Il presidente M5s: Se essere di sinistra significa accogliere tutti indiscriminatamente, io non ci sto

Giuseppe Conte durante Atreju 2024, festa di Fratelli d’Italia al Circo Massimo, Roma, Sabato, 14 Dicembre 2024 (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)  Giuseppe Conte during Atreju 2024, event organized by the Fratelli d'Italia party at the Circo Massimo, Rome, Saturday, December 14, 2024 (Photo by Roberto Monaldo / LaPresse)


(di Emanuele Buzzi – corriere.it) – Ancora prese di distanza e puntualizzazioni sull’asse con il Pd. Il presidente dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte, ospite ad Atreju, torna a parlare dei rapporti di forza nel centrosinistra. «Non saremo mai il cespuglio e il junior partner di nessuna forza politica. Anche prima della Costituente l’ho sempre detto, noi non siamo per un’alleanza strutturale e organica ad esempio con il Pd o con altre forze perché questo snaturerebbe le nostre battaglie. Noi vogliamo fare nostro percorso e a tempo debito vedremo se ci sono i presupposti, come ci auguriamo, per costruire un’alternativa di governo seria, credibile e solida», dice intervistato da Mario Sechi.

Il leader del Movimento boccia anche l’ipotesi di Ernesto Maria Ruffini come federatore del centrosinistra. «Noi in questo momento ci siamo completamente rinnovati. Il fatto che si parli di nuove forze politiche ci sta. Io conosco Ruffini come tecnico, bravo fiscalista e tributarista. Se domani mattina nasce qualcosa e prendono i voti, è la legge della competizione. Diciamo che la sensazione è che sia una di quelle operazioni nate a tavolino dal Pd, che pensa di avere tante forze intorno per poter costruire il senso di una coralità con tanti corollari intorno».

E quando gli viene chiesto se è di sinistra Conte rimarca: «È un discorso un po’ complesso, lo sintetizzo. Se sinistra significa combattere il governo attuale nel solo nome dell’antifascismo non ci sto. Se vuol dire accogliere tutti indiscriminatamente non ci sto, se vuol dire preoccuparsi solo di chi abita nella Ztl non ci sto».

C’è tempo anche per parlare dell’assemblea che ha eliminato  il ruolo del garante dal Movimento. «Se al voto per la Costituente avessi perso mi sarei ritirato dalla politica. Ma tengo a precisare che non ha vinto Conte, ma la base. La comunità ha detto a Grillo che stava sbagliando». E sul terzo mandato Conte fa intuire quale sarà la sua linea: «Chi avrò in squadra? Quelli che non hanno mai abbandonato il Movimento, che hanno rispettato le regole del doppio mandato, e si sono messi a disposizione. Nomi? Fico, Taverna, Crimi, e tantissimi altri»

 A livello di politica estera Conte precisa: «Se dovessi sintetizzare il rapporto personale e politico con Trump, non potrei non citare un tweet con cui lui ha dimostrato una grande amicizia personale, ma anche una grande arrabbiatura per l’accordo sulla Via della Seta. Io ho dimostrato con i fatti che quando tuteli l’interesse nazionale non agisci per prenderti la carezza e la compiacenza di Washington, e l’accordo sulla Via della Seta, è stato un errore ripudiarlo. Non andava cancellato».
 
E ancora: «Politico, che è una testata europea molto accreditata, riconosce a Meloni che è la leader più potente. Attenzione, se in questo momento Meloni viene classificata come leader più stabile e potente, io mi aspetto che di fronte alle difficoltà di Scholz e Macron l’Italia ne approfitti. Questa congiuntura come la stai sfruttando? Perché hai sottoscritto il `pacco´ di stabilità che riporta all’austerità? Io contesto che avete rinunciato a combattere».