
(ilfattoquotidiano.it) – Come annunciato da settimane è arrivato il giorno dei dazi. La guerra commerciale di Donald Trump al resto del mondo – sono 60 circa quelli coinvolti – viene dichiarata dal Giardino delle Rose della Casa Bianca. “Oggi è il giorno della Liberazione. L’America sarà grande di nuovo” proclama il tycoon che nei giorni scorsi aveva dichiarato in una intervista che non gli importava se il prezzo delle auto sarebbe aumentato. E così ecco che il 25% si abbatte proprio sul settore automobilistico. L’inquilino della Casa Bianca, nei vari interventi, aveva lasciato intendere che le tariffe secondarie potrebbero colpire 1.000 miliardi di dollari di scambi commerciali. Quello che appariva sicuro è che i dazi sulle auto saranno “permanenti”, aveva spiegato Trump in un’intervista telefonica a Nbc, durante la quale non aveva escluso di poter cercare un terzo mandato. Ma poi il presidente lancia i numeri: 34% alla Cina, il 20% all’Unione europea, la metà al Regno Unito con il 10%. E poi 25% sulla Corea del Sud, del 24% sul Giappone e del 32% su Taiwan. Per Israele le tariffe saranno del 17%, per il Brasile al 10% che è la tariffa base. “Se volete dazi zero, venite e produrre in America“, ha aggiunto Trump ribadendo un mantra che gli è caro da mesi, da quando – subito dopo la sua elezione – è intervenuto a Davos.
La reciprocità annunciata nell’imposizione dei dazi ai partner commerciali degli Stati Uniti è al 50% del valore stimato da Washington dell’imposizione tariffaria di ciascun Paese nei confronti dei prodotti made in Usa. Trump – che ha lanciato il suo cappellino agli operai del settore auto presenti – ha chiesto ai leader stranieri di mettere fine alle loro tariffe, di lasciar cadere le barriere commerciali e non e di non manipolare le loro valute. Davanti ai suoi e a molti lavoratori dell’industria dell’auto e dell’acciaio, il presidente con un sorriso di soddisfazione ha ribadito la svolta economica con cui “rimettiamo l’America First” e rendiamo l’America di nuovo ricca. “Make America Wealthy Again, è il giorno in cui reclamiamo il nostro futuro, uno dei più importanti della storia”. L’annuncio di Trump ha indebolito il dollaro e i titoli di stato americani, con un conseguente rialzo dei rendimenti che per il treasury decennale hanno viaggiato ai massimi di seduta al 4,231%. Subito dopo l’annuncio la moneta Usa ha perso l’1% rispetto all’euro in una giornata in cui le Borse sono state pesantemente condizionate dall’attesa dell’annuncio. Subito dopo S&P 500 segnava – 1,9% e il Nasdaq – 2,7%.
“Il nostro Paese è stato saccheggiato, violentato, depredato” da altre nazioni. “I contribuenti sono stati fregati per più di 50 anni – ha detto Trump – Ma non succederà più”. Il presidente ha promesso che i posti di lavoro nelle fabbriche torneranno negli Stati Uniti grazie alle tasse, ma le sue politiche rischiano di provocare un improvviso rallentamento dell’economia, poiché i consumatori e le imprese potrebbero subire forti aumenti dei prezzi di auto, vestiti e altri beni. Trump ha anche imposto tariffe sui Paesi che importano petrolio dal Venezuela e ha in programma tasse d’importazione separate su farmaci, legname, rame e chip per computer. Nessuno dei segnali d’allarme sul crollo del mercato azionario o sul sentimento dei consumatori ha indotto l’amministrazione a rivedere pubblicamente la propria strategia.
L’ordine esecutivo firmato dal presidente americano prevede una clausola che gli consente di rispondere a qualsiasi tipo di ritorsione. “Risponderà”, hanno assicurato senza esitazione alcuni funzionari dell’amministrazione Trump ribadendo l’urgenza all’interno dell’amministrazione per affrontare una situazione divenuta ormai insostenibile. Il piano “apre una nuova era” per gli States, hanno aggiunto celebrando il “giorno della liberazione” americana dalle pratiche sleali di cui il paese è stato vittima per decenni. I dazi sono la “regola d’oro per la nuova età dell’oro americana”, hanno sottolineato ancora nel corso di una conference call. Gli Stati Uniti non intendono “negoziare” con gli altri Paesi dopo l’annuncio sui dazi fatto oggi da Donald Trump. “È un’emergenza nazionale”.
Gli importatori – come riporta Associated press – probabilmente scaricheranno parte del costo delle tasse sui consumatori. Il Budget Lab dell’Università di Yale stima che una tariffa universale del 20% costerebbe alle famiglie medie dai 3.400 ai 4.200 dollari in più. La premessa dell’amministrazione repubblicana è che i produttori aumenteranno rapidamente la produzione nazionale e creeranno posti di lavoro in fabbrica. Sulla base della possibilità di un’ampia tariffa del 20%, ventilata da alcuni collaboratori della Casa Bianca, la maggior parte delle analisi vede un’economia offuscata dall’aumento dei prezzi e dalla stagnazione.
Leggiam che ha dato i numeri stasera/
il presidente degli Stati uniti/
parlando avanti alla nazione intera./
I numeri, sì sì, ci siam capiti:/
il 17, il 34, il 20…/
evviva! siamo sempre più contenti|/
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Hanno fatto male i calcoli: i prezzi cresceranno anche per la produzione interna, giacché i produttori di auto e altri prodotti si allineeranno con i maggiori dazi per fare maggior guadagni. Senza contare l’aumento dei generi alimentari di importazione che impoverirà il ceto medio-basso americano mentre i miliardari continueranno a consumare prodotti doc europei e italiani pagandoli il 20% in più ma anche il 30, il 40 il 50. Che je frega? So’ mica miliardari per finta.
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Non è così scontato che i prezzo saliranno anche per ragioni interne; dipende da quanto è rigida la domanda di beni.
Nel caso delle automobili ad esempio i produttori sanno che se aumentano troppo i prezzi c’è la possibilità che il consumatore decida di tenersi la sua vecchia auto invece di comprarne una nuova.
Ben diversi potrebbe essere il caso, ad esempio, di un farmaco importante; in quel caso la domanda è rigida non c’è modo di adottare strategie che lo sostituiscano; in tal caso se un produttore americano aumenta i prezzi in funzione del fatto che il farmaco equivalente d’importazione risulta più caro, allora, in questo caso potresti avere ragione.
Tutto dipende dalla rigidità della domanda di un bene.
Lasciami aggiungere: se io Trump metto i dazi sulle auto di importazion per favorire le imprese nazionali; che senso ha che il produttore nazionale alzi i prezzi delle sue auto in funzione dei dazi; si darà sa solo la zappa sui piedi., vanifica il lavoro di Trump Non ti pare?
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“Il nostro Paese è stato saccheggiato, violentato, depredato” da altre nazioni. “
La BARZELLETTA DEL SECOLO.
Gli USA, predoni e manipolatori ovunque nel mondo, che si lamentano dei saccheggi da parte di altri?
L’unico ‘altro’ di cui si dovrebbero preoccupare sono quelli della lobby zionista, ma con la maggior parte dei parlamentari eletti grazie ai generosi contributi dell’AIPAC e simili, stranamente lì non vola una foglia.
Il problema è il parmigiano e le automobili grrren, capito?
SE l’Europa volesse salvarsi, DEVE rispondere a muso duro a questo bullo.
Non può essere che gli USA si mettano a minacciare tutto il resto del mondo, mandateli affanc… loro e i loro amici sionisti.
Ma gli europei sono preoccupati da… Putin! E’ la Russia il nemico contro cui riarmarsi, no?
Poi compriamo armi americane, che se per caso volessimo usarle contro gli USA c’é caso che si spengono automaticamente!
Ma come abbiamo fatto a rotolare così in BASSO in appena 5 anni dalla pandemia?
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siamo un paese di vecchi rincoglioniti e spaventati, fra poco non ci saranno più i vecchi e rimarranno una marea di stranieri e 4 italiani smidollati e impoveriti.
mala tempora currunt, my friend
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Trump è obbligato a fare quel che fa con grande coraggio e rischiando la vita ( lo abbiamo visto tutti). Gli USA sono un Paese del terzo Mondo, indebitato fino agli occhi e con la sua moneta che vale ben poco. Non ripeterò le prove che ho già postato. Sono armati fino ai denti ma non sono più portatori di ideali e di speranze a livello mondiale almeno dal 1975 quando persero in Vietnam. Fu quello lo spartiacque. Chi è vecchio come me ha potuto osservare la modifica dello stile di vita in questi 50 anni. Dopo il crollo dell’URSS nel 1991 sperammo tutti che si aprisse una nuova era di benessere allargato: vinsero invece mafiosi, corrotti e corruttori, speculatori finanziari, la Spectre. Però, “le porte dell’inferno non prevarranno”
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Con queste politiche folli, l’America si prepara ad una stagnazione.
La stagnazione è un rallentamento dell’economia con arresto della crescita, in cui si abbassa il PIL, la produttività e gli investimenti ristagnano, mentre sale la disoccupazione. Tutto il contrario di quello che promette Trump.
Insomma la politica economica di Trump è esattamente l’opposto di quella che il Presidente illuminato Roosevelt applicò agli Stati uniti dopo la grande depressione del ’29, investendo nell’ammodernamento di tutto il Paese e non agendo solo nel settore delle armi e dei dazi.
Roosevelt con il New Deal (nuovo patto) sotto la guida dell’economista Keynes applicò al Paese un insieme di programmi economici, riforme sociali e progetti di lavori pubblici che impressero un forte impulso all’intera economia, crendo nuovi posti di lavoro, stabilizzando il sistema finanziario con la distinzione tra banche di credito e banche di investimento, tutelando i poveri e i lavoratori, migliorando lo stato sociale, tutto quello che è l’esatto contrario delle politiche di austerità dettate dalla BCE per l’Unione e europea e molto lontano dagli attuali intenti guerreschi di Trump.
Roosevelt programmò grandi opere pubbliche per elettrificazione e controllo delle inondazioni, recupero del territorio, lavori pubblici, strade, ponti, scuole, provvedimenti di previdenza sociale, pensioni e sussidi di disoccupazione, diritti sindacali e contrattazione collettiva.
Per fare tutto questo gli Stati uniti fecero un enorme debito ma era debito “buono”, produttivo di ricchezza e di benessere, mentre la guerra dei dazi e la politica delle armi, secondo tutti gli economisti, non produrranno che perdite in tutti i campi.
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Saresti così gentile da spiegarmi la differenza tra stagnazione e recessione?
Sul resto evito di fare commenti se deciderai di rispondermi ti chiedo se quello che hai scritto è per ignoranza o malafede
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Beh, non ci rimane che tifare Trump.
Almeno è la volta bbbona che gli USA si autodistruggono e diventano un possedimento cinese.
Make the America a Colony Again (MACA) 😀
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