Le promesse tradite – L’assist. Poche domande e pochissime risposte Giorgia si loda sui soldi alle imprese e occupati, ma glissa su pensioni, tagli e caro energia

(Di Salvatore Cannavò – ilfattoquotidiano.it) – Due ore e quattro minuti. Tanto ci è voluto per arrivare a una domanda sul lavoro e la crisi industriale. L’economia è la grande assente della conferenza stampa di Giorgia Meloni con alcuni passaggi imbarazzanti, come quando decide che non ha abbastanza tempo per rispondere sul costo delle bollette o aggira il tema dell’utilizzo di Starlink nell’ambito del programma Pnrr sulla connessione digitale. La parte in cui la presidente del Consiglio si dilunga maggiormente è l’elenco dei regali alle imprese e poi l’impegno che più sta a cuore al centrodestra, mettere il “ceto medio” al centro dell’agenda. Ma fa finta di niente sulle pensioni, proprio nel giorno in cui la Cgil denuncia la modifica unilaterale da parte dell’Inps dei requisiti di accesso.
Alla domanda sul lavoro, Meloni risponde che il suo governo, comprendendo anche quelli non stabili, ha prodotto circa un milione di nuovi posti di lavoro: “Berlusconi potrebbe essere fiero di noi”. Rivendica anche gli ultimi 328 mila posti a tempo indeterminato, di “buona qualità”, registrati dall’ultimo rapporto Istat, ma non dice che da due mesi la tendenza è in calo, soprattutto per il lavoro a tempo determinato. Quando si tratta di parlare della disoccupazione giovanile, che è ancora alta, prima ripropone la solita storia dell’offerta e domanda di lavoro che non si incontrano, poi sui Neet, coloro che non cercano lavoro e non studiano, offre una curiosa versione della cultura del governo: “Dovremo creare gruppi di lavoro ad alto livello – dice Meloni – per affrontare il tema delle giovani generazioni in generale”. E di cosa si dovrebbe occupare? “Social media, Internet, pandemia, faccio parte della prima generazione di genitori che cresce figli interamente digitali: non siamo attrezzati”. Dal che sembra dedursene che se i giovani non cercano lavoro è perché stanno sui social.
Sull’industria è più prodiga di dettagli, sciorinando quello che il governo ha fatto: ad esempio l’Ires premiale in legge di Bilancio, gli incentivi finalizzati al mantenimento dei posti di lavoro. L’idea di base resta quella rivendicata fin dal discorso d’insediamento, “creare un contesto favorevole per le industrie”. Alle quali, ricorda la premier alla giornalista del Sole 24 Ore che pone la domanda, il governo ha dato molto: “Oltre all’Ires premiale, la transizione 5.0, i 12 miliardi liberati dal Pnrr e girati alle aziende per fare fronte ai costi dell’energia”. Difficile, però, definire tutto questo una politica industriale specialmente di fronte a una produzione industriale che continua scendere: -4% a settembre, su base annua, -3,6% a ottobre.
A chi gli chiede, come il Giornale, se le due principali promesse elettorali, il taglio delle tasse e la riforma delle pensioni, non siano “rimaste al palo” Meloni ribatte con la lista delle misure prese finora: “L’accorpamento delle prime due aliquote fiscali, la detassazione dei premi produzione, dei fringe benefit, la riduzione del cuneo fiscale, gli incentivi alle madri lavoratrici”. “Abbiamo lavorato sui redditi più bassi”, dice. Ora però, aggiunge subito, “va dato un segnale al ceto medio” che rappresenterà l’obiettivo politico dell’anno che si apre. Come e con quali risorse però non viene detto, tanto più in presenza di tagli strutturali imposti all’Italia dal Patto di Stabilità. Linea su cui il ministro Giancarlo Giorgetti è stato premiato dal Financial Times e da cui Meloni non intende discostarsi. Nessuna risposta, poi, sul tema delle pensioni.
E infine glissa, la presidente del Consiglio, sul tema decisivo del costo dell’energia e del caro bollette. La giornalista Claudia Fusani chiede anche di Starlink e di Musk, tema centrale nella conferenza stampa, ponendo la domanda diretta se il governo userà il satellite di Musk per rimediare ai ritardi del Pnrr sulla connessione digitale. “Non posso rispondere con precisione” dice la premier, ma è sul costo dell’energia che lascia il messaggio più imbarazzante: “Non è una questione su cui si può rispondere in 20 secondi”. La maggior parte degli italiani la risposta l’avrebbe gradita.
“…ma è sul costo dell’energia che lascia il messaggio più imbarazzante: “Non è una questione su cui si può rispondere in 20 secondi”. La maggior parte degli italiani la risposta l’avrebbe gradita.”
Purtroppo la risposta la conosciamo tutti. Il governo fascio-meloniano, con la sua assurda ed incomprensibile politica del mettere i bastoni fra le ruote alle Rinnovabili (esattamente al contrario di quanto sta facendo il resto del globo terracqueo) non permette la diminuzione dei prezzi dell’energia elettrica. Dal 1 gennaio 2025 però finisce l’era del PUN (Prezzo Unico Nazionale) per l’energia e subentrerà la Tariffa Zonale. A quel punto Consumatori ed amministratori della Cosa pubblica potranno verificare la correlazione causa-effetto fra aumento della percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili e riduzione del prezzo dell’energia, sbloccando così la crescita dal basso delle Rinnovabili.
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Non è vero che Meloni sia contraria alle rinnovabili; Meloni semplicemente non conosce l’argomento e la cosa è grave, data la sua primaria importanza.
Forse tu dici che Meloni sia contraria alle rinnovabili facendo mente locale a quanto disse al vertice di Baku dove sembrava il ventriloquo dell’ENI.
Meloni è sempre attenta agli interessi delle lobby, chiunque esse siano anche quelle delle rinnovabili come mostra il caso dell’eolico in Sardegna a cui Todde sta cercando di porre rimedio.
Quanto al fatto che con il passaggio alla tariffa zonale possa cambiare qualcosa per gli utenti io sono scettico; e interesse di chi vende energia trincerarsi dietro gli aumenti del prezzo del gas per poter vendere a prezzo più alto anche l’energia prodotta da rinnovabili.sfruttando il fatto che le rinnovabili sono instabili nella produzione di energia.
Quanti “accumulatori idraulici’ o di aria compressa ci sono a corredo di un parco eolico o di un campo fotovoltaico?
E quanto già succede e il governo è complice di tutto ciò se non altro perché aumentano le entrate erariali.
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Modello in terracotta di NANA GUERRIERA
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la maggior parte degli italiani che ancora ha l’uso della ragione, avrebbe voluto una risposta, i beoti che si bevono tutto quello che racconta la sgenia, pendono dalle labbra di costei e vengono infinocchiati per bene dalle sue immense fandonie..
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Se il tempo che ha impiegato a promunciare la parola ”diciamo” e altri riempitivi lo avesse utilizzato per rispondere alla domanda, avremmo potuto ottenere le informazioni richieste.
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Pero’ cresce nei sondaggi🤔 Sarà che gli italioti in specialmodo nelle classi più disagiate hanno scoperto il gusto di prenderlo indardove🤔
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