(Adnkronos) – “Si muore più traditi dalle pecore, che sbranati dal lupo”. All’indomani del voto in Liguria e, soprattutto, mentre si infiamma lo scontro al vertice del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo pubblica questo post nelle ‘storie’ temporanee di Whatsapp. Una citazione attribuita a un “autore sconosciuto” e accompagnata dalla foto di un lupo.

Impossibile all’interno del M5S non cogliere un riferimento del garante alla guerra con Giuseppe Conte: il presidente del Movimento ha annunciato nelle anticipazioni del libro di Bruno Vespa che non rinnoverà il contratto di consulenza di Grillo da 300mila euro; il co-fondatore del M5S ha replicato con un video social per rivendicare “il diritto a estinguere il Movimento”.

Liguria, Grillo contro i fedeli di Conte: «Si muore più traditi dalle pecore che sbranati dal lupo»

Il commento del garante dopo la sconfitta alle Regionali in Liguria

(di Emanuele Buzzi – corriere.it) – Beppe Grillo torna a suo modo a parlare dopo il crollo del Movimento alle Regionali in Liguria. Il garante del Movimento pubblica sul suo stato di Whatsapp una foto con un lupo e una frase anonima: «Si muore più traditi dalle pecore che sbranati dal lupo». Il riferimento, secondo fonti vicine al fondatore, è all’ala del Movimento più vicina a Giuseppe Conte, incapace – secondo Il ragionamento di Grillo, di opporsi alle scelte del leader per il bene comune dei Cinque Stelle.

Lo spoglio è un crescendo di preoccupazione. Silenzi, dubbi, timori si rincorrono per ore nel Movimento. Il dato che emerge dalle urne vede i 5 Stelle sotto l’asticella del 5% in Liguria. Rispetto a cinque anni fa, il M5S segna un passo indietro (era al 7,8%). «Non ci nascondiamo dietro un dito: un risultato deludente, al di sotto delle aspettative.

Una responsabilità che ci conferma l’assoluta necessità di rifondare il Movimento», commenta Giuseppe Conte. Il leader rivendica, nonostante la sconfitta, il no a Italia viva: «Ipotizzare fantasiose alleanze con Renzi e i suoi epigoni avrebbe solo fatto perdere ancor più voti al M5S e quindi alla coalizione, a chi voleva dare una scossa a tutta la Liguria». Ma il ko per il Movimento ha un doppio livello di lettura e, come confessa un esponente di lungo corso, «rischia di lasciare il segno».

Anzitutto, c’è un dato numerico. Che va oltre le percentuali. Il Movimento nove anni fa era capace di raccogliere da solo 120 mila preferenze, nel 2020 erano 48 mila. Ma anche in epoca contiana i dati sono stati lusinghieri. Alle Politiche, solo due anni fa, il Movimento in Liguria ottenne 93 mila preferenze. Lo scorso giugno i voti erano stati 63 mila. Ora i Cinque Stelle sono fermi a quasi 25 mila: in sostanza sono stati persi quasi 70 mila voti in due anni, 40 mila nel giro di una stagione.

«Questo è uno choc», dice uno stellato. Internamente si addita lo scontro tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo […]. La base di sicuro è spiazzata. Il garante ha fatto sentire la sua voce parlando di «bassa democrazia» proprio per l’accordo in Liguria (ed Emilia-Romagna) e c’è chi sostiene che la presa di posizione abbia avuto un peso.

Le divisioni interne hanno giocato un ruolo non secondario: secondo voci non confermate alcuni gruppi locali avrebbero disertato i seggi in polemica con la gestione attuale. Di sicuro, la sconfitta ha anche un risvolto politico non indifferente. Il Movimento è la quarta forza della coalizione, Avs ha preso circa 9 mila voti in più ma il M5S è stato sorpassato anche dal listino di Orlando.