Fu indagato per peculato dalla procura di Roma che, come ora con Meloni, trasferì gli atti al Tribunale dei ministri, in seguito all’esposto della meloniana Angelilli

(ilfattoquotidiano.it) – Evidentemente ci sono denunce e denunce, inchieste e inchieste, se Giorgia Meloni e tutto il centrodestra intravedono un attacco della magistratura dietro l’iscrizione nel registro degli indagati della stessa presidente del Consiglio, dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano. Nonostante si tratti di un atto dovuto che segue l’esposto dell’avvocato Luigi Li Gotti sulla vicenda del mancato arresto e rimpatrio con un volo di Stato di Osama Almasri.
Esistono quindi denunce e denunce, inchieste e inchieste, visto che quattro anni e qualche mese fa, nella stessa identica situazione si trovò un altro presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. L’allora premier venne indagato dalla procura di Roma per peculato (uno dei due reati oggi contestato alla premier e agli altri) e gli atti vennero trasferiti al Tribunale dei ministri in seguito a un esposto. E chi fu a presentarlo? Una esponente, non di secondo piano, di Fratelli d’Italia. La firma era quella di Roberta Angelilli, all’epoca componente dell’Esecutivo nazionale del partito e oggi vice-presidente della Regione Lazio.
Fu lei, nell’autunno, a chiedere alla procura di Roma – come oggi ha fatto Li Gotti – di valutare la posizione di Conte per un episodio accaduto il 26 ottobre precedente: l’intervento della scorta del premier per fare uscire da un supermercato Olivia Palladino, compagna del presidente del Consiglio, vista la presenza all’esterno di un inviato della trasmissione le Iene. Anche all’epoca i magistrati – come ha fatto il procuratore Francesco Lo Voi – iscrissero Conte nel registro degli indagati e trasmisero gli atti al Tribunale dei ministri. Il pubblico ministero Carlo Villani ascoltò anche l’inviato della trasmissione, Filippo Roma, come persona informata sui fatti.
Conte parlò della vicenda solo il 3 dicembre durante una conferenza stampa, rispondendo a una domanda di un giornalista: “Un esponente di Fdi mi accusa per un uso improprio della scorta, è completamente falso – disse – la mia compagna non ha preso l’auto di scorta, non ho mandato la scorta, la scorta era lì per me, era in attesa che scendessi. L’uomo della scorta è intervenuto perché ha visto concitazione e trambusto”. Il 30 marzo 2021, il Tribunale dei ministri archiviò il procedimento nato dalla denuncia di Fratelli d’Italia. Nessuno strepitio, nessun attacco della magistratura, nessun complotto. Un atto dovuto, poi l’inchiesta e, in quel caso, l’archiviazione.
Non c’è solo denuncia e denuncia, inchiesta e inchiesta
ma anche
PdCM galantuomo rispettoso delle regole
e una pesciarola fascio-coatta urlatrice complottista ignorante
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Eh, ma tanto sono tutti uguali… (ironico)
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L’ uomo della scorta è intervenuto….e gli è andata di lusso, pensa te che sarebbe potuto accadere se Pozzolo, er pistolero di FdI, si fosse trovato a fare la spesa nello stesso supermercato di Olivia!
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Non ho dubbi che questo diverso metro di lettura sarà messo in evidenza su tutti i tg luce nazionali e incartatotani di ogni genere.Se poi per tastare ancora di più la mia fiducia nella correttezza dei mezzi di informazione italioti qualcuno mi chiedesse di metterci la mano sul fuoco,risponderei convintamente Col caxxooooo!!!!!!
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Il nostro grande presidente!! Che abisso tra l’uno e l’altra!!
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E, forse OT o forse no:
Istevvene Ligosu Piras►PROGRESSISTI da sinistra con Giuseppe Conte
Alessandra Todde
Durante l’ultima seduta del Consiglio dei Ministri che si è svolta ieri sera, il governo Meloni ha deciso di impugnare la nostra legge sulle Aree idonee e non idonee. Lo ha fatto senza nemmeno convocare la Presidente della Regione Sardegna, violando lo Statuto sardo, che le riconosce il diritto di partecipare al CdM quando si discutono temi di rilievo per la Regione. Siamo stati la prima Regione in Italia ad approvare una legge sulle aree idonee, con largo anticipo rispetto alla scadenza fissata dal Governo. La Sardegna, troppo spesso considerata un fanalino di coda, si è trasformata in un modello di tutela e pianificazione del territorio per tutto il Paese. Abbiamo proposto un modello virtuoso di transizione ecologica ed energetica, fondato sullo sviluppo sostenibile e sulla tutela dell’ambiente, del suolo, del paesaggio e dei sardi. Eppure, c’è chi ha definito questa legge “debole”, “inutile”, “un regalo agli speculatori”, sostenendo che il Governo non l’avrebbe nemmeno presa in considerazione. L’impugnazione dimostra il contrario: avevamo ragione noi. Non sorprende che a chiedere l’impugnazione siano state forze politiche – una soprattutto – che in Sardegna si schierano a parole contro la speculazione energetica e a difesa dell’ambiente, mentre a Roma operano sistematicamente contro gli interessi regionali, promuovendo scelte politiche ed energetiche (penso al deposito delle scorie nucleari che vorrebbero imporci e all’Autonomia differenziata) che penalizzano la Sardegna e i suoi cittadini. La Regione Sardegna si difenderà davanti al giudice delle leggi, come abbiamo fatto in tema di regionalismo differenziato. Come più volte ribadito, finché saremo alla guida della Sardegna, ci opporremo a qualsiasi tentativo di minacciare, imporre veti o dettare condizioni ai danni dei sardi.
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Anail ora si capisce pure perchè la Todde sia indagata…è una pedina scomoda al sistema romano!
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Anail per quello che può servire, tutta la mia solidarietà alla Todde!!💝
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ho postato l’articolo nel GT di Venezia, di telegram..
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W TODDE.
W CONTE.
W M5S.
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