Trump attacca Zelensky e l’Europa sotto shock lo difende: Macron e Starmer volano alla Casa Bianca. Nella proposta 30mila uomini a difendere le città e una no-fly zone

(Anais Ginori (Parigi) e Antonello Guerrera (Londra) – repubblica.it) – L’Europa prova a fare scudo a Volodymyr Zelensky, travolto dalla furia di Trump, e intanto Francia e Regno Unito si apprestano a prendere il timone della Difesa del continente, da uniche potenze nucleari e al tavolo del Consiglio di sicurezza Onu. Macron e Starmer voleranno insieme a Washington la settimana prossima. Il presidente francese e il premier britannico vogliono condividere con il presidente Usa una soluzione per le “garanzie di sicurezza” da offrire all’Ucraina nello scenario postbellico.
Londra non fornirà forze di peacekeeping senza un chiaro scudo militare di Washington, che escluda ogni contatto tra soldati britannici e russi. Tra le condizioni che Starmer porterà alla Casa Bianca: una forza di peacekeeping di meno di 30mila europei dislocati nelle città e nelle infrastrutture principali dell’Ucraina, ma non nell’Est occupato dalla Russia. E ristabilire la pace nei cieli e nei mari dell’Ucraina attraverso una sorta di No Fly Zone garantita dai caccia americani in Romania e Polonia, più truppe di terra pronte a intervenire dal fronte Est Nato.
Tra le prime reazioni europee all’accostamento del leader ucraino a un dittatore, le più pesanti vengono da Berlino, dove la campagna elettorale è agli sgoccioli e le interferenze in favore dell’estrema destra di J.D. Vance e altri esponenti dell’amministrazione Usa hanno stravolto l’antica fedeltà atlantica. Le picconate al presidente ucraino scavano un altro solco. Affermazioni «false e pericolose» commenta il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Anche Friedrich Merz, leader della Cdu e probabile prossimo cancelliere dopo le elezioni di domenica, si dice «scioccato»: «È la classica inversione tra vittima e colpevole. Ed è la narrazione russa».
A Parigi, la portavoce del governo ammette quasi incredula: «Non capiamo la logica americana». Macron non ha però commentato direttamente le dichiarazioni di Trump, preferendo ribadire: «Siamo al fianco dell’Ucraina e ci assumeremo tutte le nostre responsabilità per garantire la pace e la sicurezza in Europa». Il leader francese ha organizzato ieri un nuovo vertice di emergenza per coordinare la risposta all’accelerazione di Trump, con l’apertura del negoziato diretto con la Russia, l’esclusione degli europei e l’improvvisa riabilitazione di Putin. Alla riunione in videoconferenza partecipavano i capi di Stato e di governo di una ventina di paesi, quelli esclusi dal vertice dei big Ue di lunedì scorso, tra cui anche Canada, Islanda e Norvegia.
Macron ha provato a far convergere le posizioni nell’Ue, dopo lo shock degli ultimi giorni, e si prende il ruolo di pontiere verso Washington insieme a Starmer, che sta cercando affannosamente di ricucire i rapporti col nuovo inquilino della Casa Bianca. Ma ieri sera anche il cauto Sir Keir ha perso la pazienza e ha telefonato a Zelensky, ribadendo «il suo sostegno al leader democraticamente eletto, in un Paese che ha dovuto sospendere le elezioni a causa della guerra scatenata dalla Russia». Parole inequivocabili.
sono tutti impazziti .
A fare il peace keeping, che temo ci condurrà alla guerra con i russi, ci vadano i politici, i giornalisti e i leoni da tastiera con tutto il loro parentame.
Quando rientreranno in patria nelle bare, faremo una grande festa!
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