Le nuove cariche e le varie commissioni di inchiesta costano 300mila euro in più. La Camera rivendica: «Dotazione pubblica invariata». Ma divora gli accantonamenti

(Stefano Iannaccone – editorialedomani.it) – Alla Camera aumentano le spese. In parte è colpa della proliferazione delle commissioni di inchiesta. Ma c’è un balzo consistente della comunicazione istituzionale per promuovere l’attività di Montecitorio e l’immagine esterna del presidente, Lorenzo Fontana. E non poteva mancare un incremento degli stanziamenti di servizi per la ristorazione.

La società in house, la CD-Servizi spa, drenerà molte più risorse per apparecchiare le tavole degli onorevoli: nel 2025 la spesa partirà da una base di 3,4 milioni di euro.

L’aumento, rispetto alle previsioni del 2024, è dell’11 per cento. Nessun risparmio per la creatura, molto cara a Paolo Trancassini, deputato questore di Fratelli d’Italia, che ha voluto accentrare tutto. Sollevando più di qualche perplessità sulla bontà dell’operazione, che a regime – nel 2026 e 2027 – dovrebbe avere un costo di 3,35 milioni di euro.

Tesoretto divorato

Ma non è il solo dato che colpisce nel progetto di bilancio di Montecitorio, visionato da Domani. Il quadro non è dei migliori.

La Camera, in una nota inviata a Domani, spiega che «la dotazione (i trasferimenti di risorse dello stato, ndr) è pari a 943,16 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027. Nel 2012 era pari a 992,80 milioni di euro». Ma dietro questi numeri c’è un “profondo rosso” che preoccupa: il bilancio chiuderà con un passivo crescente nel prossimo triennio, fino a raggiungere una perdita di 20 milioni di euro nel 2027.

A mettere nero su bianco i numeri è il collegio dei questori, composto (oltre che da Trancassini) da Alessandro Manuel Benvenuto (Lega) e Filippo Scerra (Movimento 5 stelle) che, salvo slittamenti, presenterà il documento previsionale nell’ufficio di presidente in programma domani.

«Il saldo del bilancio della Camera risulta negativo per 1,2 milioni di euro nel 2025, per 11,7 milioni di euro nel 2026 e per 20,2 milioni di euro nel 2027», si legge nel documento. Insomma Montecitorio non chiede di più alle casse pubbliche solo perché attinge dagli accantonamenti degli anni precedenti. Viene eroso il tesoretto accumulato.

«I disavanzi che si registrano nei singoli anni sono coperti utilizzando l’avanzo di amministrazione, che di conseguenza si riduce dall’avanzo iniziale dell’esercizio 2025, stimato in 369 milioni di euro, all’avanzo finale dell’esercizio 2027, da destinare agli esercizi successivi, che è stimato in 335,8 milioni di euro», specificano i deputati questori.

Tuttavia, aggiunge il documento, «soltanto a consuntivo sarà possibile verificare se è stato effettivamente necessario ricorrere all’avanzo e, in tal caso, determinare l’entità della quota impiegata». Si fa esercizio di futuro ottimismo.

Più poltrone

Il dettaglio dei numeri aiuta a comprendere le difficoltà. Le spese totali della Camera ammontano a 976,1 milioni di euro, in diminuzione dello 0,6 per cento rispetto all’anno precedente. Ma è solo un episodio: per il 2026 – si legge nella previsione di bilancio – la spesa totale «si attesta a 986,3 milioni di euro, con un incremento di 10,2 milioni di euro rispetto al 2025 (+1,05 per cento)».

Cifre che mettono in dubbio gli ipotetici effetti della riduzione del numero di parlamentari, entrata in vigore in questa legislatura. Ma la Camera sostiene che, «senza la riduzione dei deputati, il bilancio si sarebbe dovuto aumentare di 62,7 milioni di euro. Considerando invece la particolare inflazione del 2022, l’incremento sarebbe dovuto essere di 144,2 milioni di euro».

Un fatto è certo: un aumento di quasi 300mila euro riguarda la maggiore presenza di cariche istituzionali. Una dinamica connessa anche al numero crescente di commissioni di inchiesta. La previsione di spesa per il prossimo anno è di 1,2 milioni di euro per garantire il funzionamento di questi organismi che, tra le varie cose, consentono remunerazioni aggiuntive ai presidenti più un plafond stabilito per assumere ulteriore staff necessario a far funzionare la macchina.

Il dato, peraltro, può sempre essere rivisto al rialzo in caso di istituzione di nuovi organismi. «Sono frutto di decisioni assunte dal parlamento», puntualizzano da Montecitorio. Anche l’attività di comunicazione esterna, voce che comprende dalla trasmissione dei lavori d’aula ai servizi fotografici, fa registrare un aumento di circa 300mila euro fino al 2027 rispetto ai livelli stimati sull’anno in corso.

Certo, alla Camera non è più tempo di spese pazze come all’epoca dei lauti pasti alla buvette a prezzi stracciati, emblema dei benefici della casta. Oggi il costo per pranzi e spuntini è aumentato per i frequentatori del Transatlantico, deputati, cronisti, dipendenti.

Qualche taglio c’è stato e ha riguardato il personale. La spesa, nel 2025, dovrebbe attestarsi a 202,1 milioni di euro, per poi calare sotto la soglia dei 200 milioni di euro nel 2026. C’è, però, il rischio di testacoda: a Montecitorio c’è sempre più necessità di profili interni per mandare avanti la complessa struttura. Il collegio dei questori, comunque, garantisce che prosegue «l’attività di reclutamento in attuazione del cronoprogramma delle procedure concorsuali».