A decidere sulla richiesta sarà la gup Tiziana Gueli. Un ulteriore rinvio nel procedimento potrebbe arrivare dall’assegnazione a un altro giudice, su cui deve decidere il presidente del tribunale

(di Rosario Di Raimondo – repubblica.it) – Come in un gioco dell’oca, si è ancora (quasi) alla casella di partenza. “L’udienza preliminare di fatto non è ancora iniziata”, spiegano gli addetti ai lavori. Ci vorrà insomma ancora del tempo – per i più ottimisti, la decisione arriverà comunque entro l’estate – per capire se la ministra del Turismo Daniele Santanchè, già a processo per i presunti falsi in bilancio in Visibilia, verrà rinviata a giudizio anche per l’altrettanto presunta “truffa Covid” ai danni dell’Inps, accusa spinosa nel curriculum giudiziario dell’esponente di Fratelli d’Italia, che potrebbe influire nella sua permanenza nel governo Meloni.
Cambiano gli avvocati: cosa succede adesso
Domani, 26 aprile, alle 11, davanti alla giudice per l’udienza preliminare Tiziana Gueli, i legali della ministra presenteranno un’istanza. L’avvocato Salvatore Sanzo, infatti, esce dal collegio difensivo penale (resta nel civile) e al suo posto subentra il collega Salvatore Pino, che proseguirà in tandem con lo storico difensore Nicolò Pelanda. Quest’ultimo, per via di altri impegni, domani non ci sarà. Pino chiederà dunque un rinvio dell’udienza per poter studiare le carte del processo. I pm titolari dell’indagine, Marina Gravina e Luigi Luzi, leggeranno l’istanza e sceglieranno se opporsi o meno. La giudice, a sua volta, deciderà se disporre il rinvio: al momento è l’ipotesi più probabile, se non altro come fatto di “cortesia”, come avviene in questi casi.
L’udienza deve ancora iniziare
Domani l’udienza preliminare non sarebbe “finita”. Nel senso che la giudice non avrebbe già deciso su un eventuale rinvio a giudizio per Santanchè (o su un suo proscioglimento). Di fatto, l’udienza deve ancora iniziare. Finora, infatti, si è discusso soltanto di “questioni preliminari”. La più lunga, quella che ha fatto perdere più tempo, è stata la richiesta della difesa Santanchè di spostare il processo a Roma. Istanza già bocciata dalla Cassazione. Domani, dunque, si sarebbero dovute vagliare ulteriori eventuali questioni preliminari per poi passare all’udienza vera e propria. Cioè: i pm avrebbero riepilogato le accuse e i motivi che spingono la procura a chiedere il processo; le difese avrebbero insistito con le loro argomentazioni di segno opposto.
Le prossime tappe: “Decisione entro l’estate”
La giudice Gueli, tra l’altro, a fine mese passerà ad altro incarico dunque è possibile che il procedimento passi a un altro giudice. Che potrà finalmente iniziare con l’udienza vera e propria: non si riparte da zero, perché le questioni preliminari già discusse (come il nodo del trasferimento a Roma) saranno già date per assodate. Oltre a domani, serviranno almeno un altro paio di udienze per arrivare alla decisione. Fonti giudiziarie spiegano che verosimilmente questa fase sarà chiusa entro pochi mesi, comunque non dopo l’estate, nell’ottica della “ragionevole durata” del processo e di una concentrazione delle risorse. Significherebbe una (piccola) boccata d’ossigeno in più per la ministra. A meno che dal coniglio non spuntino altre mosse.
Il nodo dell’applicazione della giudice
Nessun problema pare che ci sia in relazione alla posizione della giudice che dovrebbe restare applicata per concludere l’udienza preliminare con la decisione, anche se intanto è passata ad altro incarico in Tribunale ed è stata prorogata all’ufficio gip ma fino al 31 marzo. Anche la gup Anna Magelli restò applicata nell’udienza preliminare del procedimento sul falso in bilancio a carico della ministra del Turismo e di altri imputati fino alla decisione sui rinvii a giudizio. Per la senatrice di FdI quel processo inizierà il 15 aprile davanti alla seconda penale di Milano.
Le accuse
Secondo i pm, la senatrice di FdI, il compagno Dimitri Kunz e Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria – società del gruppo fondato dalla ministra, dal quale è uscita nel 2022, e anche esse imputate – sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto “indebitamente” la cassa integrazione in deroga “a sostegno delle imprese colpite dagli effetti” della pandemia Covid per 13 dipendenti per oltre 126mila euro. A Santanchè, così come agli altri due, viene imputato dai pm di aver “dichiarato falsamente” che quei dipendenti fossero in cassa “a zero ore”, mentre svolgevano le “proprie mansioni” in “smart working”. Visibilia Editore ha già chiesto di patteggiare e le due società del gruppo hanno già risarcito l’Inps.
Bignami (FdI) su Santanchè: “Se rinviata a giudizio lascerà”. Ma lei non molla e prende tempo
Potrebbe slittare l’udienza di domani sulla vicenda Inps-Visibilia. La ministra del Turismo cambia avvocato. Tensioni dentro il partito della premier

(di Antonio Fraschilla – repubblica.it) – In casa Fratelli d’Italia la linea su Daniela Santanchè traballa. E non mancano le tensioni interne. Cosi la ministra cerca in ogni modo di prendere tempo con tutti gli escamotage possibili per allontanare la data dell’eventuale rinvio a giudizio per truffa all’Inps sulla vicenda Covid. Ultima trovata il cambio di avvocato alla vigilia dell’udienza preliminare.
Ma il tema resta politico e in casa FdI non mancano le tensioni. Dalla corrente turistica, in parte azzoppata con il passo indietro del vice capogruppo alla Camera Manlio Messina, continua il pressing per convincere la premier Giorgia Meloni a non fare arrivare alcuna richiesta di dimissioni alla ministra in caso di rinvio a giudizio per la truffa all’Inps sulla cassa integrazione Covid. Domani si terrà l’udienza del gup sulla richiesta di rinvio a giudizio – che però potrebbe slittare – presentata dalla procura sulla vicenda Inps – Visibilia. La ministra è già rinviata a giudizio per falso in bilancio sempre per la gestione della sua ex azienda editoriale. Ma al di là di come andrà l’udienza, e se già domani o nelle prossime settimane arriverà un eventuale rinvio a giudizio, da questa ala dei meloniani fanno notare come il clima attorno a questa vicenda in Fratelli d’Italia e nel cerchio magico di Meloni sia del tutto cambiato rispetto allo scorso anno. Non è un mistero che già dopo i primi avvisi di garanzia a Santanchè, Meloni e anche la stessa ministra avessero aperto alle ipotesi dimissioni in caso di rinvio a giudizio, soprattutto per reati come la truffa a un ente di Stato. Ma nel frattempo c’è stata la condanna a otto mesi del sottosegretario Andrea Delmastro per rivelazione di segreto sulla vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito e, inoltre, gli avvisi di garanzia alla premier, al sottosegretario Alfredo Mantovano e ai ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi per la liberazione di Almasri, il generale libico accusato dalla Corte penale internazionale di torture e altri reati. E, ancora, c’è stato anche il secondo voto di fiducia in Parlamento alla ministra. Da FdI, un esponente di peso conferma: “Al momento non si parla più di dimissioni della ministra e di eventuali sostituti, e non solo per il clima cambiato nei rapporti magistratura-governo. Ma anche perché Santanchè ha ricevuto apprezzamenti dagli alleati, a partire dai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, e non c’è una sola categoria del comparto turismo che l’abbia criticata apertamente per il suo operato”.
Non la pensa allo stesso modo l’ala più dura, e meno legata al turismo e alla corrente milanese che fa capo ai La Russa, Ignazio e il fratello Romano. Stamani il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami ha fatto una uscita molto netta: “Non so se è confermata l’udienza domani, ma cambia poco. Noi riteniamo – come ha detto il ministro stesso quando è venuta in Aula – che nel momento in cui ci dovesse essere un rinvio si arriverebbe ad una presa d’atto della necessità di rilasciare l’incarico non perché stia governando male il turismo – dove anzi abbiamo dati assolutamente premianti – ma per garantire a lei la possibilità di difendersi nel modo più sereno possibile”, dice Bignami a SkyTg24. In questo scenario, comunque incerto e con il suo partito apertamente diviso, Santanchè cerca di prendere tempo.
Nel suo collegio difensivo entra l’avvocato Salvatore Pino, sostituendo il legale Salvatore Sanzo, e affianca il difensore Nicolò Pelanda. Proprio Salvatore Pino ha preannunciato al giudice una richiesta di “termini a difesa” per studiare il procedimento sulla truffa aggravata ai danni dell’Inps, con udienza fissata per domani. Una istanza su cui dovrà decidere la gup Tiziana Gueli.
E poi si lamentano che i processi durano anni…. e te credo ! Fai di tutto per allungare il brodo
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Non ssi tratta di una manovra dilatoria, dice il nuovo avvocato dopo che è stato deciso il rinvio di due soli mesi. Il tempo necessario per trovare motivazioni per un ulteriore rinvio.
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La “Santa” nche’ ne sa una più del diavolo
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