Vicepresidente 5Stelle – “Meloni risponda sulle bollette invece di attaccarmi sulla mia condanna”

(Di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – Le convulsioni del Pd, il centro che prova a (ri)organizzarsi e il campo largo che non sa neanche come chiamarsi. Ne parli a Chiara Appendino, e la vicepresidente dei 5Stelle replica: “Quando vado di fronte ai cancelli delle fabbriche e davanti agli ospedali, le assicuro che gli operai e le persone in lista d’attesa non parlano del centro. Quest’anno l’Italia rischia di precipitare in una crisi industriale senza precedenti. Ed è alle difficoltà delle persone che bisogna dare risposte, con proposte chiare e radicali. I tatticismi non ci servono”.
Il costo delle bollette schizza verso l’alto, la produzione industriale cala da due anni, gli inattivi sono moltissimi. Eppure Giorgia Meloni resta forte nei sondaggi. Magari perché le opposizioni non sono percepite come un’alternativa?
A me interessano i problemi della gente. C’è il boom della cassa integrazione, nel 2024 sono morte 285 mila imprese e le partite Iva stanno diventando i nuovi poveri. Meloni parla di un Paese che non esiste in cui va tutto bene, mentre la gente non crede più nello Stato. Dobbiamo tornare a coinvolgere gli esclusi e le fasce più in difficoltà.
Ma i consensi…
Non mi interessano i sondaggi ma i risultati che si ottengono. Quando eravamo al governo avevamo creato il fondo 4.0 per le imprese e sostenuto misure come l’Ace (sgravio fiscale, ndr) che questo governo ha distrutto. La destra ha abbandonato le piccole e medie aziende.
Al Nord i partiti di centrosinistra spesso faticano, e voi del M5S siete residuali. Qualcosa non torna, forse anche su temi come la sicurezza, no?
La sicurezza non è né di destra né di sinistra, ma un diritto da garantire. Serve un approccio sia preventivo che repressivo, come ho fatto quando ero sindaca sottoscrivendo il primo accordo per la sicurezza integrata. Sto depositando una legge con questo obiettivo.
Giuseppe Conte critica il Pd perché “vuole accogliere tutti”, e ritiene un punto di riferimento la politica tedesca Sahra Wagenknecht, che sui migranti ha posizioni inflessibili. Condivide?
Concordo con Wagenknecht sull’esigenza di tornare a parlare a gli esclusi. G li ultimi dati dicono che gli sbarchi a gennaio sono aumentati del 136 per cento, ma Meloni fa propaganda sull’immigrazione e costruisce canili di lusso in Albania. Serve pragmatismo perché le ideologie, dal blocco navale della destra all’accoglienza indiscriminata della sinistra sono utili forse solo a prendere qualche voto.
Rispondendo agli attacchi del M5S che invoca le dimissioni di Daniela Santanchè, Meloni ha ricordato che lei è stata condannata in via definitiva.
Meloni è in difficoltà davanti a una ministra che non lascia la poltrona. Sa benissimo che nella vicenda giudiziaria su cui mi attacca sono coinvolta in quanto sindaca in modo colposo e non doloso, per un fatto di sicurezza pubblica. Il tempo speso per attaccarmi poteva usarlo per rispondere sulle bollette o per ascoltare l’appello firmato da migliaia di sindaci proprio in seguito al mio caso, per una legge che li tuteli.
Dario Franceschini sostiene che per vincere nelle Politiche bisogna andare divisi e che l’Ulivo non potrà tornare. Lei dovrebbe condividere, no?
Bisogna dire basta ad alchimie e a formule del passato, e quel che dice Franceschini va nella direzione che auspico.
Al M5S gioverebbe correre da solo?
La mia posizione sul rapporto con il Pd è nota (“non è tempo di alleanze strutturali”, disse al Fatto due mesi fa, ndr). Non mi spaventa una stagione in solitaria: ciò che conta è la radicalità della nostra proposta politica. Il Movimento deve concentrarsi sulla difesa dei tanti cittadini traditi e abbandonati dal governo Meloni.
Il M5S discute di come riformare i due mandati. Se passa la distinzione tra piccoli centri e città metropolitane, lei e un’altra ex sindaca come Virginia Raggi non potrete ricandidarvi.
Il punto non è la mia ricandidatura, ma come dare seguito all’indicazione dei nostri iscritti. In generale preferisco regole chiare per tutti. Non amo le deroghe perché quando inizi a usarle vuol dire che non esiste la regola.
ma qualcuno non ha ancora capito che derogare una regola è come cancellarla ,e i pecoroni lo seguono
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Le regole si possono riscrivere dietro indicazione degli iscritti….quindi di quali deroghe stiamo parlando? Oppure le regole sono dogmi e comandamenti immodificabili di carattere religioso ed allora siamo in altro contesto, fideistico chiesastico, che non ha niente a che vedere con la politica…..che almeno per me dovrebbe essere razionale ed atea…
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Il pidiota al lavoro!
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Singolare svolta radicaleggiante ( e benvenuta anche se un pò tarda ) di Appendino. Sembra quasi una Virginia Raggi, la migliore risorsa 5stelle che però mi sembra che stia mollando quasi tutto. A sentirle entrambe ci si chiede se stanno nello stesso movimento politico di Patuanelli ( detto anche Mister 3%) e Todde.
Da soli alle politiche fra due anni ( dopo aver provato tutto il decente possibile) sì solo se si cambia il vigente rosatellum ( che FdI e PD si tengono ben stretto in grande e silenzioso accordo sulle cose serie come sempre ) con il quale i 5stelle moderatissimi di oggi non eleggono neanche uno nei collegi uninominali ( tranne che AVS si trasformino da coniglietti in leprotti ) .. o che i 5stelle davvero ri-diventino dei rivoluzionari riformatori e risveglino i 5 milioni di astenuti militanti molto .. molto…molto diffidenti.
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E per diventare rivoluzionari riformisti cosa dovrebbero fare? Ritornare a mandare tutti a far qualcos’altro e ricominciare a urlare mai col PD? Temo sia troppo poco.
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Dovrebbero riprecisare i loro “9 punti” al 2027 e proporli a chiunque sia disponibile a discuterne. E prima aprire una campagna per il proporzionale con quorum, unica speranza per non tenersi giorgia nei prossimi 20 anni.
L’alternativa sarebbe … ? Qualche collegio uninominale sicuro e 20 anni all’opposizione ? Si dissolvono prima delle elezioni…
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Secondo me per prima cosa dovrebbero lavorare sui territori per far conoscere alla gente le istanze per cui si battono. E’ un lavoro lungo e faticoso ma é imprescindibile se si vuole aumentare il consenso considerando il fatto che i media non sono molto benevoli coi 5Stelle. Per quanto riguarda la legge elettorale tieni presente che nel 2022 sarebbe stato sufficiente che M5Stelle e PD avessero trovato un accordo per organizzare una qualche forma di desistenza nei collegi in bilico che la maggioranza che ci governa attualmente non avrebbe avuto i numeri sufficienti al senato. Sappiamo chi si oppose a questo progetto.
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Sono in buona parte d’accordo con te. Tieni presente che il proporzionale con quorum, che ha effetti quasi opposti al p. puro ( cioè con basso quorum) ha un valore ” planetario” perchè garantisce “una ragionevole rappresentanza ” mentre ” le desistenze” sono tattiche contingenti che non tutti i potenziali astenuti politici amerebbero. E senza astensioni rientrate la minoranza di cdx continuera tranquilla a vincere.
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Sono d’accordo con te che il proporzionale con quorum é un’ottima soluzione ma non so se é possibile trovare una maggioranza disponibile a votare in questo senso. Per quanto riguarda la desistenza é sicuramente un espediente tattico non da usare a ogni elezione però ti porto due esempi. Ai ballottaggi che si sono tenuti dopo le europee su sei capoluoghi di regione in cui si votava (Firenze, Bari, Cagliari, Perugia, Potenza e Campobasso) sono stati tutti appannaggio del centrosinistra e addirittura in 2 comuni che sono sempre stati di destra (Anzio e Nettuno) hanno vinto candidati di centrosinistra. Io capisco che sono avvenimenti che non fanno notizia però voglio solo rimarcare che non é tutto così scontato. Se si riesce a costruire un’alleanza sui programmi e non un cartello elettorale vincere non é un’impresa proibitiva.
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Che noia 🥱
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Rinfacciare alla ex sindaca di Torino la condanna per motivo colposo quando tra l’ altro i magistrati dovrebbero spiegare ai cittadini perché no al Questore e al Prefetto, dimostra la malafede e la cattiveria della fascio Caciottara che vede la spina e non la trave della truffaldina che ha in casa. Pesciaiola pericolosissima che sfugge come una anguilla alle sue gravi responsabilità.
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Più semplicemente, la Meloni utilizza le tecniche base della fallacia logica nel dibattito. In questo particolare caso “reductio ad ridiculim” e “straw man fallacy”.
Se vuoi divertirti, puoi verificare che le tecniche sono applicate, dal carrozzone politico e in particolare dal gruppo meloniano, in modo assai elementare e sempre nella stessa maniera:
https://patrimonilinguistici.it/fallacie-logiche/
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Ad ogni modo non mi sembra giusto, a questo punto, tacere di fronte alla condanna dell’Appendino. Per me è mostruosa, ma c’é e non mi sembra sensato condannare una persona che oltretutto, anche se ne avesse l’agibilità politica, sarebbe facilmente attaccabile. Finché sta fuori dalla istituzioni è un conto, può fare parte dei 5S, ma dopo non è più la stessa cosa.
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“… e il campo largo che non sa neanche come chiamarsi”.
Non c’è nessun campo largo. Il “campo largo” è una grande ammucchiata che comprende anche Renzi e Calenda, quindi non è fattibile. Non è praticabile l’alleanza con il PD per via delle profonde differenze, figuriamoci con quei due che hanno idee diametralmente opposte a quelle del Movimento.
“Il costo delle bollette schizza verso l’alto, la produzione industriale cala da due anni, gli inattivi sono moltissimi. Eppure Giorgia Meloni resta forte nei sondaggi. Magari perché le opposizioni non sono percepite come un’alternativa?“.
Aggiungerei la povertà assoluta che ha toccato il massimo storico e l’inflazione che ha ripreso a salire; le promesse tradite e il fallimento sui migranti. Con un quadro socio-economico così critico, non è credibile che la Meloni goda ancora di un consenso elevato. Del resto, i sondaggi hanno più volte dimostrato di essere inaffidabili.
“Al Nord voi del M5S siete residuali”.
Alle Europee e alle Politiche il Movimento ha ottenuto buoni risultati in Liguria, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana.
“Al M5S gioverebbe correre da solo?“.
Il M5S è costretto a correre da solo per via delle profonde differenze con il PD. Inoltre, gli iscritti hanno deciso che il Movimento è “indipendente”, il che vuol dire che mantiene una propria autonomia e che, quindi, non si lega strutturalmente a nessun partito o coalizione. Le eventuali alleanze si fanno solo sulla base di un accordo programmatico preciso.
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