Nel dibattito pubblico relativo alla politica internazionale regna la confusione, come se la logica avesse abbandonato il mondo e il linguaggio divenisse sempre più bivalente nell’accezione […]

(Di Elena Basile – ilfattoquotidiano.it) – Nel dibattito pubblico relativo alla politica internazionale regna la confusione, come se la logica avesse abbandonato il mondo e il linguaggio divenisse sempre più bivalente nell’accezione orwelliana. Il principio di non contraddizione aristotelico è stato cancellato. Le posizioni politiche affermano A e il contrario di A. Gli esempi sono molteplici. Il Parlamento Ue, che non è un organo legislativo, obbedendo alle direttive di un esecutivo miope e asservito alle oligarchie, equipara i simboli nazisti alla falce e martello comunista. Nella ricostruzione storica è sbagliato, come Luciano Canfora ci dimostra, mettere sullo stesso piano Hitler e Stalin, ma possiamo comprendere che i campi di concentramento nazisti siano simili nella violenza totalitaria ai gulag. Risulta tuttavia inquietante che non si faccia la differenza tra una ideologia nazista e razzista, basata sul disprezzo del debole e del malato, prona a giustificare il predominio di una “razza”, e il sogno comunista di un mondo senza classi e ingiustizie sociali. Da un lato un mondo distopico e aberrante, dall’altro una utopia di stampo evangelico. Non si nega che le due ideologie avevano in comune la mancanza della protezione dei diritti individuali, né si dimentica che le loro realizzazioni sono state una sconfitta per la storia democratica dell’umanità. Il concreto agire si allontana sempre dai suoi archetipi: la Chiesa dai suoi precetti, gli Stati dalle Costituzioni. Rimane inquietante che si sia voluto sporcare un simbolo – falce e martello – di lotta e liberazione degli oppressi, senza comprenderne il legame con le speranze umanistiche e assimilarlo all’infame nazismo, alla deviazione perversa del pensiero.
Le manifestazioni per una Palestina libera continuano a essere considerate “antisemitismo” dalla maggior parte della stampa. Esponenti della comunità ebraica rispolverano un vittimismo che apparirebbe un tantino anacronistico, soprattutto in relazione allo sterminio dei palestinesi, all’inferno calato su Gaza, all’esodo di 300 mila paria, uomini, donne, anziani, bambini, che marciano verso le loro case per trovare solo detriti. Trump, incarnazione del fascismo postmoderno, non comprende come mai questi “matti” ritornino alle loro case e richiamino il diritto alla loro terra. Basta costruire casette popolari, in un imprecisato altrove, per questo popolo miserabile e dimenticheranno Gaza, una striscia di terra col buon clima, davanti al mare e ai giacimenti di gas, che diverrà un’opportunità per le agenzie immobiliari statunitensi e israeliane. La pietas è scomparsa. Politica e media pagano il loro tributo alla lobby di Israele: la cultura umanistica, una delle maggiori conquiste della civiltà occidentale, è cancellata. Considerare il ripudio delle posizioni di alcune comunità ebraiche a difesa delle stragi dei palestinesi come “rigurgito antisemita” falsifica la realtà e la storia. L’antisemitismo è odio per gli ebrei per quello che sono: religione, abitudini, tratti somatici, non per quello che fanno. È lecito per un ebreo odiare un nazista? Sarà lecito per chi difende oggi le vittime provare sentimenti di ostilità nei confronti di chi (anche ebreo) sostiene i carnefici e non prende le dovute distanze dal massacro in corso. Bisogna comprendere che gli ebrei di oggi sono i palestinesi.
Infine la peggiore ambiguità si riscontra in relazione all’Ue. Coloro che hanno affossato il sogno europeo, tradendo gli ideali di pace e prosperità, difendendo un ordo-liberismo che ha divorato le ragioni del lavoro e ha acuito le asimmetrie tra Nord e Sud, sostenendo il mercato, l’unione monetaria ma non fiscale né politica o federale, oggi tornano alla ribalta, parlandoci di sovranazionalità e debito comune per una fantomatica difesa Ue, che non potrebbe non essere schiava di interessi geopolitici statunitensi, non europei, come la guerra in Ucraina ha dimostrato.
Elly Schlein afferma che per vincere il Pd dovrebbe puntare su una Europa sociale e con maggiori elementi di integrazione. Voto a maggioranza e difesa comune. Nessuno le ha spiegato che nei trattati di Maastricht sono stati incorporati i principi del neoliberismo che afferma di voler combattere? In un’Europa scandinava, baltica e polacca, il voto a maggioranza faciliterebbe decisioni economiche a vantaggio delle oligarchie finanziarie e della costruzione con la difesa europea del braccio armato della Nato smantellando lo stato sociale. La confusione purtroppo impera anche nell’area del dissenso in quanto la giusta critica all’Europa liberista e falsamente liberale odierna si trasforma in un anelito reazionario che mette da parte l’intero sogno europeo, il tentativo di superare le grette ottiche nazionalistiche in nome di un interesse generale, di un bene comune dei cittadini europei che condividono un destino comune.
non solo,
qualcuno, che passa per essere un esperto giurista,
ha paragonato l’attuale Russia al Terzo Reich di Hitler,
demenza senile o CONFORMISMO verso l’oligarchia DEM?
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Si chiama revisionismo storico in funzione propagandistica che si avvale dell’ ignoranza, per imporre il proprio scopo manipolatorio……non è demenza, è conformismo a ciò che la Basile ha così ben spiegato nel suo articolo, dove oltre ad imporre un sistema economico/finanziario e sociale , c’è la pretesa di una narrazione “storica “ e “ culturale” a suo sostegno, completamente fuorviante ed errata, ma utile allo scopo……
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Bravissima Basile !
Mi chiedo come siamo arrivati a questo punto senza accorgercene . Passo dopo passo la EU da sempre in mano agli “illuminati” di pseudo sinistra hanno archiviato le idee fondatrici dell’Unione per approdare a una condizione che e oggettivamente l’ esatto contrario di quelle .Ancora ieri un suo rappresentante di alto livello come Mattarella ha celebrato un discorsetto incentrato sull’inimicizia da coltivare contro la Russia e la vittima di Hamas Israele.
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Grazie Ambasciatore, avanti
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Come sempre la Basile dice cose interessanti e mai banali! C’è un fondo di ingenuità però nell’articolo che ha agli occhi generosi della basile sfugge: non è il trattato di Maastricht ad Avere ucciso l’umanesimo, questo ne ha solo preso atto! Basta leggere una delle prime opere di LOUIS ALTHUSSER(per esempio leggere il capitale) E ti si apre un mondo fino allora sconosciuto: è la natura del capitalismo ad essere anti umanista ed astorica! Se un sistema parte con l’idea che l’obiettivo non è sfamare il mondo ma l’accumulazione per l’accumulazione, l’uomo può solo essere considerato alla stregua di uno strumento di lavoro qualsiasi! Quanto alla differenza etica tra nazismo e comunismo ci può dare una mano Kant: a livello dell’animo umano una cosa diventa condannabile o meno a seconda delle intenzioni che l’uomo Comune aveva quando HA Iniziato a svolgere ed accettare un compito! Il nazismo partiva con l’idea di creare l’inferno sulla terra il comunismo, quello di creare un paradiso in terra. Certo, il comunista sincero avrebbe dovuto capire che era un sogno irrealizzabile, ma il fatto che non l’abbia capito non fa del militante comunista sincero un nazista, eticamente parlando!
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