La società appaltatrice si sarebbe avvalsa del lavoro di due tecnici dell’istituto a titolo personale. Il presidente Doglioni: “Servono studi sulle faglie attive”. Bonelli: “Intervenga Meloni”

(di Alessia Candito, Antonio Fraschilla – repubblica.it) – Due lettere molto dure firmate dal presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Carlo Doglioni. Due lettere che non solo smentiscono «qualsiasi coinvolgimento dell’Ingv come istituzione» nell’analisi del rischio sismico e di faglie attive nel progetto definitivo del Ponte sullo Stretto. Ma denunciano anche la mancanza di «esami approfonditi» e coefficienti sottostimati rispetto alla pericolosità dell’area tra la Sicilia e la Calabria.

I due documenti sono stati inviati da Doglioni in risposta ad alcuni quesiti posti dal deputato di Alleanza verdi e sinistra Angelo Bonelli. Tutto nasce dalla documentazione allegata al progetto definitivo del Ponte. In un elaborato consegnato al ministero dalla società Stretto di Messina, in risposta a un quesito sul rischio sismico e sugli studi geofisici dell’area presentato dalla commissione Via del ministero dell’ambiente, si fa riferimento a «una relazione del dipartimento di Scienze della terra della Sapienza di Roma e dell’Ingv» con tanto di aggiornamento delle analisi sismiche. Il deputato Bonelli ha quindi chiesto al presidente Doglioni gli studi fatti dall’Istituto per la società Stretto di Messina sulla «presenza di faglie attive nell’area del Ponte» in risposta ai dubbi posti dalla commissione Via su una prima bozza di progetto. Si scopre, per le vie informali, che due ricercatori a «titolo personale» erano stati autorizzati a fare degli studi bibliografici da parte dell’Ingv, all’interno di un protocollo che riguardava però solo la consultazioni di dati in possesso dell’Istituto.
La risposta formale ai quesiti di Bonelli firmata da Doglioni chiarisce invece il rapporto tra l’ente e la spa pubblica: «Si rappresenta che l’Ingv non ha avuto incarico da parte della Stretto di Messina a svolgere indagini sulla presenza di faglie attive», premette Doglioni, per poi aggiungere: «Due ricercatori dell’Ingv hanno svolto analisi dell’area a esclusivo titolo personale e tali analisi non sono in possesso di questa amministrazione e non possono rappresentare l’opinione istituzionale dell’Ingv».

Ma c’è di più, perché Doglioni entra nel merito delle possibili faglie presenti nello Stretto, come quella chiamata Cannitello dove dovrebbe poggiare il pilone del ponte lato Calabria: una faglia che compare nelle stesse mappe del progetto ma viene definita non più attiva in base alla bibliografia esistente. «Relativamente alla faglia Cannitello — scrive il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia — per valutarne la potenziale attività sarebbe necessario effettuare studi tramite trincee paleosismologiche che non risultano allo scrivente essere state realizzate recentemente da personale Ingv».
La corrispondenza, su carta intestata della Camera e dell’Istituto, non finisce qui. Il deputato Bonelli chiede anche lumi sui dati degli ultimi due grandi eventi sismici in Italia, l’Aquila e Amatrice, e sui coefficienti di resistenza alle accelerazioni sismiche presenti nella progettazione del Ponte. «Nella documentazione disponibile come riferimento di terremoto per il progetto del Ponte l’accelerazione al suolo utilizzata risulta essere di 0,58 — scrive Doglioni — a l’Aquila si sono registrate accelerazioni fino a 0,66 e ad Amatrice fino a 0.95. Ma lo Stretto di Messina può essere epicentrale per eventi sismici con accelerazioni facilmente superiori a 1 ma possibili anche fino a 1,5 — 2». Tradotto: il riferimento utilizzato nella progettazione per la tenuta dell’opera in caso di terremoto è inferiore.

Bonelli ha subito inviato le due lettere di Doglioni al Cipess, l’organismo interministeriale presieduto dalla premier Giorgia Meloni che dovrà dare il via libera definitivo al progetto. Ma le missive sono state inviate anche alla commissione Via, che la settimana prossima è chiamata a dare un parere sul progetto definitivo, e alla commissione Grandi rischi della Protezione civile: «Meloni non può più stare in silenzio di fronte a quello che sta emergendo — dice Bonelli — l’Ingv non è stata coinvolta nella valutazione di un’opera così importante e unica al mondo e Doglioni denuncia chiaramente la mancanza di esami e coefficienti sottostimati. La premier deve dare una risposta anche sulla deroga all’inedificabilità prevista da una circolare della Protezione civile su opere su faglie sismiche».
L’esponente di Avs ha già presentato un primo esposto alla procura di Roma, ma questa documentazione firmata Doglioni è nuova: «Ed è allarmante — conclude il deputato — perché stiamo parlando di una infrastruttura che costerà 15 miliardi di euro di soldi dei cittadini e penso sia normale avere tutte le rassicurazioni sulla tenuta e sulla fondatezza del progetto».
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Scusate ma male che vada cosa può succedere?
Che cade il ponte?
Sai che novità!!
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Oooh, bravo, è quello che dico io da un pezzo. Alle brutte dopo qualche tempo che l’han tirato su, per XYZ motivi il ponte crolla, com’è crollato il Morandi. Creperà qualcuno per forza di cose (a meno di non essere fortunati olte ogni statistica, e quindi lo escludo) e allora, e solo allora, inizieranno i casini, ma solo per un po’, come sempre nella zona più infiltrata dalla m4f14 del Paese più infiltrato dalla m4f14 d’Europa. Poi tutto, come al solito, finirà lì. I politici a farsi i selfie ai party, e il popolo di imbecilli votanti cornuti e mazziati. Come sempre… Insomma, nessuna novità all’orizzonte. 😩
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Ma il PUZZONE verde è troppo impegnato a dare delle zecche comuniste a sinistri e magistrati, cosa sarà mai se poi qualcuno anziché a reati d’opinione lo richiamasse alla volontà dolosa di costruire un’opera che potrebbe andare giù con qualche scossetta di terremoto?
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Il trangugiasarcicce non pagherà mai neanche per sogno. Così, se crollasse tal ponte (cosa che secondo me è statistico che succederà, a dire che è solo una questione di QUANDO e non di SE) nessuno pagherà, esattamente come nessuno ha mai pagato per il Morandi. Ma se anche mai fosse che qualcuno paghi (e escludo che sarà), non sarà certo il salsicciaro verde dallo sguardo profondo: certa gente è intoccabile, al fresco non può finirci mai. Siamo in democratura, non dimentichiamolo.
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