degli eurodeputati le aveva preparate la sig.ra Schlein e abbiamo visto quale presa le decisioni della direzione politica del PD abbiano su di essi: ZERO. Quelli del PD se la cantino e se la suonino come vogliono. Mi basta che il m5s gli stia ben lontano.
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Puzzano, puzzano lo so…In mezzo a loro molti emanano un fetore insopportabile, ma è necessario turarsi il naso; un altro lustro con al governo questa gente, sarebbe (almeno per me) insopportabile. Solo per sentirsi ancora una volta (come tre anni fa) DURI E PURI? No…Vi prego…
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Egregio Mauro, non è questione di purezza o di flaccidume. Così come quella signora sembra aver avuto l’incarico di ” terminare” il PD, ( compito finora ben assolto), altrettanto appare evidente che lo scopo ultimo delle manovre inclusive del m5s è quello di ” cancellarlo” come affermato da Calenda. Purtroppo, è l’ intero arco parlamentare ( salvo pochissime eccezioni) che non si riconosce nei valori del movimento. Oppure siamo divenuti tutti papisti e clericali se l’unico che parla di armistizio, di libertà, di uguaglianza e fraternità è rimasto Francesco, mentre gli altri blaterano di armi, di guerra, di successi economici, di soldi, di sterminio, di traffici sul sangue e sui dolori altrui.
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L’alleanza con il PD non è possibile per via delle differenze sui temi. E’ molto probabile che il M5S corra da solo alle prossime elezioni. E’ successo anche nel 2018 e poi è andato al governo. Il PD che vota come la destra non può rappresentare un’alternativa all’attuale maggioranza. E’ il M5S l’unica vera alternativa. Non credo che la Meloni tornerà al governo. Ha tradito le promesse elettorali e l’economia va male.
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Ma non si farebbe prima che invece fossero gli elettori di sinistra, progressisti e pacifisti, ad abbandonare quella macchietta di partito (da Gentiloni a Serracchiani, da Bonaccini a Picierno) chiamato PD e votassero chi realmente sta portando avanti la loro visione di società e di politica?
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Gli elettori del PD non voteranno i 5S
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Non è così. E’ dal 2013 che il M5S sottrae voti al PD. Questo si nota anche nei sondaggi, dove quello che perde il PD lo guadagna il M5S.
https://tg.la7.it/sondaggi/sondaggio-politico-14-aprile-voto-14-04-2025-235612
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Isaia Sales vive tra noi ? Ecco l’esempio di tifoseria irrazionale che porta a dover scegliere per forza tra zuppa e panbagnato senza altre alternative . A parte un’imprecisione storica di non poco conto che ha rimosso rifondazione comunista, con quasi il 9 % di voti ,dall’alleanza che vinse due volte contro Berlusconi , quella non fu una vittoria di cui vantarsi vista con il senno di poi. Fu allora che nacque il governo D’Alema il vittorioso bombardiere di Belgrado. E oggi ? Oggi il PD di serve della sua segreteria come foglia di fico per abbindolare gli stupidi, smemorati , ignoranti , mentre il corpo del partito , come D’Alema persegue il riarmo , la guerra, e non si vergogna neanche un po’ di coprire le mostruosità d’Israele. Poi in campo economico si è distinto per le politiche antisociali renziane ,montiane e draghiane di cui si vanta . Ma allora di cosa stiamo parlando?
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si parla degli elettori. Si parla agli elettori. Che non sono né stupidi, né ignoranti, né smemorati. E per quello, in tanti, hanno votato e votano 5s, Avs, o si astengono, come evidenziano i flussi elettorali. IL PCI alle politiche non superò mai il 30%. Solo alle europee, subito dopo la morte di Berlinguer, e poi Renzi. Ed entrambe le volte fu l inizio di un declino costante. Più evidente a livello locale, con Piombino governata da FdI. Senza Grillo Renzi Letta l alleanza pd 5s avs Bersani avrebbe vinto e Giuseppe Conte sarebbe oggi pdc al posto di Meloni. Chiunque critichi l alleanza penso noti le differenze tra i due scenari. Per i cittadini e per il paese.
chi preferisce la situazione attuale voterà per la sua continuazione, si asterra’ o farà di tutto per ostacolare le alleanze necessarie a dare una possibilità all alternativa. Dall alto della memoria, della conoscenza e di un po di saccenza. Da analista avveduto dell inevitabile.
Quello che fanno i renziani del PD, i loro bla bla, la loro evidente collocazione a dx, o di quello che fanno i democristiani e gli ex craxiani del pd interessa solo a chi li vota o li voterebbe. Non credi siano in tantissimi tra gli elettori pd. Che festeggerebbero in caso di loro uscita dal partito o di non ricandidatura, tirnando in tanti a votare, se avvenisse.Ma che avvenga o meno è cosa che riguarda il pd ed il suo futuro.
credo che il discrimine vero siano le cattive persone. Con loro neanche un caffè. Con le brave persone si può ragionare su tutto. Anche sulle differenze. Perché le brave persone garantiranno la coerenza tra programmi e azione politica.
i politici non sono tutti uguali. È la menzogna più grande che si racconta. E non sono tutti incoerenti rispetto ai programmi. E non hanno tutti la stessa riverenza rispetto al potere, che comunque esiste nella società.
per i vecchietti come me, difficile non andare a Berlinguer e Moro. Brave persone che pensavamo fosse necessario unire il paese per gestire momenti difficilissimi della sua vita. Compromesso storico. Una bestemmia per il potere. Certamente non per gli elettori, per i cittadini che di quelle persone eccezionali si fidavano. Con le dovute proporzioni, il riarmo, la retorica bellicista, il decreto sicurezza, la guerra ai contropoteri democratici in atto forse meritano la preoccupazione di dover trovare una strada di resistenza progressista. Con quelle checriteniamo essere oggi le brave persone. Ognuno le sue. Insieme
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