Piena – Circa trentamila persone rispondono alla chiamata della firma di “Repubblica”. Tregua nei dem, assenti i 5 Stelle

(Di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – L’eurodeputato che per vincere nelle Marche dovrà tenere assieme tutto il centrosinistra si chiama Matteo Ricci, indossa jeans e guardando la distesa di stendardi blu e bandiere della pace lo dice come in un soliloquio: “Questa piazza è un campo largo largo, e meno male. Però Giuseppe Conte ha sbagliato a non venire”. Invece il sindaco che vorrebbe fare da mastice in Campania di nome fa Clemente Mastella, indossa un gessato blu di quelli che si notano e ha la brutalità di chi i voti li conta uno a uno, da sempre: “Bella piazza, però dobbiamo ricordarci che non si vincono le elezioni solo puntando su artisti e intellettuali, si ricordi cosa è appena successo in America…”. Letture diverse ma conciliabili della manifestazione per l’Europa in piazza del Popolo a Roma ideata dal giornalista di Repubblica Michele Serra e organizzata con i sindaci del Pd, che in un sabato uggioso mette assieme circa 30mila persone, composte e unitarie.
Donne e uomini dall’età media alta, borghesia che s’informa e ancora s’indigna. Gente che a occhio detesta Donald Trump come Vladimir Putin e che vuole un’Europa unita e pacifica, e infatti le bandiere pacifiste se la battono per numero con i simboli della Ue. Nell’attesa, si accontenterebbe di un centrosinistra se non coeso almeno ordinato, quel che basta per battere le destre. Sono elettori del Pd, che accolgono la Elly Schlein sotto assedio da metà partito come una beniamina. “Non mollare” è l’invito più diffuso nella calca. Ma c’è chi è più prosaico verso i suoi nemici interni – “mandali a fare in culo” – mentre la segretaria dem in giacca blu elettrica (a richiamare la bandiera europea) firma copie del manifesto di Ventotene. “Oggi non è il giorno delle polemiche, godiamoci questa bellissima piazza” svicola la leader.
Attorno a lei , anime del fu campo largo, che su pace e guerra hanno idee opposte tra loro. Dall’iper-atlantista Carlo Calenda, assieme un gruppo di cittadini ucraini e georgiani, a diversi renziani (Maria Elena Boschi, Roberto Giachetti e Raffaella Paita), fino a Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra, che pure sono contrarissimi a quel piano per il riarmo di Von der Leyen su cui i dem sono quasi esplosi. “Ma io ho fatto tutta la piazza a piedi e ho trovato solo calore” giura Fratoianni. Ci sono anche i segretari di Cgil e Uil, Maurizio Landini – “l’Europa va basata sul lavoro, il riarmo è un grave errore” – e Pierpaolo Bombardieri. Manca invece Giuseppe Conte, che con i 5Stelle è concentrato sulla sua piazza del 5 aprile.

Uno sbaglio, dicono in tanti: da Ricci, probabilissimo candidato nelle Marche in autunno, a varie voci ufficiose dagli altri partiti. “Questa piazza è testardamente unitaria come Elly, e l’avrebbe accolto bene” assicurano i dem. Nel frattempo nel Pd si guardano tra loro con sorrisi tirati. I riformisti sono pochissimi. Però si manifesta l’avversario numero uno, Paolo Gentiloni. Prima della piazza, lui e Schlein si incrociano al convegno di Rigenerazione democratica, associazione che fa riferimento a Paola De Micheli. Breve e cortese chiacchierata. Ma dal palco l’ex commissario europeo ripete: “È più facile dire compriamo aratri e non spade, ma per difendere il modello europeo non possiamo più chiedere aiuto a qualcuno di fuori”.
In piazza si mescola ai circa 300 sindaci, tra cui un Giuseppe Sala in maglioncino blu e sguardo serissimo. Si intravede anche Dario Franceschini, mentre si palesano anche i due che si dettero il cambio alla guida del Pd, Achille Occhetto e Massimo D’Alema. Ma è una piazza pre-congressuale? L’eurodeputato Sandro Ruotolo, vicino a Schlein, ribatte: “Ma no, questa è una manifestazione che guarda più in alto, contro le destre e contro la visione di Trump”. Lei, la segretaria, si fa un altro bagno di folla assieme al sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che si è caricato gran parte dell’organizzazione. “Sicurezza è anche rafforzare il welfare” teorizza dal palco, sintesi che alla leader va benissimo. Il deputato Claudio Mancini, che la giornata l’ha pensata anche politicamente con Gualtieri, riassume: “La nostra gente era seria e preoccupata, capisce benissimo il momento che attraversiamo in Europa”. Tutto attorno e sul palco, firme di Repubblica. “Un giornale che con questa piazza torna nel suo alveo naturale” osservano dal Pd.
Il caos regna sovrano in questa manifestazione di frustrati e come al solito certi signori snob d’aria dem portano sul palco i loro vessilli umani, cioè personaggi noti perché presenti sulla rete Rai pagata da noi ma gestita dal PD a suo tornaconto.Naturalmente , come già successo negli Usa con attori , attrici , cantanti e vip sponsorizzanti la Harris, sta roba qua farebbe perdere chiunque in una competizione ,ma loro imperterritamente continuano nell’ illusione di essere loro l’ Italia l’ Europa, il mondo. Poi quando perdono vanno in depressione perenne.
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Dicono che per entrare in piazza si pagava 7,5€.
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Se Francesca Albanese avesse avuto solamente un milionesimo della visibilità data a Serra da parte della stampa di regime, oggi milioni di persone sarebbero più consapevoli e saprebbero la verità su quello che fanno i peggiori terroristi della storia dell’umanità.
Siamo un Paese che censura chi parla di pace mentre rilancia senza pudore chi aderisce alla narrazione guerrafondaia.
La situazione è questa: sei dalla parte della guerra e del riarmo? Bene, sei dalla parte “giusta” e quindi visibilità infinita. Sei a favore dei terroristi “isrl”? Bene, anche lì visibilità infinita. Sei contro un riarmo da 800 miliardi e per la pace, quella vera? Sei un traditore della patria quindi censura o quando proprio non se ne può fare a meno partono i plotoni di esecuzione.
Stai dalla parte di un popolo oppresso e per il diritto internazionale? Sei un terrorista perché ora va bene tutto, ma “la più grande democrazia del Medio Oriente” deve avere il diritto di sterminare chi vuole e quando vuole.
Giuseppe Salamone
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“Questa piazza è testardamente unitaria come Elly, e l’avrebbe accolto bene” assicurano i dem.
Elly non riesce a tenere unito il suo partito e vorrebbe tenere insieme PD, M5S, Renzi, Calenda, Più Europa e AVS. Ahahah! 😂
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Insomma una bella piazza ztl, piena di cultura dem, con slogan uguali e contrari sciorinati senza nemmeno arrossire un po.
Meno male che Conte non c’è!
Meno male che Conte non c’è!
Meno male che Conte non c’è!
Meno male che Conte non c’è!
Meno male che Conte non c’è!
Meno male che Conte non c’è!
Meno male che Conte non c’è!
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Ti voglio leggere quando Conte ci sarà, perché puoi contarci che si alleerà col PD, CON QUESTO PD.
Ricordo quando disse “mai dialogo col PD finché non azzera la classe dirigente che ha patrocinato la scissione di Di Maio”.
La classe dirigente è ancora tutta là e Conte ci stringe alleanze nei comuni e nelle regioni e tenterà di farci anche un governo a livello nazionale.
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Io spero che in piazza il 5 aprile ci sia tutto il PD (da destra a sinistra), i sindacati (incluso CISL), calenda, renzi, vannacci, santoro, la lega e tutte le altre possibili contradizioni viventi in questo paese.
Lo spero non tanto per guerra (non possono incidere) ma per levare le fette di salame che ricoprono gli occhi di molti italioti annebbiati dal troppo calcio.
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Ma benedetto Marco Bo, la manifestazione del 5 aprile è una normalissima manifestazione di partito. Lo sapevi? Contro il caro bollette e contro il riarmo. Difficile che ci saranno tutti quelli che dici tu. Magari ci sarà AvS, presente ieri, oppure Potere al Popolo e Rifondazione, che hanno manifestato anche loro ieri con una piattaforma molto simile a quella del 5 aprile (riguardo Europa e riarmo).
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“L’eurodeputato che per vincere nelle Marche dovrà tenere assieme tutto il centrosinistra si chiama Matteo Ricci…”.
Noto che De Carolis non è informato: https://www.viveremarche.it/2025/03/17/coltorti-e-romagnoli-m5s-ricci-il-candidato-del-pd-per-le-regionali/40905
Ps: il M5S è una forza politica indipendente, quindi almeno il FQ eviti di accostarlo al centrosinistra.
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che gran puttanata!
una folla di ipocriti bugiardi NAGA, magnaschei a tradimento!!
in verità cercano di sabotare qualsiasi trattativa, sostengono la continuazione della guerra, difendono sniffolo Zeze, cercano di imbrogliare ed incastrare gli IUESEI tramite NATO e non si accorgono che andranno a sbattere contro la Russia senza ombrello.
una massa di deficienti che se non fossero pericolosi, sarebbero comici.
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A parte gli addetti ai lavori, tra le interviste fatte alla gente comune accorsa in piazza che ho sentito o letto (una decina), solo in un caso ho sentito dire che i deputati Pd di Strasburgo hanno sbagliato a rifiutare il voto NO proposto inizialmente dalla Elly che si era finalmente data una mossa per mettere in riga i filo renziani/democristiani interni uniti agli ex comunisti convertiti ormai da tempo al neoliberismo importato dall’America. Tutti gli altri intervistati si sono limitati a ripetere a pappagallo la retorica pro questa Europa destinata a fare la guerra alla pace riarmandosi (ma quando? Fra almeno 10 anni!) per ricacciare indietro i russi pronti (per loro) a dare l’assalto al continente fino ad arrivare a Lisbona (per fortuna difesa da Severgnini in persona), come se Putin fosse un perfetto imbecille con manie suicide.
Ebbene, questi intervistati hanno dimostrato un analfabetismo politico a dir poco impressionante. Da loro nessun cenno all’unica possibilità di porre fine alla guerra ormai persa dall’Ucraina e arrivare a un trattato di pace firmato da Putin con il suo sangue, per ripristinare i rapporti di buon vicinato e il commercio ora messo ancora più in forse non dalla Russia ma… udite udite… dagli “alleati” ammeregani: dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici ci penso io!
Risultato elettorale nel 2027: aumento terribile degli astenuti e crollo dei partiti centrosinistri. Mentre donna Giorgia diminuirebbe certo i consensi ma restando il primo partito!
Domanda cruciale: nella classica lotta tra la scemenza da una parte e la scaltrezza dall’altra… chi vincerebbe?? Scontata la risposta!
PS. Se il PD si scindesse, giuro di convertirmi e di portare in ginocchio su un tappeto di ceci crudi un cero alla Madonna!
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«Tutto attorno e sul palco, firme di Repubblica. “Un giornale che con questa piazza torna nel suo alveo naturale” osservano dal Pd.»
Eccallà, appunto, che Repubblichina è del Gruppo Gedi, cioè di Elkann… Furbi quelli del PD, eh? 🤦🏻♂️
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De Carolis finalmente in brodo di giuggiole a parlare del Pd, già dallo scorso articolo.
Ma la puntina di veleno e di “degnazione” al m5s poteva risparmiarcela?
Quando mai:“Questa piazza è testardamente unitaria come Elly, e l’avrebbe accolto bene… “
BONTA VOSTRA!!!
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ANDREA ZHOK
IL SOGNO EUROPEO DEI SONNAMBULI
Della manifestazione del 15 marzo in Piazza del Popolo a Roma molte cose possono essere notate, molti particolari inquietanti, ma uno sguardo complessivo, di cornice ci consegna credo un’immagine chiara del suo significato.
Si tratta di una piazza prevalentemente composta di anziani e qualche persona di mezza età – e questo di per sé non sarebbe niente di male – se l’età avanzata corrispondesse ad un avvenuto processo di maturazione. Purtroppo quello che invece colpisce è proprio la totale inconsapevolezza nei partecipanti della propria collocazione storica e del concetto guida che li doveva accomunare in quella piazza: l’Europa.
Da un lato c’erano quelli che proponevano una visione romantica dell’Europa culturale. Certo, si poteva trovare un alfiere meno imbarazzante di Vecchioni, autore di un discorso che al tempo stesso trasudava razzismo culturale e manifestava una raccapricciante superficialità, affastellando nomi celebri come figurine dei Pokemon, senza neppure rendersi conto che praticamente tutti i nomi fatti (Hegel, Marx, Leopardi, Manzoni, ecc.) erano letteralmente agli antipodi di tutto quanto quella piazza esprimeva.
Ma già il fatto di pensare che la tradizione culturale europea e le politiche dell’Unione Europea avessero qualcosa a che spartire è indice di una sprovvedutezza rimarchevole, visto che da trent’anni l’intera spinta dinamica delle “riforme culturali europee” sono state all’insegna di un’americanizzazione spinta dei modelli di formazione.
Dall’altro lato c’erano gli “altroeuropeisti” che vogliono sostenere l’Unione Europea, solo una “Europa diversa”. Questi li conosco bene, perché fino agli inizi degli anni 2000 ne facevo ingenuamente parte. Questi soggetti li si sgama facilmente perché utilizzano in maniera sostanzialmente indifferente “Unione Europea”, “Europa” e, spesso, “Comunità Europea”. Si tratta di persone che, in buona fede, hanno immaginato in gioventù un’Europa welfarista, sociale, convinti in qualche modo che l’episodio storico dei “30 gloriosi” fosse in qualche modo intrinsecamente associato al progetto europeo. A questi è sfuggito integralmente come ad inizio anni ’90, nell’atmosfera culturale della caduta del muro di Berlino e del trionfo liberale cantato da Fukuyama, si redigessero nuovi trattati europei, vigorosamente animati dallo spirito neoliberale, e strutturati in maniera da NON ESSERE EMENDABILI.
Infatti l’articolo 48 del Trattato sull’Unione Europea stabilisce che qualunque modifica dei trattati fondativi (ad esempio, l’introduzione del voto a maggioranza semplice su alcune materie, o l’introduzione della capacità del Parlamento di proporre le leggi, oggi riservato alla Commissione, ecc.) devono avvenire con voto UNANIME.
Dunque, ad esempio, se qualche “altroeuropeista” animato da spirito autenticamente sociale, volesse cambiare la direzione neoliberale della politica europea, dovrebbe ad esempio ottenere una modifica del cruciale articolo 2 del Trattato di Costituzione della Banca Centrale Europea. Questo articolo stabilisce per la BCE la priorità della funzione di stabilizzazione della moneta a scapito di ogni altra funzione economica (ad esempio, di politica industriale o di ricerca della piena occupazione). Ma per cambiare questo articolo – che incarna il più classico monetarismo antikeynesiano – ci sarebbe bisogno di un voto unanime di tutti i 27 paesi dell’Unione.
Il che, come è facile comprendere, non avverrà mai, passassero mille anni, perché richiederebbe la miracolosa coordinazione per cui simultaneamente in tutti i 27 stati prevalessero alle elezioni partiti con una robusta agenda welfarista (oggi quasi estinti, o ampiamente minoritari).
Ergo, stiamo parlando di niente, fuffa, fantapolitica, e dunque in realtà, di preservazione dello status quo e della medesima rotta degli ultimi decenni.
Ora, c’è chi dice che quella piazza era semplicemente la piazza dei benestanti ZTL che difendevano i propri privilegi. È possibile. Certamente alcune delle uscite demenziali ascoltate si mostravano così inconsapevoli del gorgo in cui l’Italia si è ritrovata dal 2000 ad oggi (es. incremento della povertà assoluta da 1 milione a 6 milioni di cittadini), da richiedere come unica possibile spiegazione la falsa coscienza che crea il cuscinetto uno status privilegiato.
E tuttavia io non sono convinto che questa sia l’unica spiegazione. Io credo che vi fossero anche persone in buona fede. La tristezza di quella piazza, nella sua componente in buona fede, era che illustrava in maniera angosciante l’analfabetismo politico di gran parte del ceto dirigente e delle sue principali espressioni mediatiche. Lettori di Repubblica-Corriere e affini tenuti in coma farmacologico per decenni, il cui sistema nervoso centrale è stato sostituito da un generatore automatico di titoli di giornale.
Negli anni ’90, gli stessi anni in cui prendeva forma l’attuale UE, c’era un programma satirico su RAI 3, che sia chiamava “Avanzi”. Tra le figure caratteristiche dello show c’era il “compagno Antonio”, ex membro del PCI, che veniva risvegliato dopo 20 anni di coma. Alla presentatrice Serena Dandini spettava l’ingrato compito di metterlo al corrente delle devastanti novità di quegli anni.
Ecco, l’impressione è che il compagno Antonio – insieme a molti altri – si sia fatto ricongelare all’inizio degli anni ‘90, nella speranza che i tempi futuri riservassero prospettive migliori. Ma mal gliene incolse. E così, qualche settimana fa, su iniziativa del compagno gauche caviar Michele Serra, sono stati tirati fuori dal congelatore, messi su un autobus e condotti in piazza a sostegno del “sogno europeo”.
Una pattuglia di sonnambuli senili che, dandosi vicendevolmente ragione, guida con sicurezza verso l’abisso.
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