Bavaglio – Malumori in viale Mazzini: secondo molti il “responsabile editoriale” sarebbe una mossa per neutralizzare le inchieste di Report

(Di Gianluca Roselli – ilfattoquotidiano.it) – Aria di nuovi bavagli in Rai, specie per l’informazione. A Viale Mazzini sta facendo discutere la decisione di istituire dei “responsabili editoriali” che avranno appunto la responsabilità dei programmi di approfondimento, day time e prime time, andando a porsi al di sotto dei rispettivi direttori di genere. L’ordine arriva dall’amministratore delegato, Giampaolo Rossi, con una circolare interna inviata venerdì sera a direttori e vice di day time, prime time e approfondimento. Qui si dice che “tutti i programmi devono essere assegnati a una ‘struttura editoriale’ formalmente istituita nell’ambito di una direzione di genere ed avente un ‘responsabile di struttura’”. E in un secondo punto si spiega che “la gestione editoriale di ogni programma è di competenza del responsabile della struttura editoriale (e quindi non affidabile al conduttore o al responsabile ‘pem’, né esercitabile in prima persona dal direttore di genere)”.
Secondo quanto trapela, si tratterebbe di normale amministrazione poiché, quando si è passati dalle reti ai generi, diversi programmi sono rimasti senza capostruttura di riferimento, che sono quelle figure mediane che gestiscono in concreto la fattura dei prodotti tv coordinandosi con redazioni e direzione. Sotto l’approfondimento, per esempio, sono circa 14 le trasmissioni senza un capostruttura di riferimento. “La circolare va a sanare un’anomalia aziendale”, fa notare una fonte da Viale Mazzini.
La circolare di Rossi, di cui nessuno pare fosse a conoscenza, lascia però spazio ad ambiguità, tanto che sta generando parecchi malumori nelle tre direzioni in oggetto. Perché la “struttura editoriale” di cui si parla, con relativo responsabile nominato dall’ad, potrebbe sembrare invece un organismo nuovo che esercita ancor più controllo sulle trasmissioni, commissariando direttori e conduttori. E infatti la faccenda in azienda ha suscitato reazioni, come si può vedere nel durissimo comunicato dell’Usigrai, insieme ai cdr di approfondimento e day time. “La Rai commissaria i generi e toglie responsabilità a direttori e conduttori. Non si capisce cosa siano queste nuove strutture, né chi siano i responsabili editoriali e come verranno scelti”, attacca il sindacato dei giornalisti. Che bolla la novità come “un modo ulteriore per mettere sotto stretto controllo l’informazione del servizio pubblico”. Una nota che ha spaccato l’Usigrai, con la minoranza che prende le distanze e si dissocia. Ma all’attacco c’è anche la politica. “Si vogliono commissariare i programmi d’informazione”, afferma Dolores Bevilacqua (M5S). “Il governo vuole controllare le trasmissioni che funzionano”, accusa Sandro Ruotolo (Pd). Mente per Fratoianni e Bonelli (Avs) “la destra ha messo Report nel mirino e Rossi dovrà venire a spiegare in Vigilanza”.
E infatti tutti guardano a Report, programma che, col suo 8% di media di share (comprese le repliche del sabato), sta tenendo a galla Rai3 e questa sera tratterà di nuovi particolari sul caso Santanchè. In qualità di autore del programma e vicedirettore ad personam, Sigfrido Ranucci si rapporta solo col direttore dell’approfondimento Paolo Corsini e nessun altro. Secondo questa direttiva, invece, dovrà avere a che fare anche con una nuova figura che potrebbe dire la sua sui contenuti. Che, guarda caso, è quello che nel corso dei mesi ha chiesto la destra dopo alcune puntate scottanti. Per esempio Adolfo Urso, ma pure la stessa Santanchè o Ignazio La Russa, e poi Maurizio Gasparri (che attacca Ranucci un giorno sì e l’altro pure) e, da ultima, Marina Berlusconi, che ha annunciato querela dopo la puntata su Silvio Berlusconi. Insomma, secondo alcuni le pressioni del centrodestra potrebbero aver trovato terreno fertile a viale Mazzini. Ma la novità riguarderà diversi programmi, anche sotto le direzioni di Angelo Mellone (day) e Marcello Ciannamea (prime). E qualcuno in azienda fa l’esempio della famosa intervista di Monica Maggioni a Bashar al-Assad, che non fu autorizzata da nessuno. Lei si autoinviò a Damasco come ad di RaiCom e poi nessuna rete volle trasmetterla e finì su RaiPlay. Si vuole evitare che si ripetano casi simili.
Se avessero la coscienza a posto non dovrebbero imbavagliare nessuno ma tant’è!!
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Ma veramente veramente questa cosa stupisce qualcuno? Facciamoli sfogare che non durano tanto…
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Dureranno il tempo necessario a far si che tutto il gregge obbedisca al cane e al padrone🤔
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L’articolo 21 della Costituzione italiana garantisce il diritto alla libertà di manifestazione del pensiero sui vari strumenti di comunicazione, il diritto è inviolabile. Questa affermazione però appare un po’ stridente di fronte alla realtà dei fatti pere quanto riguarda l’informazione italiana che continua a scendere nella classifica delle libertà.
Non che in passato, per la Rai, la situazione fosse molto brillante ma almeno vigeva il sistema Cencelli per cui i partiti maggiori si spartivano gli spazi televisivi e un minimo di pluralità c’era, con un Rete 3 che dava sempre i programmi migliori e più innovativi. Purtroppo anche allora la censura non mancava, basti pensare a Biagi, Grillo, Fo, Santoro, Luttazzi… Ma ora siamo arrivati a radiare un cantante come Ghali perché ha accennato alla pace!! Non ci sono limiti al grottesco. E dobbiamo veder girare propagandisti di livello infimo come Sechi o Bocchino, mentre un Vespa è superpagato per fare da corifeo al governo di turno.
Purtroppo i due governi Conte non cercarono nemmeno di farsi dare un canale tv e questo fu un grave errore che continua con la lentezza inaccettabile delle mosse politiche di Conte stesso, ridotto a una sbiadita figurina sparita dalla vista come dall’immaginario popolare.
Oggi i vari canali Rai propongono una melassa televisiva non difforme da Mediaset o da La Sette e dobbiamo andare sul Nove per sapere qualcosa grazie a Accordi&disaccordi o a Crozza.
Nel frattempo continua l’attacco infame a Ranucci, reo di denunciare le porcherie politiche italiane e di non seguire la mandria bovina e succube dei giornalisti embedded.
La Meloni nella sua frenesia dittatoriale, vuole che l’informazione sia a senso unico, supina agli ordini governativi, spianata in una apologia di regime che si beffa della realtà e continua a trovare menti piccole adulterate da una propaganda di infimo valore, con lo spaccio continuo di menzogne arroganti e alterazione dei fatti, senza deviazioni dal clima di Minculpop preteso da Sua Maestà.
Le denunce circostanziate di Ranucci e della sua squadra sono come l’orzaiolo nell’occhio del diavolo, sempre più insopportabili alla Madre Cristiana e si stagliano vigorosamente sulla melassa indecente dell’informazione governativa antidemocratica, costruita ad arte per citrulli e ignari, un indecente pappone che ha già fatto perdere alla Rai un milione di ascoltatori.
Tutti si saranno accorti, spero, di quanto si è abbassato il livello dei programmi Rai, che sono diventati un continuo remaque di vecchie cose, senza nessun programma nuovo, nessun prodotto vendibile all’estero, nemmeno una misera telenovela, un quiz intelligente, un’idea nuova, con la riproposizione infinita di vecchi catafalchi sempre più vecchi e stantii, come si volesse riportare il Paese a 70 anni fa e renderlo sempre più vecchio e conservatore.
In questo quadro di regressione e di abbandono, non si capisce cosa facciano 14.000 dipendenti e centinaia di dirigenti a cui benevolmente Meloni ha concesso 200 auto di grandi marche corredate da 2000 litri di benzina, evidentemente al solo scopo di evitarle la sgradevolezza di qualche critica o di qualche verità.
Ma ora addirittura ogni programma dovrebbe sottostare al permesso di speciali “responsabili editoriali”. La censura raddoppia.
Non che la monotonia, il replay, il basso livello culturale e informativo non manchino anche su Mediaset, dove ci sono telefilm che vanno in onda da 50 anni tipo ‘La casa nella prateria’.
Ma con la nuova “struttura editoriale” in Rai tutto dovrà essere controllato e censurato, commissariando direttori e conduttori, è una nuova museruola all’informazione che restringe ulteriormente la libertà degli autori di programmi e fa esplodere Usigray.
Con loro massimo dispiacere Report va benissimo, ha un 8% di share, è il fiore all’occhiello di Rai3. Ma in futuro dovrebbe finire sotto l’occhio vigile di un commissario, magari la beata Santanché, famosa per amare la verità, o Gasparri che è abituato ad attaccare Ranucci tutti i giorni. Non basta a costoro di aver buttato contro Ranucci 167 querele, tutte perse, vogliono proprio tenere il morso nelle loro mani. Del resto la stessa Marina Berlusconi si è molto seccata per la puntata dedicata al padre, come se Ranucci non avesse fatto altro che riportare le sue sentenze di condanna, ma evidentemente ciò è stato una macchia sulla macchina potente della beatificazione. Lo stesso si può dire sulla breatificazione di Craxi ad opera della Santanché.
Da ora in avanti ogni parola sulla tv dovrà essere monitorata e controllata ed avere l’imprimatur dall’alto.
Ovviamente se questo non si chiama fascismo, non so come altro dovrebbe chiamarsi.
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Vogliamo Ranucci sul NOVE……!!!!!
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REPORT FOREVER !!
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