Il monito ai sindaci: “Date meno licenze ai kebab, lo dico da donna, ci servono più tintorie”. La band non ha nulla su Firenze e allora propone “Romagna mia”

Tra tortelli, Chianti e karaoke al forum sul turismo di Firenze anche Santanchè balla in pista

(di Azzurra Giorgi – repubblica.it) – Più tintorie, meno kebab. E un appello agli italiani: «Non andate all’estero, penserete che sembra quasi l’Italia. E allora meglio l’originale». Si chiude il forum del turismo, dopo 10 panel e una cena di gala finita con trenini e tovaglioli che ruotano in aria con la musica di Raffaella Carrà, Alan Sorrenti, Toto Cotugno. La ministra Daniela Santanchè padrona di casa: a fine mattina ieri ribadisce che «l’industria del turismo può diventare la prima della nazione», si rivolge ai giornali che «mi hanno attaccata quando ho detto che l’overtourism è una bestemmia, ma lo ridico». Poi ai sindaci: «Fate attenzione a quando date le licenze, meno minimarket e kebab, più artigiani e botteghe». Parte l’applauso, si accendono le luci come per incitare a batter le mani più forte.

La ministra cita i negozi «vicini ai cittadini»: macelleria, drogheria e «lo dico da donna: ci servono banalmente le tintorie». Infine si rivolge alla platea: «Siamo creatori unici al mondo di bellezza». Applausi e fine dell’evento partito venerdì sotto lo sguardo dell’onnipresente Venere del Botticelli. È su manifesti, sedie. E pure — con patriottiche luci tricolore a illuminarla — dietro la band che intrattiene gli oltre 300 ospiti a cena venerdì nel padiglione Spadolini.

Santanchè, con un tailleur di velluto argento, apre la serata: «Buon pranzo a tutti». Ci sono Giovanni Donzelli, Susanna Ceccardi, Federico Bussolin, Giovanni Gandolfo che a metà serata sentenzia: «La destra si sa divertire!». Il governatore Eugenio Giani e l’assessore Leonardo Marras salutano dopo i tortelli mugellani. Alla tagliata di manzo con porcini politici, staff ministeriale, rappresentanti di categoria e tour operator sono in piedi di fronte alla Mc Band: Maracaibo, Se mi lasci non vale, Sarà perché ti amo, L’ombelico del mondo, Gloria, Azzurro, Dammi solo un minuto. Le incursioni estere di Twist and Shout e Oh, Pretty Woman. I tovaglioli ruotano in aria.

Si scatena in pista pure Santanchè prima di lasciare la Fortezza. «Io volevo ballare col ministro» dirà una donna poco dopo. Ma non c’è tempo per la delusione: in tavola ci sono Santo Spirito, Chianti classico, bianco Frescobaldi e pure un tortino al castagnaccio che in parecchi ignorano per non perdere il trenino che si muove per la sala buia trasformata in discoteca. Poi è il momento karaoke. Il cantante-showman fa salire gli ospiti sul palco: tributo a Napoli con ‘O surdato ‘nnammurato, poi a Roma. Risalendo l’Italia starebbe a Firenze ma lui ammette: «Non ho niente su Firenze, facciamo Romagna mia». A mezzanotte l’acclamatissima band dà la buonanotte. Per chi cerca un taxi l’attesa alla stazione è di circa un’ora. Il costo dei due giorni? Ignoto.