Forse quelle parole sono più un contributo alla biografia di Giovanni Donzelli che non un insulto al cronista del Fatto

(Beppe Giulietti – ilfattoquotidiano.it) – “Non parlo se non esce dalla sala questo pezzo di m…” parole del deputato ‘fratellino’, Giovanni Donzelli. Già questa sarebbe una medaglia al valor civile per il giornalista del Fatto, Giacomo Salvini. Forse quelle parole sono più un contributo alla biografia di Donzelli che non un insulto al cronista.
Per comprendere la gravità dell’insulto bisogna leggere e rileggere Fratelli di chat, scritto proprio da Salvini, che svela la matrice neofascista di questi camerati che, protetti dalla chat, davano sfogo alle loro peggiori pulsioni, insultando e minacciando avversari, alleati, e naturalmente i cronisti.
Le pagine dedicate a Roberto Saviano, Paolo Berizzi, Corrado Formigli, Report e non solo, sono impressionanti, rivelano chi, come e perché hanno progettato e progettano trame contro la Costituzione e la libertà di informazione. Per questo odiano Giacomo Salvini e chiunque osi svelare e contrastare i loro piani.
Sbaglia, anche tra i giornalisti, chi ancora se la ride e alza le spalle: presto scopriranno che questi attacchi riguardano anche loro, ma sarà troppo tardi.
Un detto siciliano recita: ” U putiaru chinnu chi avi abbannia” ( il bottegaio strilla propagandando la sua merce). Il soggetto in questione vomita quello che è in suo possesso….
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Non potrei essere piú d’accordo.
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Fa piacere constatare che gli altri cronisti dopo una plateale protesta di rito hanno accettato di far uscire un loro collega (e con lui una grossa fetta di democrazia) per proseguire l’intervista.
L’informazione italiota è pessima e, senza dubbio, fotografa a quali mini personaggi è affidata salvo poche eccezioni.
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