Il giorno dopo – Conte ammette la disfatta ligure: “La responsabilità è mia”. Grillo quasi esulta: “Si muore traditi dalle pecore”. Ma i tavoli della Costituente chiedono di cambiare

(Di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – L’avvocato sente il rumore dei nemici. Vede senatrici che protestano tramite agenzie, Danilo Toninelli che lo invita a “farsi il suo partito”. E Beppe Grillo, che di mattina insulta con una storia su WhatsApp: “Si muore più traditi dalle pecore, che sbranati dal lupo”. Giuseppe Conte sa bene che quella in Liguria non è stata una sconfitta come troppe altre. La posta in gioco era doppia, anzi tripla, tra il Matteo Renzi lasciato per il veto del M5S e Grillo, il garante, ad augurare sventura alla vigilia del voto. Ed è stata sconfitta multipla: Andrea Orlando battuto e il Movimento all’inferno, cioè al 4,56.

Ma Conte non può ammetterlo, non ora. “Purtroppo siamo abituati a risultati assolutamente non soddisfacenti sui territori, per questo stiamo facendo un’assemblea costituente”, sostiene e soprattutto rilancia l’ex premier con il fattoquotidiano.it. Certo, lo riconosce: “La responsabilità è mia”. Ammette che le liste non sono competitive. Però insiste, sull’evento “con cui rifondare tutto”, come aveva scritto lunedì sera. Cioè l’assemblea del 23 e 24 novembre, a Roma, programmata dopo le urne in Emilia-Romagna e Umbria, per non farsi accusare di aver pesato su eventuali disfatte. Quella che dovrà cambiare tanto, per dare un avvenire al M5S. Anche se qualche 5Stelle vorrebbe cambiare tutto. Compresi nome e simbolo. A botta calda la suggestione di una lista Conte, o di qualcosa di analogo, torna in certe conversazioni. Una discussione sotterranea che era già riaffiorata nelle scorse settimane. Ma non è quella l’idea della base, o meglio dei 330 sorteggiati per i tavoli della Costituente. Stando a quanto risulta al Fatto, iscritti e simpatizzanti sono in maggioranza per non toccare stemma e sigla sociale. Piuttosto, si cambierà il ruolo del garante, ossia di Grillo. Rendendolo da carica a vita a poltrona con una scadenza. Soprattutto, con meno poteri. Verrà disinnescato, il garante, quello che non vuole toccare la regola totem dei due mandati. “Ma gli iscritti vogliono modificarla, eccome” raccontano voci di dentro. Non solo concedendo ai parlamentari con due mandati alle spalle di candidarsi nelle Regioni o come sindaci, lodo che piacerebbe anche a Conte. Dai tavoli sarebbe emersa una forte spinta di alcuni iscritti a cambiare in toto la regola, per rafforzare le liste. La prossima tappa è fissata per l’8 novembre, quando Avventura Urbana, la società a cui il M5S si è affidato per coordinare i lavori, diffonderà “un report per ciascun tema discusso”. Ma il nodo cruciale sarà come verranno scritti i quesiti per le votazioni via web degli iscritti, di fatto quasi tutte a maggioranza qualificata. Nell’attesa, gli scontenti alzano la voce, anche contro la Costituente. Così la vicepresidente del Senato Mariolina Castellone, in una lettera all’Huffington Post, accusa: “Scelte masochistiche, stiamo perdendo elettori”. E teorizza: “Quale forza politica fa una Costituente nel silenzio? Ma può bastare una raccolta online di proposte o qualche lezione tematica per rinnovare un progetto come il nostro?”. La senatrice Barbara Guidolin va in scia: “Se l’assemblea si rivelasse solo uno strumento per cambiare le regole fondative, sarebbe l’ennesima batosta”.

E poi c’è l’anatema del grillino dei grillini, nonché presidente del collegio dei probiviri, Toninelli: “Ha perso Conte con il suo partito e non il M5S, perché i candidati non sono stati votati dagli iscritti, ma scelti da lui”. Un attacco al cuore. Per questo, gli risponde con un video la vicepresidente Paola Taverna, da tempo silente: “Toninelli racconta falsità, le liste sono state votate dagli iscritti. Il 17 settembre è uscito un post con avviso di convocazione della consultazione in rete per votare la proposta di lista di candidati per la Liguria’”. Chiosa: “Se oggi abbiamo il 4,5 per cento probabilmente dipende anche da una guerra interna che fa molto male al M5S”. Lì fuori c’è sempre Grillo, che ieri ha sentito vari 5Stelle, ex (e non). “E di certo non era scontento per la sconfitta di Conte” sussurra uno degli interlocutori.