
(dagospia.com) – Domani è prevista la sentenza di primo grado nel processo “Open Arms”, in cui Matteo Salvini è imputato per sequestro di persona e rischia sei anni di carcere.
Il ministro delle Infrastrutture è già volato a Palermo e ha riunito la Lega intorno a sé a mo’ di falange armata, al punto che il vice segretario Crippa ha annunciato mobilitazioni del Carroccio nel caso in cui il “caro leader” venisse bastonato dai magistrati.
In caso di condanna per il respingimento dei migranti, Salvini è pronto a offrirsi al suo popolo come ”martire della patria”, con la ghiotta e ultima occasione di ricompattare il partito intorno a sé dopo le batoste del popolo padano alle politiche, alle europee, alle regionali e sull’autonomia differenziata (parzialmente bocciata dalla Consulta, a rischio di referendum).
Se Salvini le prova tutte per ritrovare la fortuna politica smarrita, e quindi si barcamena ardimentoso persino nell’aula di un tribunale, Giorgia Meloni è costretta a una maggiore prudenza: che farà la Ducetta in caso di condanna in primo grado del suo vicepremier e ministro?
Potrebbe farlo dimettere, con la certezza a quel punto di far cadere il governo, oppure, più realisticamente, potrebbe liquidare la condanna in primo grado, bollandola come una decisione politica delle detestate “toghe rosse”.
Quindi ribadirà la fiducia in Salvini, gli mostrerà solidarietà schierandosi al fianco del ”martire”, blindandolo al dicastero. Ma a quel punto, una volta rimbalzata una condanna, cosa accadrà se anche Daniela Santanchè fosse rinviata a giudizio per i guai di Visibilia. Anche in quel caso strillerà di ”condanna politica”? Anche allora, la ministra del Turismo verrà tenuta salda al suo posto?
Di certo, Giorgia Meloni si muove su un terreno scivoloso, perché coccolare Salvini nel suo momento di massima difficoltà significa anche serrare le file della maggioranza, in vista di un grande scoglio: ad aprile 2025 si vota le Regionali in Campania, Puglia e Veneto – tre regioni di primaria importanza.
Primo. Giorgia Meloni è convinta che in Campania il Pd alla fine troverà la quadra per ricandidare in qualche modo Vincenzo De Luca. Il suo candidato dovrebbe essere il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che nei sondaggi è dato vincente solo nel caso in cui il candidato avversario fosse il pentastellato Roberto Fico (come capo di una coalizione M5s-PD).
Da sondaggi di centro-sinistra è strasicura la sconfitta di Piantedosi se in campo ci fosse lo “sceriffo” De Luca. Infatti, il ministro irpino sarebbe disposto a candidarsi per affrontare il governatore uscente, solo se i sondaggi nei prossimi mesi rilevassero un sostanziale testa a testa. Viceversa, preferirebbe restare fuori dall’agone ed evitarsi la scoppola
Secondo. Sulla Puglia, nonostante gli inciampi e le inchieste che hanno coinvolto la Regione, presieduta da Michele Emiliano, e il comune di Bari, guidato da Antonio Decaro, il centrodestra sente di non avere molte chance. A dispetto dell’attenzione mediatica portata sul tacco dello Stivale dal Governo (il G7 a Borgo Egnazia, la ribalta dell’ex ministro salentino Fitto, le vacanze di premier, famiglia, ministri e il ruolo di Mantovano, anch’egli di casa in Puglia), da quelle parti il consenso del tandem Emiliano-Decaro è ancora molto forte.
Terzo. In Veneto il centrodestra non avrà problemi: la vittoria è praticamente certa, e Giorgia Meloni, fatto fuori Luca Zaia, pretende la candidatura del suo plenipotenziario Luca De Carlo.
Eppure, anche davanti a una vittoria annunciata, bisogna muoversi con scaltrezza, perché non si può procedere alla candidatura del fratellini d’Italia De Caro scontentando o irritando Zaia e Forza Italia.
Perché se il Doge, con tutto il suo seguito popolare, dovesse per qualche ragione mettersi di traverso (entrando nella Liga Veneta presentando una propria lista alternativa che toglierebbe voti al candidato meloniano), il centrosinistra potrebbe addirittura coltivare buone speranze di vittoria.
Giorgia Meloni deve stare attenta, e il ritornello del “Qui comando io” va messo da parte a beneficio di un approccio pragmatico e disponibile al compromesso con gli alleati.
Senza contare che la sua isterica baldanza, nel ribadire d’essere il ”ponte” tra Trump e l’Ue, ha indispettito alcuni partner europei: Macron e Tusk, irritati dall’egocentrismo della Ducetta de’ noantri, sono andati da Ursula von der Leyen a dottolineare che per parlare con Trump non c’è bisogno alcuno della “diplomazia” dell’amica di Musk (che considera l’Unione Europea un “monumento alla burocrazia, antidemocratico”).
Quindi, il duo hanno ricordato al presidente della Commissione di non fare troppa melina con la Meloni: non le conviene visto come è traballante la maggioranza che la sostiene, chiedendole maggiore sensibilità a chi l’ha voluta confermare (liberali, socialisti e popolari.
Ps. Nel suo furore da marchesa del Grillo (“Io so io e voi nun siete un cazzo”), Giorgia Meloni ha dovuto ingoiare un bel rospone: sognava di approvare la manovra finanziaria prima delle vacanze di Natale, per poter dire di essere stata la prima a riuscire a mandare in vacanza il Parlamento, ma non c’è riuscita, ed è molto incazzata con la sua maggioranza.
"Mi piace"Piace a 1 persona
si accettano scommesse ( senza soldi ovviamente) ……
io dico buona la seconda:
primo grado + toghe rosse = tarallucci & vino almeno per un altro po’
"Mi piace""Mi piace"
Spero che lo condannino ma a tipo 1 anno e mezzo con la condizionale.
Così la pianta di fare la vittima e però non può nemmeno dire di essere stato assolto.
"Mi piace"Piace a 1 persona
facciamo c’è ci può stare, anche perché io sono molto piu pessimista, questo va a casa come Renzi , tanto sono uguali in tutto, nella vita hanno solo vinto un quiz, e poi un posto politico senza neanche aver alzato un martello per piantare un chiodo ( che benevola coincidenza ) fatto sta che questi 2 parassiti sociali che non hanno mai lavorato nella loro vita , non hanno mai potuto trovare il tempo di imparare un inglese perlomeno decente ,tipo level1 Niente di tutto questo può interessare a questi buzzuri ,perlomeno danno lavoro alle traduzioni delle loro oscenità,lombardo toscane
"Mi piace""Mi piace"