Stop De Luca e Zaia. La Corte: 3 mandati sono incostituzionali. Verdetto. Il presidente campano non può ricandidarsi: impossibile per la Regione aggirare il divieto statale. Lui: “Tesi strampalata, così la legge non è uguale per tutti”

(di Wanda Marra – ilfattoquotidiano.it) – Game over. Vincenzo De Luca non si può ricandidare alla guida della Campania per la terza volta. Ieri la Consulta ha stabilito che è incostituzionale la legge della Regione Campania che consente al presidente della Giunta regionale uscente – che ha già svolto due mandati consecutivi – di candidarsi per un terzo. Il protagonista non c’è andato leggero: “È stata accolta una tesi strampalata, progettata in udienza, che ha fatto inorridire autorevoli costituzionalisti”, ha commentato in una nota a caldo. Chiosando: “Si dovrà cancellare in tutte le sedi giudiziarie del Paese la scritta: la legge è uguale per tutti”. Alla fine, dunque, ha avuto ragione Elly Schlein, che ha dichiarato che non lo avrebbe ricandidato a prescindere dalla sentenza.
Il comunicato della Corte che dà notizia della decisione esclude anche la ricandidatura del presidente del Veneto, Luca Zaia, per quello che sarebbe il quarto mandato. Il quale reagisce parlando di una sentenza che riguarda la Campania e che il principio che stabilisce si può applicare solo alle Regioni che hanno adottato una legge elettorale (cosa che il Veneto non ha fatto). Non si arrende. Ma se anche dovesse cedere, non è detto che le porte della Regione si aprano a un candidato di FdI, come vorrebbe Giorgia Meloni: ieri il capogruppo del Carroccio a Montecitorio, Riccardo Molinari, ha ribadito che la Lega vuole tenere il Veneto.
L’articolo 1 della legge della Campania 16 del 2024, voluta da De Luca a novembre, stabiliva che il computo dei mandati decorresse da quel momento, dunque dal recepimento della legge nazionale. Scrive la Corte nel comunicato: “Il legislatore campano ha reso inapplicabile, per la prossima tornata elettorale, il principio fondamentale del divieto del terzo mandato consecutivo posto dal legislatore statale con la legge n. 165 del 2004, così violando l’articolo 122, primo comma, della Costituzione, che attribuisce al legislatore regionale il compito di disciplinare, tra l’altro, le ipotesi di ineleggibilità del Presidente della Giunta regionale nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica”. La Presidenza del Consiglio aveva fatto ricorso a inizio gennaio, dopo lunga riflessione di Meloni, tentata dal favorire la divisione dell’opposizione, come sarebbe stato con De Luca ricandidabile.
Ieri, dopo la relazione di Giovanni Pitruzzella dalle 11 e per due ore si sono confrontati gli avvocati dello Stato, Ruggero Di Martino ed Eugenio De Bonis, che hanno spinto sull’autoapplicabilità della legge nazionale. Gli avvocati della Regione, Giandomenico Falcon, Marcello Cecchetti e Aristide Police, viceversa, hanno insistito sul fatto che la legge nazionale dovesse essere recepita per essere valida. Richiamando anche i precedenti di Piemonte e Veneto, dove il governo non aveva impugnato. Forse anche per questa incongruenza (Zaia e Alberto Cirio in Piemonte sono di centrodestra) gli avvocati dello Stato sono sembrati poco incisivi.
Dopo 4 ore di discussione è arrivata una sentenza storica, che ha anche l’intento di stabilizzare il sistema. “Il divieto del terzo mandato consecutivo opera per tutte le Regioni ordinarie, dal momento in cui esse hanno adottato una qualsiasi legge in materia elettorale, nel contesto di una scelta statutaria a favore dell’elezione diretta del presidente della Regione”. Non vale, almeno per ora, per il Trentino (Regione a Statuto speciale) che proprio ieri ha adottato una legge sul terzo mandato per consentire a Fugatti di correre. Il limite dei mandati, è il messaggio, vale per tutte le cariche di elezione diretta (anche in vista del premierato).
Per il Pd è stato Antonio Misiani, commissario in Campania, a chiarire che serve “una coalizione progressista che unisca tutte le forze politiche e civiche alternative alla destra”. Ora parte la trattativa per tenere dentro anche una lista che faccia capo a De Luca stesso.
“Ora parte la trattativa per tenere dentro anche una lista che faccia capo a De Luca stesso”.
E così sarà.
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Zaia vai a vendere salami e prosecco a chi ti crede! Diventerai tanto ricco!
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Non verseremo lacrime per questa sentenza anche se resta inspiegabile come sia stato possibile che in altre regioni il terzo mandato sia stato sopportato. In realtà il problema si è posto proprio perché lo stato unitario ha ceduto alle regioni poteri che non doveva cedere.
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La spiegazione del come sia stato possibile essere eletti per 3 mandati è semplice.
La legge che poneva il limite ai due mandati prevedeva che le regioni la recepissero.
Questo recepimento è stato fatto a macchia di leopardo; alcune regioni hanno recepito la legge, altre no.
Così abbiamo avuto presidenti di regione (odio chiamarli governatori; siamo in Italia non in USA) eletti per 3 volte; Zaia , Formigoni.
De Luca, contando sull’autonomia regionale si è fatto la legge ad petsonam, la corte costituzionale l’ha bocciata, da cui il risultato.
Paradossalmente se De Luca, anziché farsi la legge regionale avesse continuato a ignorare (non recepire) la legge nazionale, avrebbe avuto maggiori possibilità di farsi un terzo mandato.
Invece niente, ha fottuto se stesso e di riflesso gli altri visto l’intervento della corte.
Vedremo cosa dirà Crozza
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