
(AGI) – “Ci si chiede di riconoscere lo stato di cattività imposto dal regime fascista agli estensori del manifesto di Ventotene del quale la presidente Meloni ha citato un passaggio perlomeno discutibile, non secondo i canoni di un regime ma secondo i canoni delle nostre democrazie liberali. Ecco chi puo’ negare questo stato di cattivita’ all’interno del quale e’ stato concepito il manifesto di Ventotene? Non certo noi, non saremo noi a farlo.
Ma io vi chiedo chi puo’ negare per contro che fra i maestri censori insorti contro Giorgia Meloni si annida una minoritaria ma rumorosa progenie di quei vetero comunisti transitati a suo tempo dall’ottusa militanza per l’Unione sovietica alla ottusa militanza per la peggiore Unione europea”.
Lo ha detto il ministro della Cultura, Alessandro Giuli intervenendo all’iniziativa “L’eredita’ di San Benedetto nei valori del conservatorismo europeo”, promossa a Subiaco dai Conservatori europei.
“Dall’Unione sovietica all’Unione europea, senza nemmeno una piccola sosta nei confini italiani? Proprio loro insorgono? I vecchi nemici giurati dell’interesse nazionale? Ma nemici giurati – rimarca il ministro – perfino di quel socialismo tricolore riformista che brillo’ come una cometa sul finire della prima Repubblica di cui loro sono stati feroci avversori”.
RISPOSTA DI MIRELLA SERRI

Gli estensori del manifesto di Ventotene elaborarono questo documento veramente visionario mentre erano stati privati della libertà da un regime tirannico – e la storia del fascismo sia il ministro Giuli che la premier Meloni la dovrebbero conoscere bene – che era arrivato al potere tramite un colpo di Stato (la marcia su Roma).
Questi antifascisti come potevano pensare di cambiare la situazione politica di una dittatura se non attraverso un rovesciamento violento del despota? In Germania, per esempio, a luglio del 1944 lo avevano capito e fecero un attentato a Hitler non i comunisti ma i militari e gli aristocratici conservatori e sappiamo come andò a finire (furono impiccati il giorno dopo).
I prigionieri antifascisti Rossi e Spinelli non coltivavano sogni eversivi da comunisti filosovietici: il primo era liberale, allievo di Luigi Einaudi, e il secondo contestò lo stalinismo pagando duramente il suo dissenso. Entrambi nel dopoguerra sostennero il federalismo dalle colonne del “Mondo” di Mario Pannunzio, dove scrivevano, oltre a Eugenio Scalfari, liberali come Panfilo Gentile, Thomas Mann, George Orwell e c’era pure Indro Montanelli, Benedetto Croce e Gaetano Salvemini (comunisti pure loro? Mah!).
Chi sarebbero i vetero comunisti che, secondo il ministro Giuli, oggi militano “per la peggiore Unione europea”? Forse coloro che non si accontentano di un’unione doganale? Forse coloro che non vogliono chinare la testa di fronte all’aggressione dell’Ucraina? Forse coloro i quali ritengono che l’“interesse nazionale” sia quello delle piccole patrie dagli invalicabili confini? In realtà contro l’Unione europea stanno marciando gli ammiratori della neo-Unione sovietica di marca putiniana, una parte sostanziosa della nostra moderna destra e non solo i seguaci del Salvini della Piazza Rossa.
Eccone n’artro…..siamo di nuovo qui con la progenie fascista a giocare ai fassisti contro gli antifassisti.
”….lla ottusa militanza per la peggiore Unione europea” dissero quelli che non si sono MAI opposti durante il loro governo alla linea dettata dalla UE….bah, finché c’è gente che si beve ogni minchiata che dichiarano, loro se la spassano alla grandissima.
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Ogni volta che parla Giuli dimostra di essere inadeguato e incompetente. Ringraziamo la fucina del Foglio (mantenuto da noi) per questo ennesimo regalo
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