Montecitorio riapre dopo le proteste sul caso del comandante libico. La strategia dei deputati del Movimento: “dirottare” la discussione sul dl Cultura opponendosi alla premier e al suo esecutivo. Anche Pd, Avs, Azione, Iv e Più Europa chiedono un’informativa urgente “oppure non riprendono i lavori”

Il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte

(di Gabriella Cerami, Valeria Forgnone – repubblica.it) – Discussione generale decreto Cultura alla Camera. L’aula riapre con un giorno di anticipo dopo le proteste delle opposizioni al caso Almasri che hanno monopolizzato (e bloccato) il dibattito la scorsa settimana. E proprio la vicenda del comandante libico scarcerato in Italia e riportato a casa, a Tripoli, con un volo di Stato tiene banco nell’emiciclo di Montecitorio. Giuseppe Conte prende la parola con un duro discorso contro la premier Giorgia Meloni, che insieme ai ministri Carlo NordioMatteo Piantedosi e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, è indagata proprio per la gestione della liberazione del comandante di Tripoli. “Chiedo a nome del gruppo M5S una informativa urgente, la premier Meloni deve venire in Parlamento a spiegare agli italiani la versione vera e effettiva sul caso Almasri – attacca Conte – Da ultima è stata invocata anche la sicurezza nazionale e allora deve venire la presidente del Consiglio non può essere il ministro ma deve spiegare la premier, deve spiegare perché lei donna, madre e cristiana ha imbarcato con tutti gli onori del volo di Stato per sottrarre alla giustizia un boia, solo lei può chiarire quali sono le motivazioni che espongono il nostro Paese alla vergogna nazionale e internazionale”.

Non solo. Il Movimento 5 Stelle ha pianificato una strategia: oltre 30 deputati si sono iscritti per prendere la parola a Montecitorio e criticare il governo. Prendendosi così la scena, “dirottando” la discussione generale programmata sul dl Cultura e opponendosi in maniera decisa contro la premier e il suo esecutivo. Anche le altre opposizioni attaccano. Da Nicola Fratoianni di Avs a Chiara Braga del Pd, da Roberto Giachetti di Iv a Benedetto Della Vedova (+Europa) hanno chiesto, in avvio dei lavori dell’aula della Camera, che la presidente del Consiglio riferisca subito in Parlamento sul caso Almasri con un’informativa urgente del governo.

Continua Conte, anche dopo aver attaccato contro l’ipotesi di un ritorno dell’immunità parlamentare cancellata nel 1993 su proposta di Forza Italia: “La prestigiatrice Meloni riesce a tirare fuori non un coniglio ma il complotto, ci venga a spiegare questo complotto. Siamo esterrefatti da un presidente del Consiglio dopo aver ricevuto una semplice comunicazione. Ne ho ricevute anche io ma mai mi avete sentito piagnucolare sui social su un atto dovuto che il procuratore di Roma ha trasmesso al tribunale dei ministri a tutela della presidente del Consiglio – prosegue il presidente del M5S – La sorella della premier Meloni ha detto che la presidente del Consiglio è come Frodo, ma qui è piuttosto una frode, si sta perpetrando una frode ai danni degli italiani”.

All’attacco anche le altre forze di opposizione, a cominciare da Nicola Fratoianni di Avs che si unisce alla richiesta avanzata poco prima dal leader M5S: “Meloni venga in Parlamento a rispondere a domande da cui non può continuare a fuggire, sono domande semplici ma deve rispondere. Perché il governo ha scarcerato Almasri su cui pendeva un mandato arresto di Cpi che lo accusa di crimini di guerra e crimini contro l’umanità?”. E ancora. “Gli italiani vogliono sapere se davvero l’ambasciata italiana in Olanda non avrebbe avvertito il governo dell’emissione del mandato da parte della Cpi. Vogliamo sapere perché Almasri è stato riportato in Libia con tutti gli onori con volo di Stato. Vogliamo sapere perché se Almasri è un grave pericolo per la sicurezza nazionale sia stato rilasciato invece che tenuto in una prigione italiana – le domande avanzate da Fratoianni – Meloni dovrebbe rispondere in Parlamento di questo gigantesco pasticcio, un’onta infame descritta in una serie di chiacchiere come frutto di un cavillo. Nessun cavillo, si tratta di qualcosa di diverso: si tratta di complicità, di scelta politica e se fosse fondata su una ragione di Stato. Meloni venga a dire se la ragion di Stato della Repubblica Italiana si chiama tortura, stupro, assassinio e liberazione di un criminale. Per noi tutto questo non ha nulla a che fare con la ragione di Stato”, conclude il leader di Avs.

In seduta d’Aula prende la parola anche la dem Chiara Braga: “Ribadisco la richiesta a nome del Pd per avere una informativa immediata sul caso Almasri. A fronte della diserzione di due ministri della Repubblica, sono stati sospesi i lavori di quest’Aula. Domani è convocata una conferenza dei capigruppo e anticipiamo che non siamo disponibili a riprendere i lavori d’Aula se non ci sarà una risposta adeguata. Di questo tema si deve parlare qui, in Parlamento”. Le conferenze dei capigruppo di Camera e Senato sono state convocate per domani alle 13 e alle 15 proprio sulla vicenda Almasri.

Prosegue Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde: “Il governo continua con la strategia del complotto e a raccontare bugie. La prima è che non può riferire in Aula perché ci sarebbero indagini in corso e sarebbe vincolato dal segreto istruttorio. Falso! Non c’è alcuna indagine, né tantomeno il segreto istruttorio. L’articolo 6 della legge n. 1 del 1989 stabilisce in modo inequivocabile che il procuratore invia la denuncia al tribunale dei ministri senza svolgere alcuna indagine. La verità è che Giorgia Meloni non ha il coraggio di spiegare perché ha liberato l’assassino e stupratore Almasri – conclude Bonelli – Ma una cosa è chiara: lei, che accusava l’opposizione di essere amica e complice dei trafficanti di esseri umani, dopo aver liberato Almasri è riconosciuta in tutto il mondo come la vera complice dei trafficanti”.

Matteo Renzi usa l’ironia per attaccare il governo: “Le opposizioni unite chiedono che il governo riferisca sulla vicenda Almasri. Meloni non c’è, Nordio non c’è, Piantedosi non c’è. Saranno tutti a Roccaraso”, scrive sui social il leader di Iv.

Anche +Europa si unisce alla richiesta di una informativa urgente in Aula della presidente Meloni sul caso Almasri, dice il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova. “Spieghi perché ha rifiutato la leale collaborazione con la Cpi, senza invocare pretesti, cavilli, e Nordio non c’era e se c’era dormiva. Almasri non è un pericolo per l’Italia: l’avete rimandato dove è davvero un pericolo per la vita di decine di migliaia di persone che vengono torturate e schiavizzate. Chiediamo un immediato intervento di Meloni, per la dignità di questo Parlamento che non può tollerare che una informativa già calendarizzata venga ritirata con un pretesto infondato: siamo ancora una Repubblica parlamentare”, conclude Della Vedova.