La casa in Versilia intestata a Lorenzo Mazzaro – La vicenda era stata rivelata dal nostro giornale a Pasqua, dando la notizia di varie opere realizzate nella villa di Marina di Pietrasanta senza la necessaria autorizzazione

(Di Thomas Mackinson – ilfattoquotidiano.it) – Al G7 del Turismo, Daniela Santanchè pontifica di “sostenibilità ambientale, sociale ed economica” ma già con la prima ha un piccolo problema: la Procura della Repubblica di Lucca, infatti, ha appena chiuso l’inchiesta sugli abusi edilizi e le “violazioni di beni ambientali e culturali” della villa da 270 metri quadri nel cuore del parco tutelato della Versiliana intestata al figlio Lorenzo Mazzaro, per il quale ha chiesto il rinvio a giudizio.

La vicenda l’aveva rivelata proprio il nostro giornale a Pasqua, dando la notizia di varie opere realizzate negli anni 2014-2016 senza la necessaria autorizzazione paesaggistica e di ben nove tentativi di sanare ex post gli abusi commessi, tutti andati a vuoto.

La notizia aveva acceso anche i fari della Procura guidata da Domenico Manzione. La pm Elena Leone ha richiesto gli accertamenti e le valutazioni tecniche del caso, concludendo che non c’è il rispetto delle norme edilizie e di quelle ambientali. La proprietà non ha prodotto documentazione utile a scansare l’imputazione. Per il figlio della ministra, che formalmente è il padrone di casa, si avvicinano dunque le porte del processo.

La circostanza temporale faceva pensare che gli abusi potessero rientrare in qualche maniera nell’orbita dell’applicazione della sanatoria “salva Casa” di Matteo Salvini, ma gli abusi erano tali e tanti (verande, portici, tettoie) che non sarebbero stati salvati neppure da quella, anche perché realizzati in area vincolata in mancanza della necessaria autorizzazione della locale Soprintendenza.

Sul fronte amministrativo, dopo la pubblicazione della storia, il Comune di Pietrasanta aveva nuovamente inviato sul posto i vigili a fare accertamenti, anche con l’ausilio di droni, riscontrandone addirittura di nuovi. Stando agli stessi, l’ufficio comunale per l’edilizia ha poi avviato il procedimento di verifica per il quale sono decorsi i termini, tanto che la prima settimana di novembre sono partite tre ordinanze di demolizione dei volumi pertinenziali abusivamente realizzati attorno all’immobile principale. La proprietà ha 90 giorni per opporsi facendo ricorso al Tar e sperando in una sospensiva. Altrimenti a febbraio arriveranno le ruspe.

A finire imputato è il figlio perché, come ricostruito dal Fatto, la Villa gli era stata intestata appena maggiorenne, probabilmente per motivi legati al mutuo, nonostante molti dubbi sull’effettiva residenza dichiarata dal Mazzaro. Per tutti a Pietrasanta quella è solo “Villa Santanchè”. Non per nulla il cespite immobiliare è poi finito tra le garanzie messe sul tavolo dalla ministra nel tentativo di salvare dal dissesto una delle società del gruppo Visibilia, gravata da 1,6 milioni di debiti. Lo scorso 6 giugno sull’ex “Casina Rossa” nel cuore del Parco della Versiliana è stato infatti costituito “un nuovo vincolo di destinazione sull’immobile di proprietà del signor Lorenzo Mazzaro”.