
(Roberto Giardina – Italia Oggi) – Dopo l’attentato al mercato di Natale a Magdeburgo, sei morti e oltre 200 feriti, molti gravi, e la follia di un profugo afghano che a Aschaffenburg, in Baviera, sgozza due bambine di due anni, una morta l’altra gravissima, l’immigrazione è il primo tema della campagna elettorale a 18 giorni dal voto (il 23 febbraio).
Secondo i sondaggi, il 67 per cento dei tedeschi è preoccupato, si sente insicuro, è d’accordo con Merz, anche se le sue proposte sono quasi simili a quelle dell’Afd. Eppure, scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung, la Faz, quotidiano conservatore, è l’economia il tema che in realtà preoccupa di più gli elettori, il 41 per cento, l’immigrazione segue con il 27.
Da due anni il Pil, il prodotto nazionale lordo, continua a scendere, e le previsioni per il 2025 vedono una ripresa di appena lo 0,3, meno dell’Italia o della Spagna. L’anno scorso, la competitività del Made in Germany è scesa dello 0,4. Pochi comprano le auto elettriche, comunque quelle cinesi sono migliori delle auto prodotte dalla Volkswagen o dalla Mercedes. Merz vuol abolire il divieto per le vetture a benzina entro pochi anni.
In gennaio i disoccupati salgono a tre milioni, il 6 per cento, mai così male da cinque anni. Colpa della congiuntura internazionale, della guerra in Ucraina che dura da tre anni, dalla crisi energetica provocata dalle sanzioni contro Putin, ma la crisi è fatta anche in casa, colpa del governo, e soprattutto dei verdi. Giusto preoccuparsi del clima, ma i tedeschi temono di perdere il posto. […]
Ma sono competenti in economia i politici che dovrebbero guidare la Germania alla ripresa? si chiede sempre la Faz. «Merz, il falso gigante», intitola ironicamente Der Spiegel, alludendo alla statura del leader cristiano democratico, un metro e 98, che sovrasta il rivale Olaf Scholz, uno e 70, e alla sua competenza in economia.
E questa settimana Merz appare sulla copertina della settimanale di Amburgo, e il titolo è un gioco di parole: SchMerz, cioè dolore. Il leader Cdu, dopo aver rotto con Frau Merkel che, secondo lui, andava troppo a sinistra, si è dato agli affari, è membro di una dozzina di consigli di amministrazione e di sorveglianza, è diventato milionario, ma conoscerebbe più la finanza che l’economia.
Secondo un sondaggio dell’Infratest, i tedeschi non danno la sufficienza in economia a nessun partito. La più competente con il 37 per cento è la Cdu/Csu, quasi il triplo dellaSpd di Scholz con un misero 13. Merz ribatte allo Spiegel: «È vero, sono un avvocato, ma mi circondo di collaboratori esperti». E attacca Robert Habeck, il verde ministro all’economia ancora per pochi giorni, scrive con successo favole per bambini, ma ha voluto decidere tutto da solo, e ha combinato disastri.
Se vincerà abolirà la sua legge che impone il riscaldamento solo con pompe di calore, obbligatorie entro dieci anni. Ma gli alloggi sono 32 milioni, e per fabbricarle occorrono 44 anni. Anche chi non si intende di economia dovrebbe saper fare i conti. Il liberale Christian Lindner, ex ministro delle Finanze, si augura una «Wirtschaftswende», una svolta economica, e una prossima coalizione nero gialla, la Cdu/Csu insieme con la sua Fdp, poco pronabile: il partito è dato al 4%, sotto il minimo del 5%, per tornare al Bundestag. Mai con i verdi, dichiara Lindner, d’accordo con Markus Söder, leader della Csu, i cristianosociali bavaresi.
L’Afd, con oltre il 20 per cento, mette in pericolo la democrazia, la votano anche i tedeschi del ceto medio, preoccupati per il futuro. «Quando è in crisi il benessere, è in crisi anche la democrazia», avverte il bavarese Söder.
ariattacate er gas da’ a’ Russia!
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Quella delle pompe di calore entro 10 anni quando servono 44 per produrle è l’esempio totale del genio che guida la commissione UE, tra l’altro teteska anche lei.
Come si fa a NON odiare questa stupidissima Europa?
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😂🤣😂
44 anni
😂🤣😂
da lì in avanti ho smesso di leggere l’articolo a causa delle lacrime.
prima piangevo dal ridere, poi, quando mi sono ricordato di essere anch’io “europeo”, ho cominciato a piangere per il dolore
😭😭😭
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Un mio strettissimo parente vive in Svezia. Da 4/quattro anni mi racconta che arrivano in quel Paese giovani tedeschi in cerca di lavoro. Da prima della guerra in Ucraina.
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Sono tornato di recente dalla Germania, negli ultimi 2 anni ci sono stato diverse volte ed in luoghi diversi quindi ho avuto modo di rendermi conto di come stanno andando le cose.
Ultimamente ero a Braunschweig, non distante si trova Wolfsburg dove c’è il quartiere generale della VW.
Ci sono passato e mi è bastato vedere il parcheggio per le auto dei dipendenti: da brividi; ci sarà stato a occhio e croce il 40% delle auro che si vedevano 3 anni fa.
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Titolo ingannevole.
I crauti amari valgono si per i tedeschi in quanto coinvolti direttamente, ma valgono anche per l’intera Europa compresa quella nazione il cui apparato industriale è diventato via via, sempre più, parte della loro catena del valore.
Al di là dei fatti che hanno acuito la crisi che la Germania vive, il vero problema è che è il loro modello di sviluppo che è andato in crisi.
Si sarebbero schiantati lo stesso ( e con loro gli altri); solo i tempi sarebbero stati differenti.
Un modello di sviluppo basato sul surplus commerciale, sfruttando il sia pur valido made in Getmany, scordandosi di investire in ricerca, sviluppo e innovazione non è sostenibile nel lungo periodo; banale spiegarne le cause.
La crisi dell’automotive racchiude e rappresenta esattamente tutto ciò.
A ben vedere i problemi della Germania sono proprio questi, ma la parte più difficile viene adesso perché non è ne semplice, ne immediato sostituire un modello di sviluppo con un altro.
Credo sia il caso di aggiungere che anche in Germania, nel corso del periodo Merkel, ci sono state riforme del mercato del lavoro indirizzate alla riduzione delle tutele e con esse alla scarsa valorizzazione del capitale umano.
La transizione energetica credo possa fornire delle grosse opportunità di crescita e soprattutto bisogna evitare un altro grosso errore: inseguire il modello di sviluppo liberista e con esso i due giullari che oggi lo rappresentano: Trump e Musk.
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@Lion
esatto.
l’unica differenza che abbiamo rispetto ai loro crauti amari è che i nostri crauti si scrivono con due zeta nel mezzo.
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