Ecco perché non c’è da stupirsi degli imbarazzanti errori di ortografia sui cartelli stradali con le indicazioni per Agrigento, capitale italiana della cultura per il 2025

(Antonio Gurrado – ilfoglio.it) – Io non mi stupirei degli imbarazzanti errori di ortografia sui cartelli stradali con le indicazioni per Agrigento, capitale italiana della cultura per il 2025: non perché sia Agrigento, ma per quel che è la cultura. In Italia se ne parla infatti come di un concetto totalmente astratto e indefinitamente malleabile, che può essere adattato a qualsiasi espressione dell’animo umano, dai graffiti rupestri alla cucina tradizionale, dai B-movie agli immancabili bambini che si straziano l’ugola cantando a mo’ di adulti, dalla splendida cornice di un sito archeologico utilizzato come sfondo di ritrovi della pro loco all’agopuntura o alla pranoterapia: purché tutto sia approssimativo e privo del presupposto che la cultura implichi conoscenza. In Italia, infatti, la cultura è un elemento decorativo, che sta bene su qualsiasi cosa e si porta ovunque con nonchalance, di modo tale che nominare una città capitale della cultura significhi tutto e non significhi nulla: vuol dire rivestirla di un manto nobiliare trasparente e forse inesistente, come nella Spagna seicentesca tutti erano cavalieri e nessuno contava alcunché. Non saranno alcuni strafalcioni sui cartelli stradali a privare Agrigento del titolo di capitale italiana della cultura, anzi; tornano molto utili a farle incarnare il ruolo di capitale della cultura all’italiana.