
(editorialedomani.it) – «Ai maschi non è stato chiesto di spogliarsi e di togliersi i vestiti», racconta una delle attiviste fermate in un video pubblicato sui canali social del movimento di protesta ambientalista Extinction Rebellion. I manifestanti avevano organizzato un sit-in per chiedere di interrompere la «complicità nel genocidio palestinese e nei crimini di guerra e contro l’umanità che si stanno consumando a Gaza»
Un fermo da incubo per 23 manifestanti dopo un sit-in di protesta davanti la sede di Leonardo Spa a Brescia organizzato per chiedere allo stato italiano e alla società produttrice di armamenti di interrompere la «complicità nel genocidio palestinese e nei crimini di guerra e contro l’umanità che si stanno consumando a Gaza». I manifestanti sono stati trattenuti per oltre sette ore in Questura e alcune attiviste hanno anche denunciato di essere state fatte spogliare.
«Mi hanno chiesto di spogliarmi, di togliermi le mutande e fare tre squat per dei controlli a detta loro. Questo trattamento è stato riservato solo a delle persone femminilizzate. Ai maschi non è stato chiesto di spogliarsi e di togliersi i vestiti», racconta una di loro in un video pubblicato sui canali social del movimento di protesta ambientalista Extinction Rebellion. I 23 attivisti facevano parte di diversi movimenti tra cui Ultima Generazione, Extinction Rebellion e Palestina Libera. Sono stati fermati davanti la sede di Leonardo spa, società a controllo pubblico attiva nel settore dell’industria bellica e della sicurezza.
«Tutte le persone sono state denunciate arbitrariamente per reati pretestuosi e altre espulse da Brescia con dei fogli di via obbligatori. Sì, la solita misura di prevenzione del codice antimafia che viene illegittimamente notificata dai Questori di tutta Italia sotto ordine diretto del Ministero dell’Interno», denuncia Extinction Rebellion.
Gli attivisti sono stati accusati di «radunata sediziosa», «accensioni ed esplosioni pericolose», «imbrattamento» e «concorso morale». Alcune di loro sono state denunciate anche per «manifestazione non preavvisata».

«Spieghino gli agenti della Questura di Brescia come mai hanno sottoposto a 7 ore di fermo persone che avevano fornito i documenti e quindi non dovevano essere trattenute in base all’articolo 349 del codice di procedura penale», scrive Marco Grimaldi vicecapogruppo di Avs alla Camera nella sua interrogazione. «Ma, soprattutto, spieghino perché donne e ragazze sarebbero state costrette a spogliarsi e a eseguire piegamenti sulle gambe. Di questi abusi, dopo il 2001, ne abbiamo abbastanza. Come ne abbiamo abbastanza delle denunce arbitrarie, che regolarmente cadono davanti al Pm e dei fogli di via elargiti a chiunque manifesti».
Ma c’è di più. «Ciò che più inquieta – scrive il parlamentare di Avs – è che molte delle persone identificate come donne hanno testimoniato di essere state costrette a spogliarsi e a eseguire piegamenti sulle gambe, trattamento non riservato alle persone di sesso maschile». Da qui la richiesta di riferire in Aula al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Vicende come queste vanno chiarite e sanzionate in modo esemplare. Altro che l’inseguimento a Ramy.
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Stanno iniziando ad affilare le matite, poi passerenno a spezzarle, magari di notte.
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Italiani brava gente.
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Che significa ” persone femminilizzate” ? Sono ” donne e ragazze” come afferma Marco Grimaldi o no ? Infine, mi piacerebbe sapete se ci sono state davvero accensioni ed esplosioni pericolose e imbrattamento. È facile: SI oppure NO.
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Esplosioni pericolose. Mica come le bombe e i missili made in Leonardo, eh? Magari saranno stati botti di capodanno avanzati, vuoi mettere con qualche missile o bomba da 1 tonnellata?
I ‘controlli’ li hanno fatti alle femmine, tranquilli, i femminielli non interessano molto. E’ stata una bastardata ma scommetto che non ci saranno molte inchieste al riguardo.
Poi si lamentassero le FFOO che c’é tente che protesta in piazza.
E scommetto che con loro sono più gentili che con gli attivisti pacifisti. Quelli menano, mica fanno botti non autorizzati.
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Anche a Torino la polizia aveva denunciato i ragazzi e le ragazze di Extinction Rebellion ma…
TORINO: ARCHIVIATE DECINE DI DENUNCE AI MOVIMENTI ECOLOGISTI
Archiviate decine di denunce ai movimenti ecologisti della città, da Extinction Rebellion ai partecipanti al Climate Social Camp. La PM rigetta le accuse di imbrattamento, violenza privata, detenzione abusiva di armi, occupazione e manifestazione non preavvisata, decretando che i reati non sussistono. “Mentre si celebrano indisturbati i raduni neofascisti in tutto il paese, il governo e le questure d’Italia cercano di fermare chi chiede giustizia climatica e sociale”
Ancora una volta il Tribunale di Torino, accogliendo le richieste avanzate in tale senso dalla Procura della Repubbblica, ha archiviato le denunce mosse dalla Questura e da privati nei confronti di diversi movimenti ecologisti della città. Le prime denunce risalgono al Climate Social Camp del luglio 2023, in cui 14 persone furono individuate arbitrariamente come le presunte organizzatrici della pedalata che in quei giorni attraversò la città e denunciate per “manifestazione non preavvisata” (art. 18 TULPS), “invasione” (art. 633 cp) e “imbrattamento” (art. 639 cp). A queste, si aggiungono le denunce per due azioni di Extinction Rebellion. La prima risale al 30 marzo 2023, quando venne rovesciato un quintale di letame all’ingresso del grattacielo della Regione Piemonte, per denunciare l’assenza di politiche strutturali per far fronte allo stato di siccità. La seconda si è svolta invece il 29 aprile 2024, quando un gruppo di persone si arrampicò sul tetto della facoltà di biologia, in piazza Carlina durante il G7 Energia, Clima e Ambiente per appendere uno striscione con scritto “Il re è nudo, il G7 è una truffa”. Quel giorno, due persone erano state fermate e perquisite da agenti in borghese e denunciate per “detenzione abusiva d’armi”, per il solo fatto di avere, negli zaini, dei coltellini svizzeri…
https://extinctionrebellion.it/press/2025/01/10/torino-archiviate-decine-denunce/
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