(Maurizio Montanari – ilfattoquotidiano.it) – Il Movimento è morto, tuona oggi Beppe Grillo in diretta, ribadendo la volontà di serrare con forza le dita della mano nella quale serba, a suo dire, i valori fondamentali della sua creatura stellata. Il tutto condito da irriverenti epiteti rivolti a Giuseppe Conte chiamato ‘il mago di Oz’.

Quale lettura possiamo dare dello scontro tra il fondatore e l’ex presidente del Consiglio?

Confesso che all’incipit dell’articolo di Recalcati che, qualche giorno fa su Repubblica, si cimentava in una lettura psicoanalitica della questione ho temuto il peggio. Ricordiamo tutti il precedente tentativo: la vigorosa lettura dell’avvento del renzismo come l’epopea del Telemaco rottamatore, portatore del nuovo e capace di fare piazza pulita dei padri ingombranti che non ne capivano il valore. E tutti sappiamo come è andata finire. Come dire, ci è bastata quella lectio e il silenzio tombale dopo il tonfo nella notte del 4 dicembre per dire ‘grazie, a posto così, come avessimo accettato’. Non fosse altro che per una questione di scaramanzia…

Il movimento 5 stelle si è rivelato essere una componente necessaria nel campo del centro sinistra. Un presenza oggi adulta, cresciuta all’ombra di un padre che pare non capacitarsi di come la sua creatura oggi si cimenti con alleanze e strategie locali per governare paesi e regioni. Un partito capace di sporcarsi le mani, di rispondere alle esigenze di quell’elettorato della sinistra che non associa più da tempo il Pd a quelle che sono state le sue battaglie storiche: i diritti dei lavoratori, la pace, la salvaguardia dell’ambiente.

Grillo sostiene che il movimento è morto. Forse sì. E’ morto il movimento che si illudeva di poter fare a meno degli schizzi di fango delle alleanze, dei compromessi e degli accomodamenti. Sì, quel partito è morto. Fortunatamente. Le idee autoreferenti sono destinate a scivolare in una bolla illusoria, una realtà artefatta e senza ossigeno, una Leopolda a 5 stelle.

Bruce Springsteen nel corso dello spettacolo ‘Springsteen on Brodway’, ricordando la sua infanzia e la genesi di alcune sue canzoni nate dal cattivo rapporto col padre, spiega la natura del genitore fantasma, figura che continua ad incombere nel percorso del soggetto, dopo che egli ha messo in atto manovre di distacco. Il genitore deve essere un antenato, non uno spettro, chiosa il cantante in cauda al concerto. Uno spettro, cioè qualcuno che non agevola, ma frena. Che non incoraggia, ma incombe. Che non riconosce, ma disereda.

A lui va attributo l’indubbio merito di aver creato ex novo un movimento che nasceva dall’intolleranza ad un sistema politico chiuso, impermeabile ai rumori della società. Un movimento affacciato sul mondo. Ma oggi, dopo questo video, appare lontano dall’idea di farsi da parte, di lasciarsi docilmente abbattere accettando di passare nell’ultima fila del branco. Caratteristiche che sono del buon padre e parimenti del fondatore interessato a favorire la successione.

Non stupisce la reazione avversa dei cosiddetti partiti tradizionali che si situano nel campo opposto a quello ove il movimento 5 stelle ha scelto di piantare le radici. No, non parlo dei vari Renzi e Calenda, referenti di partiti che sul fondatore si reggono e che, auspicabilmente e probabilmente, non vedranno più l’emiciclo romano alla prossima tornata elettorale, a meno di un tardivo accasamento con altre formazioni. Parlo della destra. Le critiche che vengono dal mondo storicamente conservatore nascondono una atavica nostalgia del padre-padrone, proprie di chi il parricidio non lo vuole o non riesce a portarlo sino in fondo. Si pensi a gran parte della destra governativa, di certo immersa nella logica democratica, ma ancora sostenuta da un elettorato gonfio di nostalgie del passato tradite ogni tanto da qualche saluto romano di troppo o da qualche sfilata nostalgica. Oppure si pensi agli eredi del Berlusconismo, talmente incapaci di pensarsi orbati del fondatore da essere costretti a stampigliarne bene il nome e la foto sui cartelloni delle recenti elezioni europee, poiché il loro elettorato, privo di quel nome, andrebbe incontro ad una pericolosa dispersione.

Il movimento 5 stelle ha perso l’innocenza, e con essa la venerazione verso il padre. Tutto ciò che prende vita, prima o poi, dal genitore si allontana. ‘Non ti riconosco più’ è la frase che il genitore dice al figlio tornato dopo l’Erasmus, con idee ed opinioni diverse dalle sue. E’ la paternità bellezza, e tu non puoi farci niente.

“I valori del M5s sono scomparsi. Siete diventati un partito che non riconosco più”. Il messaggio di Beppe Grillo da un carro funebre

(ilfattoquotidiano.it) – “Vi parlo da attuale garante e custode degli attuali valori del Movimento 5 stelle“. Beppe Grillo ha esordito così, intervenendo direttamente da dentro un carro funebre, nel video registrato che ha rotto il silenzio dopo mesi di scontri a distanza con Giuseppe Conte e la maggior parte degli eletti M5s. “Siete diventati un partito di gente che non riconosco più”, la frase che ha pronunciato segnando un distacco completo con i suoi. “I valori del M5s sono scomparsi”. E’ uno degli ultimi atti di una guerra ormai totale tra il comico e il presidente 5 stelle: fra pochi giorni, dal 5 e all’8 dicembre, si ripeterà il voto con il quale gli iscritti hanno già chiesto di superare il ruolo del garante. Una scelta contestata dallo stesso Grillo che ha personalmente chiesto di ripetere la votazione. Chi si aspettava però che, nel videomessaggio, il comico annunciasse azioni concrete, non è stato accontentato: per ora nessuna impugnazione dello statuto, solo l’attesa del voto e l’annuncio che non accetterà la trasformazione del M5s senza aprire un nuovo scontro.

Proprio sul simbolo si preannuncia la battaglia più complessa. E su questo Grillo si è limitato a dire: “Vedere questo simbolo che ha rappresentato sudore, cuore e coraggio per milioni di persone, vederlo rappresentato da queste persone mi dà un senso di disagio. Ha ragione l’eletta in Sardegna che ha detto: ‘Me ne frego di Grillo, faccio un altro simbolo, andiamo avanti’”. Il riferimento è a uno degli ultimi interventi della presidente Alessandra Todde che, nelle scorse settimane, ha attaccato direttamente il comico. “Bene, coraggio: fatevi un altro simbolo, andate avanti e fate le vostre cose“, ha replicato Grillo. “Il Movimento è stramorto, ma è compostabile. L’humus che c’è dentro non è morto”.

Ma non solo. Grillo ha attaccato poi personalmente anche Conte, contestando la sua leadership e accusandolo di non aver mai preso in considerazione le sue proposte. I valori del M5s, ha continuato, “sono scomparsi in questi tre anni. Tutti i miei progetti che mandavo al Mago di Oz non sono mai stati accolti. Non si è fatto più trovare da me”. Il riferimento è proprio a Conte, attuale leader del Movimento, e al quale, per tutto il video si è rivolto con l’appellativo di “Mago di Oz”. E, ha continuato, “il modo di comportarsi di Oz è stata la carta vincente per disintegrare il Movimento nella sua identità”. Conte nelle ultime settimane ha più volte criticato l’atteggiamento di Grillo e le resistenze di fronte alle modifiche chieste dagli iscritti: “Su di me sono state dette delle cose”, ha detto. “Io ho solo chiesto da garante e, quindi, da custode, il gran custode di tutto, di avere un controllo sulle cose, non ho ancora ricevuto quasi risposta. Questo modo di comportarsi di Oz è stata la carta vincente per disintegrare il movimento nella sua identità. Il Movimento è sceso dal 25% a meno della metà, mi si accusa di essere il padre padrone. Oz mi ha accusato di essere il ‘sopraelevato’, io? Ma dal suo punto di vista di ‘sottopassaggio’ è chiaro che mi vede come un ‘sopraelevato’, perché lui ha una leggera psicosi, soffre di questa sindrome ripetitiva, compulsiva di proiezione a specchio”.

Per Grillo è sbagliata anche la decisione di posizionare il partito a sinistra. Il Movimento 5 stelle “si è trasformato in un partitino progressista con questi giochetti che non faceva neanche la Democrazia cristiana vent’anni fa: io ti appoggio il candidato Pd alle regionali in Liguria e in Emilia e tu mi appoggi il ‘caggiafà’ con l’autobus in Campania. Questi giochetti che voi non appoggiate hanno trasformato questo partitino in niente”. E qui il riferimento, sempre senza nominarlo, è stato a Roberto Fico, ex presidente della Camera M5s che come prima cosa dopo l’elezione rivendicò di voler andare a Montecitorio con i mezzi pubblici. E che, stando alle ultime indiscrezioni, potrebbe ambire alla corsa alle prossime Regionali in Campania.

Uno dei nodi fondamentali è proprio la decisione degli iscritti, con il voto che ora verrà ripetuto, di superare la regola che vieta di andare oltre i due mandati. Una delle regole identitarie del Movimento: “I due mandati, io scompaio proprio in funzione dei due mandati”, ha detto Grillo che sulla revisione di quel pilastro non ha mai voluto sentire ragioni. “Questa votazione aveva 20 domande per coprire le tre, che sono quella di mandare via me, di fare due mandati, tre o quattro, e poi la situazione del presidente. Quindi, per coprire quelle tre domande ne sono state fatte venti, tipo cosa è la giustizia, cosa ne pensi della sanità. E poi hanno votato meno della metà degli iscritti, quindi io vi pongo un dubbio”. E ancora: “Io ho già perso, lo so, ma sono ottimista perché questo movimento aveva un’identità straordinaria”, ha detto. “L’identità dei due mandati, eravamo d’accordo con il Mago di Oz per fare una legge dello Stato, e in più io aggiungevo che bisognava fare il primo mandato nei comuni, perché è nei comuni che passa la strategia economica del futuro, perché la globalizzazione sarà decentrata sui comuni. I comuni finalmente conteranno e faranno la politica di serie A che è l’unica politica che conta”.

Ma ora cosa intende fare Grillo? Proprio la chiusa del videomessaggio lascia aperte strade diverse. “Noi siamo quelli che aspettavamo di essere. Ci siamo. Ho un idea che vi svelerò dopo“, ha detto. “Ma non finisce qui. Voi andate a votare se avete voglia, sennò andate per funghi. Io non mi offendo, non vi conosco neanche più, quindi capisco la vostra decisione. Ma cercate di pensare che questo Movimento avrà un altro decorso e meraviglioso, che ci siate voi o no”.