Manovra, la retromarcia col trucco: ministri dai rimborsi d’oro. Dopo lo stop all’aumento di stipendio ai non eletti, ecco il tesoretto di 500mila euro per chi non è residente a Roma

(Di Ilaria Proietti – ilfattoquotidiano.it) – Alla fine il colpo gobbo che avrebbe fatto lievitare stabilmente di circa 5.000 euro al mese lo “stipendio” di tutti i ministri e sottosegretari non parlamentari, è sfumato. Ma gli aumenti, sebbene trasformati in rimborsi spese, restano, anche se non per tutti. La nuova versione dell’emendamento alla manovra si riferisce infatti solo a quelli che non siano residenti a Roma.
Fatto sta che oltre ai 110 mila euro lordi all’anno già previsti, avranno anche diritto al rimborso spese per trasferta “da e per il domicilio o la residenza”, che potrebbe valere 4.600 euro netti al mese a cranio in più. Basta avere il requisito della residenza fuori dal Grande raccordo anulare, il che esclude papaveri del calibro di Guido Crosetto, Matteo Piantedosi, Giuseppe Valditara o anche la new entry Alessandro Giuli. Ne potranno invece beneficiare la ministra del Lavoro Elvira Calderone che, per quanto dotata di abitazione nella Capitale, risiede pur sempre a Cagliari. O anche la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli che risiede a Como come pure una pattuglia di sottosegretari, dalla leghista Pina Castiello a Sandra Savino di Forza Italia residenti rispettivamente a Formia e a Trieste passando per il meloniano Claudio Barbaro che invece è di stanza a Formello (a un tiro di schioppo dalla Capitale) o anche Matteo Perego di Cremnago (FI) residente a Milano. In teoria è sottosegretario non parlamentare e non residente a Roma anche Alfredo Mantovano (residente a Lecce) che però ha optato per mantenere il trattamento economico da magistrato di alto rango e dunque chissà se la nuova norma si applicherà anche a lui.
Se vale il criterio della residenza in tutto la misura varrà per nove tra ministri e sottosegretari rispetto ai 18 che avrebbero beneficiato della norma originaria (che avrebbe equiparato tout court il trattamento economico a quello dei colleghi parlamentari) caduta sotto i colpi delle polemiche. Per questo lo stanziamento previsto scende, quasi dimezzandosi, da 1,3 milioni a 500 mila euro che verranno coperti a valere dal Fondo istituito al ministero dell’Economia per far fronte alle esigenze indifferibili. Mezzo milione di euro che diviso per nove interessati (e per 12 mesi) fa la bellezza in teoria di 4629,62 euro (netti e naturalmente esentasse). Una mano santa se è vero che in molti si erano lamentati per esempio con Antonio Tajani con frasi del tipo: “quasi quasi, ci sto rimettendo del mio”. A ogni modo con il nuovo assetto, sarà sicuramente più difficile marcare visita accampando a pretesto la scusa delle trasferte casa-lavoro, troppo costose.
In realtà già ora ministri e sottosegretari non parlamentari non se la passano male. Hanno diritto a un’indennità standard che vale 110,442 euro lordi all’anno che fa un mensile (al netto delle ritenute ai fini del trattamento di quiescenza e per il fondo credito), di 8308,24 euro come ha stabilito a dicembre 2022 la Ragioneria dello Stato. E poi anche al rimborso delle missioni in Italia e all’estero che in alcuni casi è minima, ma in altri è di un certo rilievo: il sottosegretario al Made in Italy con residenza a Bologna Valentino Valentini per dire, solo tra maggio e giugno 2024 ha presentato una nota spese di 6.610 euro tra viaggi, alberghi, taxi e visti consolari. E la ministra Calderone solo a novembre ha chiesto un rimborso da oltre 1.800 euro. Ma al netto delle missioni rimborsate, ci sarebbe per tutti anche una diaria mensile massima di 3.500 euro netti che dipende però dalle giornate di effettivo soggiorno a Roma, anche se nella maggior parte dei casi non se ne sa niente. Di sicuro le ha dettagliate il sottosegretario alla Agricoltura (residente a Barisciano, Teramo) Luigi D’Eramo della Lega che a Roma pare averci messo le tende o quasi: al netto di agosto che non c’è stato mai, nel 2024 ha dichiarato di avere diritto al riconoscimento di 2.883 euro a gennaio, 1.850 a febbraio, ancora 2.883 a marzo, oltre 3.000 ad aprile e via così fino a novembre quando ha fatto l’en plein totalizzando una diaria da 3.503 euro. Barisciano? Roma – o cara – tutta la vita.
Questa dice che sta pure dalla parte dei lavoratori tacci sua e a tutti quelli che gli hanno dato il voto
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Chissà quanto sarà soddisfatta di averci fregato, con questo espediente…vive di questo, la str0n2a.
Alla faccia dei poveracci, che la votano pure!
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Quando Tizio o Caio è incaricato di svolgere un’attività di governo non viene assunto dalla repubblica per svolgere un lavoro ma si è chiamati a espletare una funzione pro tempore, a rendere un servizio allo stato come era, per esempio, quello di leva. I governanti infatti non ricevono uno stipendio, ma una lauta indennità per compensarli dall’eventuale danno sulla loro carriera professionale (ammesso che ci sia) che comunque viene preservata e posta in aspettativa. Non è obbligatorio aderire a questa particolare chiamata della patria. Comunque ai membri del governo non parlamentari, che siano dipendenti pubblici o di enti di diritto pubblico, è anche garantita la riscossione dello stipendio nella misura in cui non superi l’emolumento spettante a un parlamentare. Piuttosto bisogna chiedersi per quale motivo un membro del governo debba poter cumulare anche l’indennità parlamentare?
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ci sarebbe da chiedersi troppe cose a giustificare stipendi e spese di questi fancazz8sti che “lavorano” a Roma 3 giorni alla settimana, dove spesso dormono e si fanno i fatti loro nei comodi scranni !
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