Saar – “Intesa con Tajani e Nordio”. Visita di Bibi possibile

(Di Alessandro Mantovani e Giacomo Salvini – ilfattoquotidiano.it) – L’Italia vuole avere un ruolo nel futuro dei Territori palestinesi, anche con “una presenza militare in occasione di un’eventuale scelta delle Nazioni Unite di dar vita a una sorta di amministrazione modello Unifil in Palestina per unificare Striscia di Gaza e West Bank”, ha detto ieri il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani. Probabilmente si guarda già alla futura ricostruzione, sempre che la tregua regga e che Israele non decida di spianare anche la Cisgiordania.

Si spiega così l’ampia rassicurazione che Tajani stesso, ma anche il guardasigilli Carlo Nordio e l’altro vicepremier, Matteo Salvini, hanno voluto dare martedì a Roma al ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar: Benjamin Netanyahu non sarà arrestato se metterà piede del nostro Paese, una visita che “non è prevista a breve” assicurano fonti governative, ma più avanti chissà. Insomma l’Italia, come gli altri Paesi del G7, ha deciso di ignorare il mandato d’arresto emesso lo scorso novembre dalla Corte penale internazionale (Cpi) a carico del capo del governo israeliano, accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità a Gaza. Tajani stesso ha spiegato il motivo: “Ci sono delle immunità e le immunità vanno rispettate”. È una linea concordata a fine novembre al G7 di Fiuggi presieduto dal governo italiano, suggerita dal francese Emmanuel Macron che allora aveva il problema di farsi ammettere nel novero dei Paesi associati alla gestione della prima tregua a Gaza. È una linea di assoluta indifferenza a prerogative e poteri delle giurisdizioni internazionali, specie penali, storicamente tenuta dagli Usa come anche da Israele e dalla Russia di Vladimir Putin, che però non hanno ratificato i trattati istitutivi della Corte, mentre l’Italia sì. Proprio ieri il segretario di Stato Marco Rubio si è scagliato contro la Cpi e ha detto che il mandato d’arresto contro Netanyahu “è una prova per vedere se possono perseguire un capo di Stato di una nazione non membro. Se avranno successo con Israele, prima o poi applicheranno lo stesso standard agli Stati Uniti”. L’Ue, invece, sul punto è spaccata: noi stiamo con Francia, Germania e Polonia, mentre Paesi come Spagna, Irlanda e Paesi Bassi sono pronti a eseguire il mandato della Corte. La regola dell’immunità del G7, spiegano fonti governative, si applica alle prime tre cariche dello Stato, almeno nel corso del mandato. Quindi non a Gallant, l’ex ministro della Difesa coimputato di Netanyahu. Né a Netanyahu quando avrà lasciato il suo incarico. Ma certamente non sarebbe arrestato Putin, pure colpito da mandato d’arresto della Corte dal marzo 2023, che però in Italia non verrà. La notizia delle rassicurazioni di Tajani, che lunedì andrà in Israele mentre Salvini a febbraio, è stata confermata da Saar: “Ho parlato con Tajani e Nordio e non c’è nessun problema per chiunque voglia venire a Roma, neanche per Netanyahu”.