Accessi – Oltre al caso Puglia, i nuovi dipendenti nel mirino lavoravano tra Treviso, Varese e Mantova. Visionate le spese del titolare della Difesa

(Di Valeria Pacelli – ilfattoquotidiano.it) – In una filiale di Intesa Sanpaolo un dipendente avrebbe fatto ricerche addirittura sul presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In una sede diversa, invece, a incuriosirne un altro è stato il conto del ministro della Difesa Guido Crosetto. Ci sono altri tre dipendenti del gruppo bancario finiti, negli anni scorsi, nel mirino degli accertamenti dell’istituto di credito per alcune ricerche su soggetti istituzionali. Sono tre impiegati che si aggiungono, dunque, al già noto caso di Vincenzo Coviello, il dipendente della Agribusiness di Bisceglie (in Puglia), finito indagato dalla Procura di Bari per accesso abusivo ai sistemi informatici. A quanto emerge, però, non era l’unico che curiosava nei conti correnti delle cosiddette persone politicamente esposte. Gli altri tre dipendenti, identificati in passato da Intesa, lavoravano in filiali diverse, stavolta in Nord Italia: precisamente nelle agenzie di Treviso, Varese e Suzzara (in provincia di Mantova). Adesso anche questi tre, come Coviello, risultano indagati (probabilmente in fascicoli spediti per competenza territoriale ad altre procure).
Il primo fascicolo, che ha coinvolto proprio il dipendente della banca di Bisceglie, è stato aperto dalla Procura di Bari, dove l’inchiesta è stata tenuta riservatissima. Adesso, dunque, l’indagine si allarga. Ma i quattro soggetti, secondo quanto ricostruito dal Fatto, non avevano contatti tra loro.

Ottobre 2024 il fascicolo dei pm di Bari su Coviello
Era l’ottobre del 2024 quando Il Domani rivela la notizia dell’indagine a carico, in quel momento, di Vincenzo Coviello. “Dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano”, aveva scritto su X, come reazione, Giorgia Meloni il 10 ottobre 2024. Subito dopo è arrivato il commento del ministro della Difesa: “Le domande legittime sono molte: quanti dossier hanno costruito in questi anni? Quanti sono quelli che non conosciamo ancora? E poi: perché, su richiesta di chi, con che finalità?” aveva scritto Crosetto, il cui conto – si scopre ora – sarebbe stato visionato non solo da Coviello, ma anche da un altro dipendente della stessa banca, benché in una filiale diversa.
In realtà, prove di dossieraggi per adesso non sarebbero emerse dalle investigazioni. Secondo quanto scritto sulla stampa in quei giorni dell’ottobre scorso, l’ex dipendente della Agribusiness di Bisceglie Vincenzo Coviello, licenziato dopo l’apertura di un procedimento disciplinare, avrebbe effettuato, tra febbraio 2022 e aprile 2024, circa 6 mila accessi, secondo i pm abusivi, ai dati dei conti correnti di 3.572 clienti sparsi tra le filiali di tutta Italia. E tra questi c’erano – stando sempre a quanto emerso nei mesi scorsi – anche i conti correnti della premier Giorgia Meloni e del suo ex compagno Andrea Giambruno, e poi quelli dei ministri Guido Crosetto e Daniela Santanchè, del presidente del Senato Ignazio La Russa e del procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo.

Coviello era stato anche perquisito. Poi i suoi legali, gli avvocati Luigi Milani, Federico Straziota, Antonio Arzano e Domenica Lenato – sempre nell’ottobre scorso quando venne fuori la notizia – avevano spiegato: “Possiamo escludere che sia stata compiuta un’attività di dossieraggio (di qualsiasi dimensione e natura) o, comunque, che vi sia stata cessione di dati a terzi”. E aggiungevano: “Nel corso delle perquisizioni eseguite il 10 ottobre presso l’abitazione e altri locali in uso all’indagato non è stata rinvenuta nella disponibilità di Coviello documentazione attinente ai fatti per cui si procede”. Questo elemento porta sostegno alla tesi che l’attività del dipendente della Agriscambi avrebbe riguardato solo la consultazione dei conti, ma mai nessun dato è stato scaricato. Inoltre la consultazione, in un numero elevato di casi, sarebbe avvenuta con accessi singoli della durata di pochi secondi/minuti.
Quando esplose il caso la banca spiegò: “Il comportamento del dipendente, non in linea con le procedure interne e la normativa di settore, è emerso nel corso delle ordinarie attività di controllo, incluso un articolato sistema volto a individuare eventuali comportamenti anomali o a rischio relativi alle consultazioni effettuate dai dipendenti della Banca autorizzati al trattamento dei dati della clientela”.

Sospetti le verifiche sugli altri soggetti
I controlli del gruppo bancario, che su questa vicenda sta collaborando con la Procura di Bari e con altre procure, però non si sono fermati a Coviello, ma sono stati svolti accertamenti anche sulle attività di altri dipendenti. È così che sono emersi gli accessi su soggetti istituzionali di tre nuovi dipendenti. Ricerche che risalirebbero agli anni scorsi, ossia il 2023.
Secondo un servizio del Tg1, lo stesso Coviello, durante la perquisizione dei carabinieri, avrebbe detto: “Ho guardato anche i conti di Mattarella”, anche se il nome del capo dello Stato non compare nella lista delle persone i cui conti sarebbero stati visionati dal dipendente. Nel caso però di uno dei nuovi tre funzionari di banca finiti nel mirino, risultano, invece, le ricerche sul presidente della Repubblica.

Il Fatto ha chiesto conto anche di questi nuovi soggetti e delle ricerche da loro effettuate a un portavoce di Intesa Sanpaolo. Dall’istituto di credito non vengono rilasciati commenti, considerate anche le indagini in corso. Al contempo, però, si ribadisce che la banca sta fornendo la più ampia collaborazione alle autorità competenti e si evidenzia che i presidi volti a tutelare la privacy dei propri clienti sono stati significativamente rafforzati.
A questo punto una risposta al perché delle ricerche sui conti di soggetti istituzionali effettuate da dipendenti (che a quanto pare non si conoscevano tra loro) può arrivare solo dalle investigazioni: saranno le indagini a stabilire se sono state fatte soltanto per semplice curiosità.