Mosca contraria – I 27 e l’Uk senza idee a Londra con Zelensky per parlare di truppe (che putin non accetta)

(di A. G. – ilfattoquotidiano.it) – Kiev può “scordarsi l’adesione alla Nato, perché probabilmente è stata la ragione per cui la guerra è iniziata”. Con questa premessa pronunciata ieri dal presidente americano, Donald Trump, l’omologo ucraino, Volodymyr Zelensky si prepara al viaggio nel Regno Unito, per prendere parte domenica al vertice dei leader europei sulla difesa, ma prima, venerdì, volerà a Washington per la firma dell’accordo sui minerali e le terre rare. A confermarlo è stato Donald Trump in persona, aprendo una riunione di gabinetto alla Casa Bianca. Dall’incontro dipenderà la firma o meno dell’intesa con cui il presidente Usa non ha nascosto di voler “riprendersi” i soldi spesi in sostegno a Kiev. “Questo accordo economico può essere parte delle future garanzie di sicurezza, ma voglio capire la visione più ampia. Cosa attende il nostro Paese?”, sono stati i dubbi espressi da Zelensky in conferenza stampa. Il leader ucraino vuole discutere con Trump della possibilità che gli Usa interrompano gli aiuti militari e, nel caso, capire se l’Ucraina sarà in grado di acquistare armi direttamente da Washington. Vuole anche sapere se l’Ucraina potrà utilizzare i beni russi congelati per investimenti in armi e se Washington ha in programma o meno di eliminare le sanzioni contro la Russia.

Dalla bozza dell’accordo pubblicata da media internazionali come il Financial Times è emerso che “i governi dell’Ucraina e degli Usa, al fine di raggiungere una pace duratura in Ucraina, intendono istituire un Fondo d’investimento per la ricostruzione” e che Kiev “contribuirà al Fondo con il 50%” dei ricavi ottenuti dalla vendita di risorse naturali di cui il suo territorio è ricco, come minerali, petrolio e gas. Aperto resta il tema della garanzia della pace (peacekeeping) per Trump “una buona cosa” compito dei Paesi Ue. Di tutt’altro parere è Mosca: il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov l’ha respinta con forza accusando l’Europa: “Annuncia nuovi grandi pacchetti di aiuti militari a Kiev, la invita a continuare le azioni militari, affermando che in questa situazione la pace è peggio della guerra”. Ma, soprattutto, il tema spacca i 27 che a Londra vanno divisi e senza un programma fuori dall’ombrello Nato, né ipotesi di regole di ingaggio e tipo di missione –. Unione silente anche mentre The Donald minaccia di mettere l’Ue al suo posto con “dazi al 25%”, visto che è nata “per fregare gli Usa”. Ieri è saltato anche l’incontro a Washington tra l’Alta rappresentante dell’Ue, Kaja Kallas, e il segretario di Stato, Marco Rubio: ufficialmente per “problemi di agenda”. Di certo Gran Bretagna e Ue continuano a confrontarsi su come gestire la crisi nell’Est una volta che gli Stati Uniti si chiameranno fuori. Se ne parlerà domenica a Londra. Per l’Italia, ci sarà la premier Giorgia Meloni, mentre il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto ieri ha scritto su X che “i contingenti non si inviano come si invia un fax e per poter fare un comunicato stampa. Soprattutto quelli delle altre nazioni. Se si parla a nome dell’Europa bisognerebbe avere la creanza di confrontarsi con le altre nazioni e ciò non è accaduto per gli aspetti militari della questione”. Oggi è previsto a Istanbul, in Turchia, un incontro tra funzionari russi e Usa per la normalizzazione del lavoro delle rispettive ambasciate. “Penso che dai risultati sarà chiaro quanto velocemente ed efficacemente potremo agire”, ha commentato Lavrov. Trump conferma di poter raggiungere un accordo con Putin che è “astuto”, ma dovrà far concessioni e lui cercherà di far riavere a Kiev “più territorio possibile”.