Contestata la linea critica della vicepresidente: «I toni ruvidi non aiutano». Todde la capofila di chi vuole tenere vivo il confronto tra i progressisti

(Niccolo’ Carratelli – lastampa.it) – ROMA. La gara con il Pd a chi è più progressista è un esercizio inutile. Anzi, alla lunga può rivelarsi dannoso. Dentro al Movimento 5 stelle sono in tanti a pensarla così e a vivere con una certa insofferenza la linea aggressiva nei confronti dei dem portata avanti, non da oggi, soprattutto da Chiara Appendino. Il Pd nei fatti non si sta dimostrando progressista, è l’accusa della vicepresidente M5s ed ex sindaca di Torino, Schlein dovrebbe essere «testardamente coerente», ha detto nell’intervista di pochi giorni fa a questo giornale. Dunque, «nessun tavolo con loro», non è il momento di costruire l’alternativa, pensiamo a rafforzare il Movimento.
Raccontano che, quando ha letto queste dichiarazioni, Alessandra Todde abbia iniziato a mandare messaggi inviperiti ad amici e colleghi. «Che senso ha? Così prendiamo solo in giro i nostri elettori», il suo sfogo. La presidente della Sardegna è probabilmente la figura più popolare tra gli iscritti 5 stelle, dopo Giuseppe Conte: prima presidente di Regione del Movimento, prima donna alla guida dell’isola, protagonista della prima grande vittoria dell’alleanza Pd-M5s.
Non solo, molto apprezzata al Nazareno, con un rapporto personale di stima e amicizia con Elly Schlein. Insomma, se tra i 5 stelle c’è qualcuno in prima fila per avviare la costruzione dell’alternativa al governo Meloni, quella è Todde. «Dire che ci penseremo più avanti crea solo confusione, fa sorgere dubbi su una prospettiva che dobbiamo invece perseguire con convinzione, prima nei territori e poi a livello nazionale», spiega un parlamentare vicino alla governatrice. E via a ricordare le tante realtà in cui Pd e M5s già governano insieme, dalla Sardegna a Napoli, e i prossimi appuntamenti elettorali in cui sarà necessario allearsi per essere competitivi, dalla Toscana alla Campania.
In quest’ultimo caso, il candidato unitario potrebbe essere Roberto Fico, un altro che la pensa come Todde: «Non possiamo fingere di stare su Marte – dice a La Stampa l’ex presidente della Camera – l’alternativa per battere Meloni non si può costruire all’ultimo momento e anche noi abbiamo la responsabilità di lavorare per rafforzare il fronte progressista». Insomma, è giusto «essere chiari e solidi sull’agenda politica del Movimento», ma allo stesso tempo «bisogna essere collaborativi e provare a condividere le battaglie, in Parlamento e nelle piazze», senza mettersi ad attaccare tutti i giorni gli alleati. Una posizione che, secondo Fico, è «maggioritaria» nel Movimento.
La lista dei “dialoganti” è lunga: dal capogruppo al Senato, Stefano Patuanelli, al vicepresidente Riccardo Ricciardi, passando per deputate note come Vittoria Baldino e Gilda Sportiello. «Credo che la ruvidità di certe uscite non aiuti – dice anche la senatrice Alessandra Maiorino a La Stampa –. È legittimo rivendicare la nostra indipendenza e sottolineare le incoerenze altrui, ma senza perdere di vista l’obiettivo di mandare a casa Meloni».
La valutazione critica sull’atteggiamento di Appendino non coinvolge Conte, per quanto anche il presidente 5 stelle, nelle ultime settimane, abbia aumentato sensibilmente gli attacchi ai dem. «Ma è una fase legata all’esito dell’assemblea costituente, c’è una parte dei nostri iscritti che teme la subalternità al Pd, vanno rassicurati – spiega Maiorino –. Poi l’obiettivo non è rubare elettori al Pd, ma riattivare chi ha smesso di votare». In sostanza, adesso è il momento di fare la voce grossa, «ma Conte è ben consapevole che con i dem dovremo sederci allo stesso tavolo per il bene del Paese», assicurano anche dagli uffici della Regione Sardegna.
Sullo sfondo, anche se per ora tenuto sottotraccia, c’è lo scontro tra le due donne più in vista del Movimento: Todde e Appendino, entrambe con ambizioni da leader del futuro. La prima, acclamata al Palazzo dei Congressi di Roma, si muove in sintonia con Conte. La seconda, diventata punto di riferimento per i (pochi) non allineati, spesso e volentieri non rinuncia al controcanto, in particolare sul tema delle alleanze. Todde artefice dell’impresa unitaria in Sardegna, Appendino decisiva nello strappo alle Regionali in Piemonte, caso recente come quello del Lazio in cui Pd e M5s hanno corso separati. Due traiettorie diverse, destinate a convivere finché le redini saranno nelle mani di Conte. In attesa di capire se il tentativo di rilancio politico dei 5 stelle si concretizzerà alle urne da qui al 2027.
La Todde in questo caso ha ragione. E’ chiaro che se tu ti esponi così duramente contro il Pd e poi ti allei a capo chino alle prossime elezioni hai l’effetto contrario. Gli elettori si sentiranno presi per i fondelli e non ti voteranno. Detto questo, io adoro l’Appendino. Il problema è che questo corto circuito nel nuovo Movimento sarà sempre presente, perché definirsi “progressisti indipendenti” non significa nulla. A parte le bimbe di Conte che vivono nel mondo delle favole, non è che gli altri elettori hanno l’anello al naso
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Piú che La Stampa le dovrebbero cambiar nome ne La Zizzania. Danno quasi i punti al Riformista.
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E ti pareva che La Stampa non mi faceva sapere come la penso io a me medesimo ? Abbiamo appena finito una sorta di congresso con consultazione degli iscritti che ha sancito che con il PD non si fanno alleanze strategiche na contratti se Ve ne sono le condizioni a grandissima maggioranza e se ne escono loro con il parere ritoccato a mestiere della Pendino che sostiene l’esatto contrario. Con il PD bisogna stare allerta 24 ore al giorno e non fargli sconti di nessun genere perché vanno parte integrale di quel sistema che noi vogliamo combattere, anzi ne sono i maggiori responsabili . ma questi Travaglio lo ascoltano mai ?
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io penso che l’appendino faccia bene. È giusto sottolineare le differenze anche con gli alleati, specialmente quando gli alleati fingono di convergere sull’indirizzo politico al punto da far passare l’idea che l’abbia sempre pensata così; sennò sembriamo tutti uguali e non è giusto.
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Il sentiero in cui si è messo il M5S è molto stretto… Le prospettive sono tre più una: o la via solitaria, come ai vecchi bei tempi, quelli dell’infanzia e non dell’età adulta.. O l’alleanza col PD, come dicono già in molti (Todde, El Patua, Fico, eccetera) ma gli altri fanno finta di niente. O tenere la linea ambigua e dura fino alla fine e sperare nell’appoggio esterno (che Pd e Avs non accettterebbero mai) a un eventuale e poco probabile governo di centro-sinistra. O qualche coniglio che viene tirato fuori dal qualche cilindro che indica una quarta via a oggi inimmaginabile.
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sarebbe da valutare un mezzo appoggio esterno dove, anziché avere cariche di governo, si ottengono cariche parlamentari (più presidenti di commissione, presidenti di camera e senato, eccetera)
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La questione è presentata in modo truffaldino, come ci si può legittimamente aspettare dalla Stampa, però c’è un fondo di verità in quanto dice la Todde. Il pd ha sempre cercato in tutti i modi di fare la vittima nei confronti dei 5s, così da diffondere l’idea che la colpa di un fallimento nel costruire l’alternativa al governo attuale sia di questi ultimi.
Un modo per tacitare le critiche e per evitare che le contraddizioni del pd vengano messe a nudo, da una parte, dall’altra per dire all’elettorato che è stufo del governo attuale che la colpa della mancata unità è tutta di Conte. Tutto questo con il sostegno dei media. Niente di nuovo sotto il sole…
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Finchè abbiamo questa legge elettorale l’alleanza la dobbiamo fare.
Ora la dirigenza ha la forza (che deriva dalla base) per andare a trattare sui contenuti del contratto e Conte in questo è molto bravo.
Firmato: una bimba di conte (ho 50 anni e la barba ma fa niente)
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La Todde, dopo il suo sostegno incondizionato a Kamala Harris, non la prendo neppure in considerazione.
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Come si fa a cercare accordi con un partito che ha votato in Europa il governo più a destra di tutti i tempi e ha pure votato quello scempio del salva Milano.
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Massimo, mi permetto di dirti che il problema è un po’ più complicato. Come ha detto il cinico Padellaro qualche giorno fa, se si vuole entrare in una coalizione, “sui programmi alla fine ci si aggiusta sempre”. Sembra brutto messa così, ma è la verità. Il problema sarà con che forza contrattuale il M5S tratterà sui programmi. Cioè, se il Pd prenderà il doppio dei voti, quella forza sarà inevitabilmente minore. Se invece il M5S arriverà a prendere gli stessi voti, o magari anche di più, il pallino sarà nelle sue mani. Come nel 2018. Allo stesso tempo però, se si vuole guadagnare terreno sul PD, bisogna distinguersi il più possibile, dimostrare ogni giorno quanto il M5S sia molto più “progressista”, molto più “pacifista”, molto più “ecologista”, molto più “legalitario”, eccetera eccetera. Ma fino a che punto tirare la corda se la prospettiva finale è quella dell’apparentamento nel campo progressista? È un casino!
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Le elezioni si faranno nel 2027, c’è tempo perché il M5S dimostri di sapere accumulare un certo possibile e probabile consenso perché si arrivi a un vero e affidabile accordo di una certa degnità. Naturalmente per arrivarci occorrono posizioni politiche nette e all’altezza del compito.
Non se ne parla mai, ma sarebbe opportuno pungolare AVS perché abbia una linea politica chiara e ferma sul tema guerra etc., soprattutto in vista di un’alleanza col PD che ne ha un’altra opposta alla sua. Se M5S e AVS si trovassero d’accordo sulla linea politica e la strategia… da cosa potrebbe nascere cosa. Se poi il Pd volesse insistere sul neoliberismo e sulla guerra, le due più grandi nefandezze compiute dopo l’89, dovrà cercarsi altri alleati con cui è più in sintonia (Forza Italia, cespugli centristi). A quel punto saranno affaracci suoi.
Quando ci fa la predica, Bersani addita come esempio AVS che non fa nemmeno il solletico al Pd. Inoltre non parla mai del suo partito in cui il più sano ha la rogna. Su questo, il furbacchione si esime.
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“Se M5S e AVS si trovassero d’accordo sulla linea politica e la strategia… da cosa potrebbe nascere cosa…”. Ah si, lo penso anch’io. Già se si “unissero” adesso sarebbero gomito a gomito col PD. Hai ragione. C’è tempo e tante cose possono ancora succedere. Ad esempio la fine della guerra in Ucraina.
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Sono d’accordo con te però devi ammettere che ci sono dei limiti invalicabili. Sulla guerra é si o no non c’é un ni. E lo stesso sulla austerità c’é un si o un no non c’é un ni. E anche sul salva Milano non ci sono vie di mezzo. Su questi 3 punti non riesco a vedere possibilità di accordi, ma può essere che mi sfugga qualcosa.
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Forse non interesserà a nessuno… ma io un’alleanza con chi vuole perpetuare la guerra con enormi spese anche del popolo italiano che, tra l’altro, non ha nemmeno gli occhi per piangere; e che venera il divino Draghi; e che si sottomette all’America che ha iniziato a far la guerra alla Russia per mano di filonazi & affini ucraini (vedi Donbass dal 2014), scatenando l’inferno e gettandoci in una crisi tremenda… io quell’alleanza contronatura non la gradisco (eufemismo). E forse non la voto. Està claro?
Lo raccomandava la buonanima di De Masi: l’elettorato 5* non deve essere quello del PD. Davanti a due cose simili, la gente poi vota l’originale. Ma a parte i conti sui voti, io alla eclatante promiscuità altamente tossica… preferisco la genuinità!
Per essere più chiaro: se si deve perdere contro la Pesciarola, preferisco farlo stando all’impiedi e non a 90°.
Coloro che hanno questa posizione ma scioccamente si sono schierati dalla parte di Grillo si sono bruciati in partenza la reputazione (affari loro).
Meditate, meditate gente!
Dedicato alla Schlein
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Spodestare la Meloni con tutti i suoi commilitoni…Per il bene del Paese o per la gestione delle pubbliche spese? A beneficio di chi? E qui, direi, il PD, ha già dato nel tempo ampia dimostrazione di quale sia la sua reale intenzione…diffidare di chi pare che ti voglia perculare direi ch’è il minimo sindacale. Bene ha fatto l’Appennino e chi non fa alcuno sconto. E la Todde? Sarà che al suo local alleato deve render conto? A me pare si cominci male…
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Il giornale del PD s’inventa inesistenti divisioni nel M5S e nasconde quelle vere dentro il PD: https://www.lanotiziagiornale.it/il-salva-milano-spacca-il-pd-e-contro-la-sanatoria-parte-la-petizione-online/
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” .. «bisogna essere collaborativi e provare a condividere le battaglie, in Parlamento e nelle piazze», senza mettersi ad attaccare tutti i giorni gli alleati. Una posizione che, secondo Fico, è «maggioritaria» nel Movimento. ..”
Posizione maggioritaria ? Sicuri ? Forse fra qualche parlamentare e qualche altro eletto malamente preoccupati sul loro futuro ( purtroppo anche strumentalmente sbagliano analisi ).
Fra i potenziali elettori attivi ( 2 – 4 mil. ) e soprattutto i tanti in letargo ( 5 – 6 mil.) a me sembra esattamente il contrario. Il dibattito ( suggerito da media non innocenti ) è un pò finto, fuffa, blablabla , perchè SI EVITA ACCURATAMENTE di elencare i contenuti precisi di questo amplesso amoroso dove non è chiaro chi è il potenziale fedifrago. Peccato che la Appendino abbia aperto la discussione fuori tempo massimo rispetto ai due mesi ” ri-costituenti”.
Di Patuanelli, Fico e Todde, che senza alcun dubbio rappresentano il potenziale Movimento Di Sinistra del 4 % stabile, ( che delusione .. ) c’è da chiedersi dove potrebbe portarli tale apparente ingenuità fra due-tre anni, cioè in “tempo utile ” per il 2027. Comunque le sei elezioni regionali nel 2025 SONO IL BIVIO CHE FARA’ CHIAREZZA e c’è da sperare il maturare di una più netta e chiara visione da parte di Conte ( che mi sembra abbia qualche sinapsi in più ) e magari l’avvento di altri possibili protagonisti.
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Conte è stato massacrato perché ad Atreju ha ripetuto le puntuali critiche al pd rispetto alle scelte fatte in Italia ed in Europa, frutto di posizioni politiche inconciliabili. Che impediscono qualunque accordo politico strutturale.
perché ci sia questa costante richiesta di differenziarsi nettamente dal pd, alla luce degli ultimi interventi di Conte, è almeno strano. Più netto di così cosa dovrebbe dire? Pd pupu’?
Perché poi le differenze evidenti debbano impedire accordi in regioni o comuni, sulla base di obiettivi predefiniti, è altro tema su cui, per me, è difficile capire il mondo 5s. In Liguria non si doveva decidere se inviare o meno le armi in Ucraina, ma se consentire o meno di riempire con rifiuti pericolosi i cassoni di fondo della nuova diga nel porto di Genova, oppure di come tutelare la sanità pubblica e rilanciare gli investimenti per creare occupazione, ecc. Non si vota per il patto di stabilità, ma per come attenuarne l impatto sulla vita delle persone. Se non ci si impegna per questo, ma di quale prospettiva politica si va blaterando? Bucci meglio del pd? Hanno fatto bene gli ex 5s liguri che sono tornati a votare PD, come evidenziato da Grillo.
In Sardegna meglio Solinas della Todde, quindi?
perché Appendino non si è candidata a presidente della Regione Piemonte? Correndo da soli. Meglio o peggio di come è andata?
La voglia irrefrenabile di insultare il pd è una offesa gratuita ai suoi elettori. Inutile e dannosa, perché demolisce alla base la comunità di idee, ideali e speranze da cui molti di noi sono passati, e che nessuno di noi ripudia.
Le differenze sulle scelte fondamentali sono tali che non ci sarà una alleanza elettorale pd – 5s, alle prossime politiche. Il pd non la vuole, e non ne ha bisogno, perché sa che gli elettori 5s, o i presunti simpatizzanti, non permetteranno mai a Conte la libertà di azione necessaria a divenire un collante per uno schieramento politico anti dx. Il pd aspetterà che il m5s sgretoli lentanente il carisma di Conte, attaccandone le idee, le singole parole, il fatto e il non fatto, inventandosi intenzioni prive di ogni fondamento per attaccare la coerenza personale.
se Conte ha bisogno di continue verifiche di affidabilità, di chiarire ogni verbo, ogni frase, non agli avversari, ma ai suoi sostenitori, non c è futuro praticabile, se non la paralisi dell azione politica. Niente fiducia, niente rapporto.
È la gabbia da cui dovrà liberarsi.
ad Atreju ha detto che se gli iscritti non avessero sposato le sue tesi, AVREBBE ABBANDONATO LA POLITICA, NON IL M5S. Sbagliando, secondo me, perché una persona come lui vale, per il.paese, più di qualsiasi appartenenza.
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“La voglia irrefrenabile di insultare il pd è una offesa gratuita ai suoi elettori.” Giusto, poiché si deve tener conto del fatto che quando te la prendi con un partito devi distinguere tra il suo gruppo dirigente ed il suo elettorato. Conte, in questo, è impeccabile, come del resto anche Patuanelli, perché cerca sempre di parlare a tutti, anche a chi vota per altri partiti o non vota affatto. Che poi i suoi interventi non abbiano la diffusione che meriterebbe è un altro discorso.
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se però lo stile ed il rispetto sono vissuti come un limite, anziché una differenza positiva, significa continuare a chiedere ai tuoi rappresentanti di comportarsi come loro non sono, e non saranno mai.
Se si perde il rispetto per come la persona è, quella persona alla fine capirà di non essere adatta a rappresentare le persone che le chiedono di snaturarsi. Chiedere a Conte di fare la Meloni o Salvini è una pretesa idiota, perché irrealizzabile. E pesantissima da ricevere
ciò che fa imbestialire gli avversari di Conte e proprio la sua cortesia ostinata, la sua fermezza pacata che non si sposta di un millimetro, senza sussulti, con la determinazione degli argomenti, non delle urla.
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”Chiedere a Conte di fare la Meloni o Salvini è una pretesa idiota, perché irrealizzabile” e, direi, neppure auspicabile. Di cialtroni ce ne sono anche troppi …
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Ecco che l’establishment passa all’attacco a mezzo ” la stampa” con direttore quel simpaticone di Giannini. Si cerca di creare una falla fra la Todde e L’Appendino e, nel contempo si cerca di enfatizzare un’alleanza con il solito piddì.
Conosciamo già il loro metodo e non ci lasceremo ne intimorire ne influenzare, senza un accordo chiaro e limpido che rispetta i valori nostri e della collettività non si fa NULLA !!!
Non ce ne può fregare di meno che a sgovernare questo paese ci siano gli incapaci della destra o gli incapaci del piddì.
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Giannini non è più direttore de la Stampa da oltre un anno.
Per il resto, cioè alleanze, mica alleanze ecc vedo che, finalmente, domina la chiarezza (del caos).
Poiché per le politiche mancano quasi tre anni (esclusi colpi di scena), ma nel mezzo ci sono diversi altri appuntamenti elettorali importanti, l’ unico che può fare chiarezza è il capo: dovrebbe finalmente dire in modo netto se le forti divergenze esistenti col pd su alcuni temi sono ininfluenti riguardo la formazione di possibili alleanze a livello locale. Magari sarò fissato, ma ritengo sia un tassello fondamentale per comprendere in cosa consiste il nuovo corso post-costituente. Cioè se è tutto come prima o se è cambiato qualcosa.
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