Nel giorno del terzo anniversario dell’invasione russa in Ucraina, il presidente cinese ha ribadito il solido rapporto tra i due Paesi e smorzare le speculazioni secondo cui Trump potrebbe riuscire a creare un divario tra Pechino e Mosca per dividerle

(Gianluca Modolo – repubblica.it) – PECHINO – “Cina e Russia sono buoni vicini che non possono essere allontanati”. Xi Jinping ha un messaggio per Washington, e pure per Mosca. Nel giorno del terzo anniversario dell’invasione russa in Ucraina, il leader cinese ha parlato al telefono con Vladimir Putin: i due hanno riaffermato il loro solido rapporto.
Una telefonata che serve a smorzare le speculazioni secondo cui l’amministrazione Usa potrebbe riuscire a creare un divario tra Cina e Russia per dividerle. Quella che qualche commentatore ha iniziato a chiamare “strategia Nixon al contrario”: cioè provare, questa volta, a sganciare la Russia dall’abbraccio della Cina (Paese che alcuni nell’amministrazione Trump considerano una minaccia molto più grave per gli interessi degli Stati Uniti) e portare Mosca verso Washington. Oltre che per gli Usa, le parole di Xi hanno un preciso messaggio anche per Mosca: Vladimir, siamo noi i tuoi “veri amici”.
“Sia la storia che la realtà ci dicono che Cina e Russia sono destinate ad essere buoni vicini che non possono essere allontanati, e che i nostri due Paesi sono veri amici che condividono gioie e dolori, si sostengono a vicenda e perseguono uno sviluppo comune. Entrambi i Paesi hanno strategie di sviluppo e politiche estere a lungo termine. Indipendentemente da come cambia il panorama internazionale, la nostra relazione andrà avanti”, afferma il leader cinese.
Respingendo l’idea che Trump possa dividere i due Paesi, il Cremlino, nel suo resoconto della conversazione, ha aggiunto: “I leader hanno sottolineato che il legame tra la politica estera russa e cinese è il fattore di stabilizzazione più importante negli affari mondiali”, affermando che la relazione “non è soggetta a influenze esterne”.
È la seconda telefonata tra i due in poco più di un mese. Che arriva soprattutto dopo il cambio di rotta di Trump verso Mosca per quanto riguarda la questione ucraina. Putin ha informato Xi“dei recenti contatti russo-americani”, spiega il Cremlino. Pechino ripete la sua linea ufficiale – “la Cina accoglie con favore gli sforzi positivi compiuti dalla Russia e dalle parti interessate per risolvere la crisi” – ma un accordo Usa-Russia sull’Ucraina non deve, agli occhi di Xi, mettere nell’angolo la sua Cina (dando modo a Washington di tornare a concentrarsi sul contenimento di Pechino: restrizioni commerciali, Indo-Pacifico) e soprattutto indebolire i suoi rapporti con Mosca.
La virata di Trump verso Putin sulla guerra ha alimentato le speculazioni. Il colpo diplomatico di Richard Nixon e soprattutto di Henry Kissinger durante la Guerra Fredda che mise le basi del disgelo tra Stati Uniti e Cina sfruttando le spaccature che si erano create all’epoca tra i due giganti comunisti potrebbe ripetersi all’inverso, con un avvicinamento di Mosca a Washington questa volta? Molti analisti sono in realtà scettici. A differenza del 1972, i rapporti tra Mosca e Pechino sono più solidi (anche se non “senza limiti”) dato il loro allineamento contro l’ordine guidato dagli Stati Uniti, gli sforzi dei due Paesi in meccanismi quali i Brics e lo Sco e la dipendenza economica (soprattutto di Mosca da Pechino).
Io tu e l’ altro o l’altra. Chi può credere che Putin si faccia mettere in una condizione del genere come uno sprovveduto ? È solo la semplicioneria da svenditori di geopolitica per mendicanti di gossip. Il progetto Brics va avanti da quasi 20 anni, cioè quando non vi era stato il colpo di stato Usa in Ucraina. Come si può pensare di fare paralleli storici che non reggono minimamente al confronto dei fatti ? La Cina di Mao accetto di scendere a patti con Nixon per necessità economiche interne al suo paese e non per inimicizia con l’ Urss . Evidentemente si rese conto che la Vicina Unione Sovietica aveva problemi economici inerenti al sistema socialista realizzato che dava segni di debolezza insiti nell’ impossibilità di competere con il capitalismo aggressivo ed imperialista occidentale. Mao scese a patto con il diavolo ed ebbe in cambio la sopravvivenza del proprio sistema politico ibrido. Se fosse rimasto ancorato all’ Urss , sarebbe stata la fine . Dico ciò pur essendo stato un estimatore dell’ Unione Sovietica e rimpiangendo le ripercussioni positive che esse ebbe nel nostro paese
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