(ilfattoquotidiano.it) – Aldo Grasso stronca Report. Farebbe già ridere così, ma a rendere la sentenza ancora più ilare sono le argomentazioni dell’illustrissimo critico televisivo del Corriere della Sera: “Non si parli di servizio pubblico”, “questo giornalismo sigfridico ricorda molto metodi basati sul ‘dileggio all’olio di ricino’ (copy Giuliano Ferrara)”. Domenica, Report ha trasmesso l’inchiesta sul ministero della Cultura (che ha rivelato le spese ragguardevoli per la mostra sul Futurismo, oltre all’annunciato conflitto d’interessi che ha fatto dimettere l’ex capo di gabinetto Francesco Spano) e un servizio raggelante su come il governo abbia provato a insabbiare un’altra strage di migranti in Calabria, al largo di Roccella Jonica. Se per Grasso è solo “olio di ricino”, viene da chiedersi quale sia la sua concezione di giornalismo, magari qualche bel talk più morbido e meno urticante per il potere. Grasso peraltro minimizza il conflitto d’interessi di Spano al Maxxi e anche questo è piuttosto curioso: il critico televisivo del giornale di Urbano Cairo, proprietario di La7, attacca la trasmissione di punta di un’altra rete, distribuisce patenti di servizio pubblico e misura i conflitti d’interessi sulla base del proprio termometro etico. Fatto sta che la puntata all’“olio di ricino” di Report ha fatto il 13,8% di share, dominando la prima serata di domenica, mentre La7 ha racimolato l’1,3%.