Il presidente: «Nel nuovo Movimento nessuno potrà essere Sopraelevato. Con Grillo nessuna bega personale: da un lato c’è il passato e dall’altro il futuro»

(Alessandro De Angelis – lastampa.it) – Giuseppe Conte, come si spiega il requiem di Beppe Grillo? È una questione personale o politica?
«Sicuramente non è una bega personale tra lui e me, come un po’ distortamente alcuni la rappresentano. La questione è politica. Ed è semplice: da un lato c’è il passato e dall’altro c’è il futuro».
Sta dicendo a Grillo: il morto sei tu. Capisco bene?
«Ci dobbiamo dire la verità, con grande onestà intellettuale. Quel progetto originario, cui ci si richiama polemicamente, non c’è più da tempo. I valori, quelli sì, sono vivi, a partire dalla difesa della legalità e dall’intransigenza morale. Ma le forme di applicazione sono state ampiamente superate. Mi limito a ricordare che non fui io a dire “Draghi è grillino”».
Grillo sarà marginale, ma rappresenta comunque il mito delle origini. All’esterno dà l’idea di un’implosione.
«Il mito si è ampiamente consumato. L’indicatore di quello che le sto dicendo è proprio il voto degli iscritti sulla sua defenestrazione. Mi ha sorpreso negli esiti anche per l’entità. E mi ha fatto capire quanto Grillo si sia staccato dalla sua comunità».
Però comunque tocca dei nodi politici irrisolti. Le alleanze, ad esempio. Che gli risponde?
«Ben prima che io arrivassi avevano già fatto una svolta sulle alleanze da lui benedetta. Come l’avevano fatta su simbolo, doppio mandato, mandato zero, eccetera. Domando: ma di che stiamo parlando? Mi si rinfaccia una mitologia già superata dalla realtà dei fatti. La verità è che lui, in questi tre anni, non è mai riuscito a esprimere una traiettoria alternativa».

È ferito da questa asprezza umana o, in fondo, sente l’ebbrezza del parricidio?
«Né l’uno né l’altro. Anche perché ha deciso la base. Pensi che io stesso, in consiglio nazionale, ho avanzato dei dubbi sul fatto di far votare il quesito che aboliva il ruolo di garante. Ma ha prevalso il rispetto della volontà degli iscritti. Nel nuovo Movimento che sta nascendo nessuno può essere Sopraelevato».
Il vostro è stato un rapporto altalenante. “Elevato”, poi “incapace”, poi “Mago Oz”. È lui Crono che mangia i figli o è lei che tradisce i padri?
«Non sono stato mai figlio di Grillo. Ho una storia diversa. È lui che mi ha chiesto di dare una mano. Per questo ho sempre avuto con lui un rapporto in fondo paritario. E comunque, da parte mia, sono sempre stato molto rispettoso della sua storia: non ho mai risposto a invettive e battute velenose».

Verso chi sente un debito di riconoscenza politico?
«Potrei segnalare singole persone che mi hanno avvicinato al Movimento, ad esempio Alfonso Bonafede. Ma la vera riconoscenza ce l’ho verso i cittadini che mi hanno riempito di calore dopo l’uscita da palazzo Chigi e verso l’attuale comunità, che ci sostiene e incoraggia nelle battaglie per cambiare davvero il paese».
È vero che avevate fatto una scrittura privata? Lei si impegnava a dargli la famosa consulenza di 300mila euro, lui non doveva intromettersi sulla politica. Ci sveli il non detto.
«La verità è che Grillo non ha mai digerito che il Movimento potesse essere guidato da altri. La consulenza è stata fatta per coinvolgerlo nella comunicazione. Poi c’è la malleveria, che copre le sue spese legali. Lì c’era la controprestazione di non contestare il simbolo per come sin qui modificato o per come verrà modificato in futuro».
Cioè: ti copro le spese, tu non ti occupi di queste questioni. Teme una scissione?
«No, non si fa una scissione dicendo “abbiamo un grande futuro alle spalle”. Da Grillo in tre anni non ho sentito nessun progetto politico alternativo».
E se Grillo si porta via il simbolo? Ha preparato un nome di riserva?
«Impossibile, perché il simbolo è del Movimento 5 stelle. Glielo dico da avvocato. Il rischio non c’è».
Dal Movimento di Grillo al partito di Conte. Non è che si passa da un padre padrone a un altro?
«Ieri grillini, oggi contiani? Assolutamente no. Il processo costituente sta dimostrando che c’è una comunità libera, autonoma, che non si lascia asservire da nessuno».
C’è spazio per il dissenso?
«Non temo di essere criticato. È il sale della democrazia».
Scusi, ma che significa “progressisti indipendenti”? Dice Prodi: l’M5s non è di sinistra.
«Gli do ragione. E infatti la mia comunità non si definisce di sinistra, ma progressista».
Nel mondo sono sinonimi.
«Andiamo alla sostanza. Quelli di “sinistra” votano la commissione Ursula, noi no. Quelli di “sinistra” mandano le armi a oltranza in Ucraina, favorendo l’escalation, noi no. Aggiungo: queste cose il Pd le ha votate assieme a Giorgia Meloni. Per questo ci definiamo “progressisti indipendenti”. Perché siamo un’altra cosa, del tutto nuova ed originale».
No a Ursula, no alle armi: se si votasse domani, riandrebbe da solo?
«Se il Pd non cambia idea sì. È la logica conseguenza della nostra coerenza. Questi punti per noi sono assolutamente discriminanti».
Sta dicendo: non farò mai il cespuglio di un nuovo Ulivo.
«Formule preistoriche. Noi vogliamo definire un percorso alternativo a questa destra, fondato sulla chiarezza: il no senza se e senza ma alle armi per costruire un nuovo ordine multipolare; politiche sull’immigrazione che rappresentino una terza via tra l’accogliamoli tutti della sinistra e gli slogan di odio e senza soluzioni del governo; la lotta alle diseguaglianze, aumentate con Giorgia Meloni».
Queste sono le bandiere irrinunciabili del nuovo corso, come lo sono state in passato la riduzione dei parlamentari e il reddito di cittadinanza?
«Irrinunciabili. Sarà faticoso, ma sono fiducioso. In fondo, anche su riduzione dei parlamentari, reddito di cittadinanza, salario minimo, eravamo una voce nel deserto, poi ci hanno seguiti».
Quindi: no ad alleanze organiche, sì a un contratto di governo a partire da questi punti?
«Esattamente, occorrerà mettere nero su bianco questi punti. Anche questo fa parte di un modo nuovo e trasparente per stabilire una discontinuità con la vecchia politica».
Perché andrà ad Atreju?
«Ci andai anche da presidente del Consiglio. Avendo un progetto così chiaro, così netto, così alternativo, non ho paura di spiegarlo a chi è distante da noi. Non mi sono mai sottratto al confronto con gli avversari».
Non è che voterà con il centrodestra sulla Rai?
«Non appoggeremo Simona Agnes né candidature di partito. Siamo pronti a confrontarci solo su figure super partes».
Scusi, ma che significa “progressisti indipendenti”? Dice Prodi: l’M5s non è di sinistra.
“Gli do ragione. E infatti la mia comunità non si definisce di sinistra, ma progressista”.
NEL MONDO SONO SINONIMI.
“Andiamo alla sostanza. Quelli di “sinistra” votano la commissione Ursula, noi no. Quelli di “sinistra” mandano le armi a oltranza in Ucraina, favorendo l’escalation, noi no. Aggiungo: queste cose il Pd le ha votate assieme a Giorgia Meloni. Per questo ci definiamo “progressisti indipendenti”. Perché siamo un’altra cosa, del tutto NUOVA E ORIGINALE”.
Addirittura! Nuova e originale! E Alleanza Verdi-Sinistra cos’è allora? Io mi domando per quanto tempo il sig. Conte riuscirà a surfare in questo marasma di ambiguità, tatticismi, giochi di parole. Difficilissima impresa. Auguri!
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Fino a quando il PD che dice di essere di sinistra sosterrà azioni di destra.Sarebbe ora di collocare il PD nella sua reale posizione che non è manco di centro, è destra destra.Non Prendiamoci in giro da soli.Chiamarsi di sinistra al pari del PD è farsi tanto male ma tanto tanto male da soli.
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In Europa o entri in un gruppo parlamentare oppure non conti una cippa! Visto che nel parlamento europeo non ci sono gruppi affini ai 5s (a detta loro) hanno dovuto scegliere il gruppo che reputavano meno distante. Basta informarsi prima di far muovere le dita! Poi, la cosa può non piacerti, ma l’ambiguità la vedono i tuoi occhi in malafede.
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Caro Conte , mi fa piacere che tu dica che oggi andremmo da soli visto che quelli pensano a vincere la Russia e se ne fregano di Gaza, Libano, e Siria. Ma domani ,quei signori ,che io come tanti conosco come le mie tasche, diventeranno di nuovo pacifisti opportunisticamente quando la guerra sarà terminata .Il lupo cambia il pelo ma non il vizio .
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Intervista da circoletto rosso sul mio personalissimo cartellino.
La linea strategica dialettica Travaglio Tridico sta prevalendo, la linea strategia Bettini Taverna sta soccombendo. La strada verso INDIPENDENTIprogressisti è iniziata ma è ancora lunga.
E adesso nella testa alta nella tana del nemico ad Atreju.
Che spettacolo! (cit Gattus Guenonianum)
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ec a testa alta
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Votato adesso e in modo convinto.
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Progressista significa partecipare al progresso materiale e spirituale della società. Progressista significa attuare la Costituzione italiana.
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Premesso che il M5S per me rappresenta nei valori sociali ed etici la sinistra, e questa diversità esiste idealmente, anche se non trova testimonianza nella corrispettiva definizione partitica, visto che il PD non è sinistra, l’ ambiguità del M5S è sempre esistita , nelle dichiarazioni dei fondatori, con Grillo “ se il PD non fosse stato questo PD, il Movimento non sarebbe mai nato” o “senza il M5S, ora ci sarebbe Alba Dorata “ e nello stesso tempo “ il M5S è inclusivo, accogliamo anche quelli di Casa Pound” mentre Gianroberto Casaleggio alla chiusura della campagna elettorale delle europee 2014 dal palco, ed io ero in piazza a sentirlo, faceva un elogio a Berlinguer e la piazza rispondeva scandendo ed omaggiando il nome del segretario del PCI….un richiamo alla storia del paese ad indicare che certe battaglie come la questione morale, la lotta alle diseguaglianze, la difesa della Costituzione antifascista sono anche le tue battaglie e questo non sarà un vero e proprio nucleo ideale, ma ci si avvicina molto! Poi data la composizione diversificata della PROTESTA si è deciso in campagna elettorale la formula ne’ di destra ne’ di sinistra e governiamo con chi ci sta, che non significa nulla, infantilismo politico, perché governare insieme significa condividere ed attuare insieme certe proposte, non che ognuno si intesta un pezzo di programma come con Salvini! Ed è ambiguità ed infantilismo politico credere e far credere che il Rdc sia la risoluzione alla povertà, quando la povertà è conseguenza delle disuguaglianze che richiedono interventi diversificati, dal lavoro alla giustizia fino al problema immigrazione, un impegno enorme da affrontare con un eventuale alleato di governo!
Allora occorre trovare una formula politica più articolata e complessa dove fissati certi temi identitari, esattamente gli stessi del passato, puoi governare con chi ne condivida quantomeno la necessità come programma di governo, unico, e non di pezzi assemblati alla do ut des!
Conte ci sta provando, fissa punti discriminanti, che per governare insieme vanno condivisi, altrimenti il M5S va da solo all’ opposizione….Non sarà nuovo ed originale, ma è certamente diverso rispetto ad un contratto dove ogni contraente si intesta una bandierina! Ma per qualcuno non va bene nemmeno questo, pur di attaccare Conte lo accusa di ambiguità e tatticismo, caratteri evidenti nel M5S originario, che ha GOVERNATO, ambiguamente e tatticamente, con chi ci stava, senza preoccuparsi di una vera condivisione dei punti programmatici : Salvini ha accettato il RdC come merce di scambio per altro, sapendo che lo avrebbe tolto appena conquistati pieni poteri…. a quelli come lui non interessano povertà, questione morale o diseguaglianze sociali, attua persino diseguaglianze e discriminazioni geografiche fra Nord e Sud! E se dalla parte opposta, il PD, e’ altrettanto improbabile/impraticabile nella condivisione di certe tematiche, il M5S non è disposto a governarci insieme, alla domanda “ riandrebbe da solo? “ risposta “SI!” …cosa vogliono ancora i contatori di peli di cubo? Quale altra formula, soluzione, risposta meno ambigua? Ci illuminino con le vere innovazioni politiche , possibilmente praticabili e fattibili, le loro reali soluzioni e proposte, perché a chiacchiere fra un pelo e l’ altro son tutti bravi! Poi ci sarebbe pure da governare un paese…..se è così facile, si accomodino! Il balcone per annunciare le strullate e’ ancora lì !
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Risposte impeccabili!
Il vocabolo Sinistra (alias socialdemocrazia) esiste solo nella mente di chi, votando Pd, pensa che ancora esista Berlinguer, o per abitudine linguistica radicata. E’ stato via via svuotato di significato da quando Ochetto (con una c) sciolse il Pci per “aderire al sistema capitalistico” (parole sue in un discorso che conservo) allo scopo di migliorarlo paradossalmente, anzi assurdamente, accettandone nei fatti i principi. Una vera socialdemocrazia a favore degli ultimi e penultimi non c’è mai stata soprattutto in Italia.
Se viviamo in un paese capitalistico si fa quello che è possibile fare ma tenendo bene in testa quali sono le classi da proteggere. Questa sinistra ha invece adottato la logica dei mercati e il sottostante “pensiero unico” scaturito dall’aggravamento dello stesso capitalismo in senso ultrafinanziario speculativo. E’ questa l’origine della preminenza data ai diritti civili su quelli SOCIALI che peraltro li comprende. “Solo stomaco pieno si può pensare ai diritti civili” non al contrario. E’ chiaro? O c’è bisogno di un disegnino per i meno svegli??
Progressismo è il significato che, tra gli altri, Pasolini dava al processo di emancipazione reale e complessivo dell’essere umano. Quindi un valore positivo. Sinistra, invece, è oggi sinonimo di neoliberismo senza se e senza ma. Addirittura da privilegiare. Esempi? Eccoli: il Rdc, decreto dignità, salario minimo, spazzacorrotti ecc., appartengono al M5S e solo pooooiii (ad esclusione della spazzacorrotti, e te pareva!?) strumentalmente accettati dalla cosiddetta sinistra ufficiale!
Alleanze elettorali? Vedremo se ci saranno le condizioni due mesi prima delle elezioni nazionali. Su quelle amministrative sono pessimista, non avendo, e non volendo avere, il M5S cacicchi e notabili locali.
Torno a chiedere a qualcuno che ne abbia avvertito l’esistenza, quale sia il programma politico del Buffone (d’ora in poi il nome che userò). Sarà forse quello che concordò con Draghi quando ambedue definivano allegramente Conte: Mago di OZ ??
Temo che questa diatriba non finirà presto, al di là dell’esito della rivotazione. Il Buffone tenderà a buttarla in caciara sul simbolo che è degli iscritti, e così facendo cercherà di disaffezionare l’elettorato 5*. Ma potrebbe funzionare, all’incontrario, come boomerang per lui e come occasione di divulgare con successo la linea politica di Conte.
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Condivido,soprattutto gli ultimi 4 paragrafi
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Tradotto dal contese: sì, lo sanno pure i muri (e quindi persino lei, caro De Angelis) che progressisti e sinistra sono sinonimi però, visto che noi (io, Fico, Patuanelli) abbiamo questa palla al piede che dobbiamo provare a sembrare né di destra né di sinistra però senza definirci né di destra né di sinistra che è una roba vecchia e grillina (se non addirittura brillina) e noi invece vogliamo essere gggiovani che guardano al futuro, così ci siamo inventati questa minch… questa grossa novità che siamo progressisti ma indipendenti, però naturalmente mica è vero, quando arriverà il ’27, pam!, diventeremo progressisti e basta (cioè di sinistra), abbracceremo caramente Prodi, sventoleremo l’ulivo, perché io (che non sono fesso) voglio partecipare alle primarie per il candidato premier del centrosinistra e magari vincerle (in effetti chi meglio di me?) e come faccio se insisto con questa minch… questa grossa novità… capisci a me…
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Secondo me, Conte fa un errore nel considerare che “sinistra” coincida col Pd.
A parte il fatto che il Pd è costituito da 2 anime che non si sono mai integrate, sx e centro(-dx, aggiungerei), quindi, casomai sarebbero centrosx, è una pura convenzione considerarli tali, viste le scelte che compiono!
In sostanza, ciò che intendo dire è: non siamo noi a NON essere di sinistra, MA LORO!
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@Anail,
sulla frase a cui fai riferimento
secondo me Giuseppe ha dato un cucchiaino di miele avvelenato a ERREMOSCIA deangelis(l’amico di Mentana). Infatti tutte le successive domande sono venute a cascata e ha consegnato al postino deangelis un messaggio per la Elly.
Conte è in fase di rielaborazione e quindi di sintesi delle risposte avute ai quesiti CONSULTATIVI della Costituente. Sta cercando di essere inclusivo di tutte le anime Ms5 che hanno partecipato, senza essere troppo perentorio o tranchant.
Se non mi sbaglio (ne destra ne di sinistra aveva il 26% , solo progressisti 22% di sinistra 11%).
Di sicuro il fulcro saranno le parole progressismo e indipendenti(36,7% )
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E, aggiungo, al posto suo non esiterei a sventagliare il concetto ai 4 venti, anche per far notare come loro stiano tradendo l’immeritata nomea, con azioni di tutt’altro indirizzo politico!
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A perenne ricordo, riposto:
Giancarlo Selmi
“La minuziosa ed esaustiva ricostruzione dei fatti che portarono all’appoggio dato alla nascita del governo Draghi, fatta in un video da Riccardo Ricciardi, che videro l’attiva partecipazione di Grillo e Di Maio, che quella partecipazione vollero fortemente, fino al punto di arringare in tal senso (Grillo) l’assemblea dei parlamentari, apre nuovi squarci sulla nebbiosa vicenda e conferma i sospetti sulla strana “vicinanza” del comico genovese, con il banchiere delle élites e dei poteri forti internazionali. Il racconto di Ricciardi prosegue con la sedazione del forte dissenso alla schiforma Cartabia, sempre a opera di Grillo, sull’impegno profuso da Conte al fine, almeno in parte, del miglioramento di quella riforma e sulle successive pressioni affinché si lasciasse in pace Draghi e il suo governo, fino a una telefonata diretta, dello stesso Grillo a Ricciardi, nella quale si chiedeva perentoriamente di “non ostacolare”. Questo insieme ad altre rivelazioni che confermano la corrispondenza di amorosi sensi fra Draghi e Grillo. Per questo Grillo, prima di parlare del presunto tradimento dei valori originari, dovrebbe spiegare. Spiegare quale sia stato il suo ruolo nella congiura che portò alla caduta del Conte due, nel successivo comportamento di Di Maio, che ostacolò in maniera evidente il lavoro di Conte, nella costruzione della successiva scissione. Tutti avvenimenti che hanno tradito non solo quei valori da lui oggi tanto difesi, ma anche le ragioni della nascita stessa del Movimento e della linea politica obbediente a quelle ragioni. Dovrebbe spiegare a cosa è dovuto, come dice Giuseppe Conte a Mattino 5, “il grave errore di aver costruito un rapporto personale con Draghi, anteponendolo alla rappresentanza politica e agli interessi di un intera comunità, lasciandosi irretire dall’ex premier che gli chiese di favorire Di Maio”. Su questo Grillo dovrebbe dare risposte chiare e trasparenti. E, aggiungo, dovrebbe chiarire qual è il suo rapporto odierno con Draghi e a quali interessi obbedisce la guerra aperta contro la comunità politica pentastellata.
#IoRiVoto e chi non lo fa è amico di Draghi “
Giancarlo Selmi
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Ed ecco la fonte:
Ricciardi: “Grillo? Dal 2019 non ha fatto nulla per il M5s. Ha voluto l’accordo con Draghi e ha spento le battaglie contro la legge Cartabia” – Il Fatto Quotidiano https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/12/03/ricciardi-grillo-m5s-accordo-draghi-battaglie-cartabia-video/7790556/
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questi topi e rane sempre in conflitto con il mondo e tra loro sono la migliore garanzia di sopravvivenza per la nana capo-clown. Grazie anche a quelli, questa passerà il bastone alla figlia, vedrete: la nuova dinastia Kim-Yong alla romana
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