
(di Thomas Mackinson – ilfattoquotidiano.it) – Viaggia più lento di un treno locale ma costa tremila volte di più. Però, vuoi mettere? Forse è il sogno proibito – o forse l’incubo – del passeggero qualunque, quello che deve prendere il locale per Orte, ma alla Stazione Ostiense di Roma, fatalmente, sbaglia binario e si ritrova a bordo dell’ultimo “Orient Express”, il treno di “alta gamma” che costa quanto un’utilitaria e viaggia più lento, al ritmo di una “crociera ferroviaria” per un safari di lusso, magari a caccia del “sabotatore perduto” di Salvini.
Il primo dubbio viene dal pianoforte a coda in mezzo al vagone, appena dopo il bar coi cestelli per lo champagne e i tovaglioli ricamati “La Dolce Vita”, che è il nome del treno, ma non esattamente quella di un pendolare della Tirrenica. Allora il passeggero qualunque si agita un pochino e, temendo il peggio, chiama un call center che come gli altri non risponde, ma una voce automatica promette di farlo parlare col suo “consulente di viaggio”. L’incauto passeggero scopre di essere seduto sull’ultimo treno di lusso che gira per l’Italia. Non gongola manco un po’ quando viene a sapere che la seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa, e la ministra Daniela Santanchè il giorno prima erano venuti a inaugurare di persona le sei carrozze extra lusso. Oltre ai treni partivano anche i dazi, ma Santanchè parla di “eccellenza tutta italiana”, in realtà nata dalla collaborazione tra Arsenale Group e la francese Orient Express, con il supporto del Gruppo Ansaldo, Fondazione Fs e Treni Turistici Italiani. “Un prodotto che va incontro alle esigenze dei turisti” dice. L’incauto passeggero è proprio sul viaggio inaugurale che da Roma va a Montalcino solcando vigneti nel cuore della campagna toscana con fermata nelle cantine del famoso Brunello (530 euro a testa); altri percorsi attraverseranno 14 regioni con “otto itinerari esclusivi” e tante destinazioni “iconiche”, su su fino a Venezia e Portofino, e poi giù giù fino a Palermo. L’intruso per caso è sempre più preoccupato: bella la carrozza ristorante, col menu di “alta cucina” dello chef Heinz Beck, tre stelle Michelin. Ma quanto costa un panino? E quanto costa il superlusso?
Il biglietto si fa sul sito http://www.orient-express.com. Il giro Roma-Montalcino-Roma “parte” da 4.700 euro a passeggero. Cliccando su “prenota ora”, però, il prezzo schizza automaticamente a 7.072 per la cabina “deluxe” e 9.112 per la “suite”, entrambe a “uso singolo”. Perché le cabine singole non esistono, sono tutte doppie. Insomma, nessuno pagherà mai solo i 4.700 euro indicati. Sarebbe uno specchietto per le allodole, ma la scritta dice che è il prezzo per “rilassarsi e godersi un viaggio meraviglioso”. E poteva andare peggio. L’itinerario più caro, alle tariffe odierne, è quello che da Roma porta a Palermo, passando anche per Maratea e Taormina: si può partire il 13 luglio alle 10 e tornare il 15 viaggiando in cabina “suite” per 23.360 euro. Attenzione però, il ritorno non è compreso, il treno ti scarica a Palermo. Tocca tornare indietro a proprie spese. L’alternativa è prendere l’Intercity Notte N. 1959 che ci mette da 10 a 13 ore con tre cambi e costa 97,70 euro. A migliorare la rete ferroviaria utile a tanti pendolari non ci pensa nessuno. Gli investitori esteri rendono “deluxe” quelle per pochi. E le autorità italiane salgono in carrozza per la foto di rito.
Sarebbe interessante conoscere l’entità dell’impegno economico dello stato in questa sfarzosa iniziativa. Il trasporto pubblico è un servizio che bisogna garantire a tutti, un viaggio lussureggiante no. Sarebbe anche utile sapere se l’ingresso di questi nuovi e inutili treni comporteranno degli ulteriori inconvenienti alla normale e già dannata circolazione ferroviaria o se è previsto un supplementare forte pedaggio per l’uso della strada ferrata.
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Evidentemente il nostro governo non ha più nessuna remora nel dichiararsi a favore dei ricchi e facoltosi turisti che, al pari dei tedeschi a Rimini negli anni 70, sono gli unici che possono venire in Italia e fare quel caxxo che gli pare!
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Dall’ex socia del Twiga che ci si può aspettare?
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Poi qualcuno si domanda come hanno fatto Visibilia e le altre a fallire.
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Speravo che la Santanché si fosse messa SOTTO al treno, in tal caso un viaggetto me lo prenoterei volentieri.
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