A proposito di un suo giocatore, non particolarmente sveglio, il grande Vujadin Boskov disse: “Io penso che sua testa buona solo per tenere cappello”. Una definizione che […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – A proposito di un suo giocatore, non particolarmente sveglio, il grande Vujadin Boskov disse: “Io penso che sua testa buona solo per tenere cappello”. Una definizione che si addice ai tanti calciatori beccati con le mani nelle scommesse. Giovanotti che guadagnano cifre enormi ma che finiscono per indebitarsi fino al collo e che gli strozzini trattano come pezze da piedi. (“Paga o ti faccio fare il muratore”). La chiamano ludopatia, come ci spiegano illustri clinici chiamando in causa il vuoto esistenziale dei poverini miliardari. Ma, per caso, non sarà soprattutto coglionaggine (direbbe Boskov)? A differenza dei tanti loro coetanei che eccellono in altri sport, ammirati e rispettati (prendiamo Jannik Sinner o Federica Brignone) i nostri calciatori riescono nella mirabile impresa di rendersi odiosi anche sui campi da gioco. Dove si esibiscono come i teatranti del wrestling quando non appena sfiorati in un normale contrasto di gioco urlano e si rotolano per poi giacere esanimi al suolo. Finché l’arbitro non punisce l’avversario e allora i teatranti resuscitano per incanto e tornano a zompettare come se niente fosse.

Nel derby Lazio-Roma di domenica sera un già modesto spettacolo era continuamente interrotto dalle sceneggiate di entrambe le squadre. Al fischio iniziale, mentre quel genio del romanista Paredes riusciva subito a farsi ammonire per aver messo una mano in faccia al laziale Zaccagni (le cui urla disperate si udivano da casa), quel simpaticone del laziale Guendouzi non dava tregua all’arbitro Sozza inseguendolo per il campo e strillandogli qualsiasi cosa per motivi incomprensibili. È stato così per tutta la cosiddetta partita. Possibile che l’occhiutissimo Var, capace di cogliere fuorigioco millimetrici non riesca a sanzionare questa lampante e ininterrotta catena di vergognose simulazioni che funestano i nostri campionati? Cosa che accade molto di meno in Inghilterra o in Germania, là dove forse esiste un concetto diverso di correttezza sportiva. Si dirà che malgrado tali pagliacciate il pubblico continua a gremire gli stadi e a pagare profumati abbonamenti alle pay tv. Vero. Forse perché anche la testa di noi tifosi serve solo a tenere cappello.