La premier in tv critica il tycoon sulle recenti uscite. Si dice perplessa sul piano di pace anglo-francese. “No all’invio dei nostri soldati”

La premier Giorgia Meloni

(di Tommaso Ciriaco – repubblica.it) – Roma — Il momento è grave, ammette Giorgia Meloni. «La situazione non è facile, non lo è per me, devo prendere decisioni che non si affrontano con leggerezza». E d’altra parte, che la preoccupazione per i dazi americani sia altissima lo si intuisce dai concetti insolitamente ruvidi che riserva a Donald Trump. Mentre prova a organizzare una missione alla Casa Bianca, la premier boccia in tv la politica tariffaria del tycoon. Lo fa con toni controllati, certo. Senza strappi. Ma lo fa: «Il nostro interesse è completamente opposto a quello che sta dichiarando Trump», dice a XXI secolo. E ancora: «Sono convinta che l’avvio di dazi, con una risposta europea, dunque una guerra commerciale, non convenga a nessuno, neanche agli Stati Uniti. Ma su questo ci possono essere punti di vista differenti».

È il segnale di quanto Roma tema davvero che la battaglia delle barriere doganali possa sfuggire di mano. Anche perché non è un giorno qualsiasi. Il presidente degli Stati Uniti conferma la volontà di colpire nelle prossime ore Canada e Messico. Non si ferma, dunque: perché dovrebbe risparmiare l’Europa? E l’Italia, che trema. «Da tempo gli Usa pongono il tema di un surplus commerciale – ricorda la premier – Credo si possa risolvere in maniera positiva, piuttosto che avviando una escalation. È uno dei temi che affronterò – e in parte ho già affrontato – con il presidente Trump. E che l’Ue affronterà e sta affrontando con lui. Io farò di tutto per difendere l’Italia». Assai esposta, ricorda, perché «è una nazione esportatrice».

Ne parlerò con Trump, dice dunque Meloni. La diplomazia italiana continua a cercare di fissare una data per la missione alla Casa Bianca. I contatti diplomatici sono stati almeno cinque, finora non risolutivi. L’obiettivo è strappare un faccia a faccia alla Casa Bianca entro fine marzo, anche se al momento gli americani lasciano aperta l’opzione di metà aprile.

Con il tycoon c’è da discutere anche di Ucraina, ovviamente. Un dossier su cui Meloni non cambia linea, almeno nella parte che riguarda la critica alla proposta angolo-francese («è molto complessa nella realizzazione e poco efficace»). Per questo, Meloni continua a negare di voler inviare soldati in una cornice continentale (anche se è chiaro a tutti che, nel caso, servirà un via libera dell’Onu): «Abbiamo detto che non manderemo i soldati italiani in Ucraina». Poi rilancia, per spostare il fuoco della polemica: «Vorrei chiedere all’opposizione se quando dicono che l’Italia deve stare “senza se e senza ma” dalla parte dell’Europa significa anche che dovremmo mandare i militari italiani in Ucraina, come ragiona di fare la Francia».

Eppure, Meloni dice anche altro. Intanto mette in fila le priorità, ricordandosi di Bruxelles e non solo di Washington: «La mia linea è che sto con l’Italia, in Europa e per l’Occidente. Le letture infantili le lascio ad altri». Un destino obbligato, quello continentale. Sui dazi e non solo. La premier si rivolge a Trump e accenna quella che, a occhio attento, può sembrare addirittura una critica: «La questione centrale è come si fa a costruire una pace con tali garanzie di sicurezza per l’Ucraina, in modo che non possa tornare la guerra. Serve a tutti: a Kiev, ai Paesi europei e a Trump, che è un leader forte e che chiaramente non può permettersi di siglare un accordo che qualcuno domani potrebbe violare». Per la prima volta, Meloni pare anche puntare il dito – sia pure senza fare nomi – sulla gestione del famoso video tra Trump e Zelensky nello Studio ovale: «Non sono dibattiti che normalmente si fanno davanti alle telecamere – dice – Non ha aiutato».

Il resto dell’intervista ruota attorno alla politica interna. Dei giudici dice: «Ho un rispetto enorme e la riforma non è contro i giudici, ma i toni apocalittici sono sbagliati». Allo stesso modo, giura che andrà avanti con il premierato e che non teme l’accusa di aver instaurato un presidenzialismo di fatto: «Se queste critiche arrivano da quelli che chiudevano la gente dentro casa…». Promette una futura riduzione della pressione fiscale per il ceto medio: «Ora è la priorità». Infine, promuove la gestione del festival di Sanremo di Carlo Conti e assicura di essersi divertita in vacanza «anche a Coccia di morto».